Chapter one

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Hermione stava camminando pensierosa nel corridoio buio di Hogwarts. Vide il trio dei Serpeverdi, tra cui Draco Malfoy. 

-Merda,- penso tra sè e sè, -devo ignorarli.- 

Si sedette a terra, si mise a gambe incrociate e Prese il libro che si era portata da leggere.

-Guarda guarda c'è la Mezzosangue!- rise Draco fermandosi davanti a lei coi suoi due amici che fecero eco alla sua risata.

 -Guarda guarda, c'è la testa di cazzo!- rise  in risposta Hermione, continuando a fissare il libro. 

Draco non poteva assolutamente permettere che una Mezzosangue gli mancasse di rispetto. 

-Andatevene, ora ci penso io a questa.- disse quindi minaccioso, alzandosi le maniche dell'uniforme.

I suoi amici a quelle parole si dileguarono, ed Hermione sbuffò, seccata. Quindi si alzò, pronta ad andarsene.

 -Ascolta, lurida Mezzosangue: prova di nuovo a mancarmi di rispetto e quella tua lurida anima te le faccio esplodere.- sibilò Draco., avvicinandosi pericolosamente a lei.

Dopo quell'insulto così pesante la ragazza ebbe un tuffo al cuor,e e gli occhi le si riempirono di lacrime; se le asciugò e lo spinse, poggiandogli le mani sul petto.

-Sennò, huh? Cosa mi fai?- ribatté lei, in tono di provocazione. Hermione non era mai stata una ragazza che provocava risse, e non voleva esserlo, ma quel diavolo dai capelli biondi la faceva incattivire parecchio.

-E' meglio che tu non lo sappia...- ghignò, per poi tornare serio. -E non mi toccare.- concluse, spostando le piccole mani della ragazza dal suo petto. Lei però lo spinse nuovamente. 

-Cosa vorresti fare, Malfoy? Mi vuoi picchiare?" chiese Hermione provocandolo ancora una volta.

Draco la afferrò per le spalle e la sbattè contro il muro, guardandola con gli occhi iniettati di sangue.

 -Inutile Mezzosangue, ti avverto ancora una volta: non provocarmi o non ti sveglierai viva, domattina.- ringhiò guardandola in quegli occhi scuri che, a mano a mano, diventavano sempre più lucidi. 

Hermione non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia, tanto era il disprezzo che provava nei suoi confronti. 

-Com'è, non dici più nulla?- rise il ragazzo, compiaciuto, con il suo solito ghigno stampato sul volto.

 -Ti odio.- sussurrò Hermione. -E adesso va' via: non ti voglio più vedere.- continuò stranamente calma, guardando a terra.

Draco restò spiazzato dal profondo odio che percepiva nelle parole della piccola Grifona.

-Me ne vado, sì, ma non perché me l'hai detto tu. Me ne vado perché non resterei mai e poi mai con una lurida Mezzosangue come te.- sputò Draco risentito, togliendo le mani dalle delicate spalle della ragazza.

Hermione si appoggiò al muro e scivolò a terra; poggiò poi la testa sulle ginocchia che, poco prima, si era portata al petto. 

-Che succede?!-

Riconosceva quella voce: era Ron, che preoccupato stava correndo verso di lei.

 -Niente Ron, niente...- mentì Hermione, voltando il viso coperto dai ricci capelli castani per non far vedere la sua debolezza. 

Ron le mise due dita sotto il mento ed alzò il suo volto, guardandola negli occhi.

-Perché stai piangendo, Hermione?- chiese dolcemente 

-Non sto piangendo.- mentì ancora Hermione, non riuscendo nemmeno a guardare in viso il ragazzo dai capelli rossi che la guardava con preoccupazione.

-Vuoi restare da sola?- chiese quindi il rosso, sperando in una risposta diversa da quella che Hermione gli diede. 

-Sì, Ron. Per favore.-

Mentre il ragazzo si alzava lei lo fermò, tirandolo per un braccio, per un braccio. Lui la guardò con un'espressione interrogativa. Hermione si alzò, mettendosi di fronte a Ron.

 -Prima di andare... puoi darmi un abbraccio?- chiese, timidamente. Hermione di un abbraccio aveva davvero bisogno, in quel momento.

 -Ma certo.- rispose timidamente Ron, aprendo le braccia; Hermione ci si gettò immediatamente ed avvolse le sue minute braccia attorno al suo collo. Chiuse gli occhi, godendosi quegli attimi di tenerezza. 

Gli si avvicinò all'orecchio e sussurrò un "grazie", facendo arrossire Ron. Hermione si staccò dal suo corpo, lo guardò un'ultima volta e sparì nei corridoi. Mentre si dirigeva in aula per la lezione col professor Piton andò a sbattere contro Draco che, sprezzante, la fulminò con lo sguardo.

-Attenta, stupida.-

Lei lo ignorò e si andò a sedere accanto a Luna Lovegood, che le sorrise dolcemente. Durante la lezione di pozioni Hermione fu sempre distratta: continuava a far roteare la bacchetta sul banco, appoggiata col viso sulla mano destra. Sentì due occhi addosso, così alzò la testa: Draco la stava guardando con aria divertita. Lei sbuffò, irritata, e continuò a far roteare la bacchetta sul banco di legno scuro. 

Non appena la lezione finì Draco si alzò dal banco, e stranamente fu il primo a uscire dall'aula. Si sistemò l'uniforme con le mani e si diresse nei bagni maschili, chiudendosi in uno di essi e poggiando la fronte biancastra alla porta, tirandoci dei violenti calci: era arrabbiato con se stesso per essere sempre acido, ma era così che lo avevano cresciuto. Era arrabbiato perché, osservando quella Grifona, si era reso conto che lei aveva avuto una vita migliore di quella che lui aveva avuto. Uscì dal bagno e, ansimando, poggiò le mani sui bordi del lavabo. Quando alzò gli occhi sullo specchio, si rese conto che era davvero sciupato: i capelli color biondo cenere, quasi bianchi, si poggiavano sul viso pallido. I suoi occhi azzurri pizzicavano molto, ma lui non poteva assolutamente permettersi di essere debole, nonostante in quel momento ne avesse proprio bisogno. 

Dopo poco però crollò: scoppiò a piangere, mentre il contorno delle sue iridi blu si arrossava, ed i capillari diventavano scuri ed evidenti. Dopo poco sentì una presenza dietro di sé: alzò lo sguardo verso lo specchio e vide, all'ingresso del bagno, Hermione che lo fissava con enorme stupore. 

Draco si voltò asciugandosi gli occhi, camminò minaccioso verso di lei e la afferrò per un braccio. La fece entrare in bagno, chiuse la porta e la trascinò in uno dei bagni: lei aveva gli occhi leggermente sbarrati e la bocca socchiusa da cui però non uscivano suoni. 

-Beh? Perché diavolo mi guardi così, Mezzosangue?- chiese acido, guardandola con enorme disprezzo. 

-Perché piangi?- chiese semplicemente Hermione. Nonostante lei lo odiasse, le faceva uno strano effetto vedere un Malfoy in quello stato. Era la curiosità a parlare al posto suo.

-Non sto piangendo...- mentì Draco, asciugandosi col dorso della pallida mano una lacrima che gli baganava il viso.

Hermione, senza ormai pensare a cosa stesse facendo, allungò una mano verso il suo viso. Catturò le sue lacrime e gli mostrò la mano, mostrandogli il palmo e le dita bagnati.

 -E questo allora come lo chiami?- 

Lo aveva colto in flagrante, ormai, e Draco non aveva nulla da dire per difendersi. 

-E va bene, Granger, sto piangendo, okay? Ma non azzardarti a dire a nessuno ciò che hai visto, altrimenti io...-

-Non preoccuparti,- rispose lei, interrompendolo, -non dirò niente.-

Non appena il ragazzo, sollevato, si passò una mano tra i capelli, Hermione non poteva credere a ciò che aveva visto.

-Ma che...- balbettò, guardando confusa la manica dell'uniforme di Draco che si era appena alzata: gli prese il polso con le mani e scoprì il suo braccio: il simbolo dei Mangiamorte.


Ti amo, ed è colpa mia. (in correzione)Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα