Prom?

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Buona lettura :)

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Michael non parlava. Non rispose nemmeno a quella domanda.

Semplicemente restò lì, immobile, il respiro pesante, il cuore che batteva più forte di quanto dovesse, mentre teneva la testa sul seno di Ridley, gli occhi lucidi e quelli che parevano quasi singhiozzi a scuoterlo di tanto in tanto.

Ma non parlava. Se ne stava zitto e immobile come se la vittima di tutta quella situazione assurda fosse solo lui.

E Ridley lo teneva stretto, le mani ad accarezzare i suoi capelli di quel viola ormai slavato che a lei piaceva tanto, quello che le ricordava lo zucchero filato.

«Ridley...» Il suo nome gli uscì dalle labbra come un sussurro, che suonò quasi disperato alle orecchie di entrambi. Perché lui lo sapeva cosa stava facendo: la stava uccidendo. Stava uccidendo l'unica ragazza che si fosse fidata ciecamente di lui, senza mai fare domande, senza mai pretendere nulla in cambio. Stava uccidendo l'unica ragazza che lo avesse mai amato davvero.

Ma ormai lo capivano entrambi che qualcosa si era rotto e nessuno dei due poteva fare nulla per mettere a posto le cose.

E così rimasero lì, appiccicati come se non volessero lasciarsi andare nonostante tutto, mentre intorno a loro la scuola si svuotava senza fare caso a nulla. Perché nessuno sapeva cosa provava Ridley, consapevole che Michael non la amava. Perché nessuno sapeva cosa provava Michael, terrorizzato dall'idea che Ridley potesse lasciarlo andare per sempre.

Ma poi Ridley gli sollevò il viso, guardandolo con quegli occhi che lui adorava, quel mare azzurro in cui in quel momento non voleva far altro che annegare per trovare la pace di cui aveva bisogno.

Ridley lo guardò, amando forse per l'ultima volta tutti quei piccoli particolari che voleva tenersi stretta, le sue sopracciglia sempre troppo folte e che a lei piacevano così, il suo naso a patata, le labbra che tante volte aveva morso, così carnose e morbide da ricordarle qualcosa di bello della sua infanzia.

Michael era il suo pezzetto di paradiso, quello che faticosamente aveva conquistato e che ora la stava portando all'inferno.

Fu allora che Ridley prese la decisione più difficile e, come sempre, scelse per entrambi. Gli prese il viso tra le mani e l'ombra di un sorriso incurvò la sua bocca. Era un sorriso triste, così pensò Michael.

«Va bene così. Non importa. Va bene. Va bene così» mormorò, prima che le loro labbra si sfiorassero di nuovo. E a Michael quella sensazione era mancata. Pensava che lei non l'avrebbe baciato mai più. Si riscosse da quel torpore in cui era caduto, sollevò il viso e la prese saldamente per i fianchi. Il loro bacio divenne più esigente, le loro lingue si incontrarono e Ridley non si oppose.

Ma poi Michael sentì qualcosa sulle labbra, qualcosa di umido e salato. Allora si fermò per guardare Ridley, le lacrime che le rigavano il viso.

Quella vista gli mise uno strano senso di nostalgia, di tristezza. Voleva piangere anche lui, forse avrebbe dovuto farlo, ma, invece, asciugò il viso di lei, le sorrise come a volerla rassicurare che sarebbe andato tutto bene.

Cazzate, pensò, forse lo stava pensando anche lei. Probabilmente niente sarebbe andato bene.

«Ho fatto una cazzata, tesoro, lo so, ma... perdonami ti prego» sussurrò, trovando finalmente il coraggio di parlare. Ridley annuì, sospirando forse con rassegnazione.

«Non tocchiamo più l'argomento, Michael. Sto bene, sul serio.» Michael la guardò poco convinto e, senza pensarci due volte, la attirò di nuovo a sé.

Disobey.Where stories live. Discover now