Six Degrees Of Separation.

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Siamo al capitolo 10 *saltella di quà e di là* e abbiamo raggiunto le mille visualizzazioni. Grazie mille ragazze. Anche se non ci sono molte stelline o altro, mi avete reso felice :)

Questa storia sta cominciando ad essere considerata, nuove ragazze la stanno aggiungendo alla loro lista, commentano... Mi rende felice.

Questo capitolo è abbastanza lungo e... Interessante :')

Ora vi lascio leggere. (Sono presenti alcuni termini un po' volgarotti, ma erano indispensabili)

Buona lettura.

****

«Calum!» L'urlo di Helena nelle orecchie non fu certo il miglior modo per svegliarsi dopo aver passato una notte praticamente insonne, su uno scomodissimo divano. Si mise stancamente a sedere e si strofinò gli occhi. Aveva ancora la vista appannata, ma era riuscito a distinguere perfettamente l'espressione infuriata della sua amica.

«Buongiorno anche a te, Helena!» esclamò sarcastico. Luke, alle spalle della ragazza, rideva di gusto, senza accennare minimamente a dargli una spiegazione.

«Che diavolo è successo ieri sera?» domandò lei, senza troppi giri di parole.

«Che cosa?» Calum, appena sveglio, faceva ancora fatica a concentrarsi, soprattutto se lei lo trattava così. Tuttavia non ricevette una risposta, ma un sonoro ceffone sulla guancia.

Dopo tutto quello che aveva fatto per lei era questo il ringraziamento che riceveva?

Luke scoppiò a ridere senza potersi trattenere e se ne tornò in cucina a finire i suoi pancakes.

«Bene, chiaritevi. Io vi aspetto per la colazione. Ah, Cal... sappi che non sei l'unico ad essersi preso uno schiaffo stamattina!» concluse, indicandosi la guancia ancora arrossata prima di sparire in cucina e chiudere la porta.

«Perché diavolo l'hai fatto?» domandò Calum, perplesso ed irritato.

«Beh, ecco... io mi sono svegliata nel letto di uno di voi, praticamente mezza nuda e con solo un maglione da uomo addosso e... non ricordavo nulla di ieri sera... perciò...» abbassò gli occhi imbarazzata, trovando improvvisamente artistico e apprezzabile il ghirigoro sulla fodera del divano. Calum sospirò e le accarezzò il braccio, in modo da farle alzare il viso.

«Hel... quello era il mio letto e questo che hai addosso è un mio maglione. Ma come vedi io ho dormito sul divano, perciò... sta tranquilla, okay?» Capiva come potesse essersi sentita, ma, d'altra parte, davvero non credeva che Helena potesse pensare una cosa del genere di lui. Non le avrebbe mai fatto del male.

«Oh. Oddio, Calum... scusa, sono stata una vera stupida. Io... scusa, non avresti dovuto preoccuparti tanto per me che ho bevuto come una spugna. Mi dispiace, davvero. Ero solo... tanto spaventata.» Calum annuì e la tirò a sé sul divano.

«Va tutto bene, Helena. Sei importante per me. È ovvio che voglio prendermi cura di te.» Helena si sentì in paradiso, stretta tra le braccia di Calum. E sapere che lui aveva dormito sul divano solo per lasciarle il suo letto la faceva sentire importante, anche se dispiaciuta allo stesso tempo. Solo una cosa non le tornava: come aveva fatto a ritrovarsi senza vestiti se non riusciva nemmeno a stare in piedi la sera prima?

«C-Calum... però... visto che non capivo niente... come mi sono messa il tuo maglione addosso?» Arrossì per la domanda e, inspiegabilmente, al ricordo di lei mezza nuda sul suo letto avvampò anche Calum.

«Oh, beh... ecco... ehm... i tuoi vestiti erano bagnati di birra e vodka e così, ehm... Luke ha pensato di cambiarti prima di metterti a dormire... ecco... ti ha messo un mio maglione perché eri già nella mia stanza e ti ha portata nella mia stanza perché... perché la sua è inguardabile, sembra che ci abbiano combattuto la terza guerra mondiale! Perciò... non voleva che tu questa mattina la vedessi. Si sarebbe vergognato» mentì, salvandosi in corner. Aveva pensato che sarebbe stato più facile dirle che era stato il suo ragazzo a spogliarla e a portarla a letto.

Disobey.Where stories live. Discover now