26. Peace will win and fear will lose

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Buongiorno amici come state? Nuova copertina! Mi piaceva tantissimo l'altra però l'ho cambiata perchè vorrei usare questo layout per tutte le mie copertine invece che lasciarle tutte diverse come una babbana (aesthetic, duh) e con la foto precedente non ci stava. Vi piace? Fa schifo? E' meglio se la smetto di produrre obbrobri con Canva e mi do all'ippica? Ditemi!

Comunque ho preordinato l'album di Frank AUTOGRAFATO e già sclero aiuto l'ha toccato L'HA TOCCATO non sono degna.

Basta, ho finito. Questo sarà un capitolo corto ma necessario, che prepara a quello che sta per succedere... Siamo agli sgoccioli. Piango. Spero vi piaccia, buona lettura

( -5 )





Nessuno dei due riuscì a dormire quella notte.

I primi riflessi dell'alba che penetrarono il buio denso della stanza trovarono gli occhi di Frank pronti a riceverli, asciutti come se non avesse chiuso le palpebre per un solo istante. Li sentiva arrancare, stanchi, indolenziti, quasi gonfi. Li lasciò puntati al soffitto, dove rimanevano da almeno un'ora, mentre i contorni dei mobili si coloravano della luce grigia delle prime ore del mattino. Aveva provato ad abbandonarsi al calore delle coperte, a cercare il conforto delle sue ginocchia strette al petto e delle ultime ore di calma che gli erano concesse, ma niente era stato abbastanza. La sua mente non accennava a spegnersi, ormai svuotata di ogni parola, una scatola sterile. Dopo ore di agonia, persino il suo letto sembrava una condanna, la schiena era dolorante, le gambe dritte e immobili fremevano per fare qualcosa, qualsiasi cosa. Steso così, con la faccia rivolta al nulla e le braccia lungo il corpo, gli pareva di stare già in una bara. Ma non riusciva a trovare la volontà di spostarsi.

Gerard gli giaceva accanto, in quale posizione non lo sapeva. Il suo respiro non faceva rumore. Per tutta la notte aveva ascoltato la sua angoscia. Il fruscio delle coperte quando si girava nel letto, i sospiri ansiosi, poi il nulla assoluto. I suoi passi leggeri sul pavimento quando si era alzato, più volte, e l'aveva lasciato solo per tempi interminabili, chiudendosi alle spalle la porta per non svegliarlo. Come se Frank non potesse vedere il filo di luce che traspariva sul pavimento, come se non l'avesse sentito camminare senza sosta in soggiorno, probabilmente con le mani tra i capelli e quella stessa espressione indecifrabile che era l'ultima che aveva visto la sera precedente. Alla fine, quando erano a malapena passate le cinque del mattino, i suoi piedi scalzi l'avevano riportato in camera e il materasso si era nuovamente inclinato sotto il suo peso. La sua mano incerta l'aveva cercato solo per un istante, sfiorandogli la spalla coperta dalla maglietta con la delicatezza di un soffio d'aria. Forse per assicurarsi che fosse ancora lì, per trovare un contatto umano che lo risvegliasse dall'incubo della notte. Le sue dita erano sparite quasi ancor prima che potesse sentirle davvero.

Avrebbe voluto essere in grado di alleviare i suoi pensieri. Avrebbe voluto poter tornare indietro a qualche giorno prima, alle serate insieme, ai suoi sorrisi così rari. Avrebbe voluto accontentarsi. Del suo stupido lavoro, del suo piccolo angolo di mondo, della sua vita che era una fotocopia di tante altre. Ma il suo lavoro era insignificante, il suo mondo era claustrofobico, e la paura non sarebbe riuscita a scalfire la sua natura. Gerard, però, lui sì. Nelle fitte più lancinanti delle ore appena trascorse, non aveva potuto fare a meno di pensare che stava mettendo la sua vita in pericolo con le sue stesse mani, quelle mani che avrebbero voluto accarezzarlo ogni attimo di ogni giorno.

La pressione sul letto accanto a lui si mosse. Una sagoma scura si alzò nella sua periferia visiva e camminò decisa nell'ombra, mentre il freddo esterno occupava il suo posto tra le lenzuola. Gerard sparì oltre la porta del bagno senza dire una parola.

Frank guardò il vuoto che aveva lasciato nel buio. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, sentendo il suo corpo tornare cosciente come se non avesse mai neanche accennato a smettere di esserlo. Lanciò uno sguardo alla sveglia. Le tende sarebbero rimaste abbassate ancora per meno di mezz'ora. Quelli erano gli ultimi minuti che avrebbe trascorso nel silenzio della sua casa.

How to disappear and never be found againWhere stories live. Discover now