24. Soundtrack to disaster

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Ho cominciato da poco ad ascoltare gli Sleeping with Sirens. La prima volta che ho visto Kellin ho pensato: ah, ma è un cesso. Ora ho una crush assurda. Il disagio aumenta.

E comuuuuunque ho iniziato a scrivere una nuova frerard....... Non vedo l'ora di mettermi a pubblicarla 🌚 E sto pure avendo delle idee per un'altra frerard ancora più distopica di questa, addirittura magari un pó cyberpunk, che mi piacerebbe troppo troppo scrivere e non ho il tempo di farlo RAGA ODDIO È UN'IDEA FICA O UN'IDEA DI MERDA LET ME KNOW

Comunque. Ci siamo. Pronti?
Pronti.


La settimana seguente, il seminterrato era meno gremito del solito. L'atmosfera era attenta, tesa ma leggera, carica di un'aspettativa fremente. Quella sera non avevano acceso la musica, a circondarli c'era soltanto il silenzio perfetto della notte, nella penombra sfocata dell'unica lampadina penzolante. L'aroma vago di birra, polvere e chiuso era quasi confortante, dopo una giornata passata nell'ossigeno sterile e inodore degli uffici. Così imperfettamente perfetto. C'erano sì e no una decina di persone riunite attorno a Michael, che calamitava i loro occhi con la sua aria grave. Frank suppose che fosse un incontro riservato a coloro che erano coinvolti nei preparativi in corso. Chi aveva intorno voleva scappare con loro.

<<Ci sono novità>>, annunciò Michael.

Frank si voltò per lanciare un'occhiata a Gerard, sistemato sulla poltrona alla sua sinistra. Non c'erano posti a sedere per tutti, lui si era dovuto accontentare del pavimento. Il maggiore sedeva composto, con le ginocchia separate e piegate a novanta gradi, gli avambracci poggiati sui braccioli, la schiena abbandonata morbidamente ma con un fondo di rigidità che tradiva la sua concentrazione. Occupava tutto lo spazio a sua disposizione con la sicurezza della sua educazione militare, senza incertezze. Non importava quanto oltre Frank avesse potuto spingersi, non era rilevante che conoscesse la consistenza della sua pelle sotto quella divisa scura o il sapore della sua bocca quando l'aria notturna la raffreddava. La sua autorità gli era familiare. I capelli gli cadevano in ciocche disordinate ai lati del viso, il mento era leggermente abbassato, le labbra una linea inflessibile. I suoi occhi bui, puntati sul fratello, non si abbassarono a incontrare quelli di Frank.

<<Allora? Dicci>>, intervenne un ragazzo che non conosceva, con una zazzera confusa di capelli biondi sulla testa e gli occhi azzurri che guardavano spiritati il minore.

Michael lo fulminò con lo sguardo. Ora che lo sapeva e aveva avuto il tempo di metabolizzare la cosa, a Frank pareva persino ovvio che lui e Gerard fossero fratelli. Così diversi all'apparenza, così simili nei modi di fare. Pur con le sue braccia sottili, gli occhiali che gli scivolavano giù dal naso e il suo viso ancora ammorbidito dalla giovane età, Michael era capace di zittire chiunque con una sola occhiata.

<<Ciò che verrà detto in questa stanza>>, disse cauto, <<Non uscirà di qui. Chiaro?>>.

Le sue iridi castane si mossero lentamente tra loro. Incrociarono anche quelle di Frank, che gli fece un cenno di assenso con la testa, anche se non ce n'era bisogno. Si soffermarono più del dovuto in quelle di Gerard. La fiducia tra loro sarebbe stata difficile da riconquistare. Dopo un minuto infinito, comunque, sembrò averci trovato le risposte che cercava.

<<Matty ha fatto una ricerca agli archivi municipali>>, continuò, con tono leggermente più disteso. Il diretto interessato, seduto con le gambe incrociate e i piedi scalzi su una sedia diroccata, si spostò i ricci dalla faccia e lanciò un occhiolino languido senza un destinatario preciso. Frank poggiò i gomiti sulle ginocchia e scosse la testa, divertito. <<Ha scoperto che ci sono in tutto sei uscite sulle mura. Non sono comandate da una sede principale, bensì ognuna di esse è gestita da un preciso centro di controllo situato nelle vicinanze, a presumibilmente non più di cinque chilometri dalla porta. È lì che si trova la nostra unica possibilità di aprirla>>.

How to disappear and never be found againWhere stories live. Discover now