Capitolo 9_Holding out for a hero

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Annabeth

"No, nonna, te l'ho già spiegato. La mia auto è ancora fuori uso, non posso guidare. Perché non chiedi alla mamma di venirti a prendere? O a uno dei tuoi amici del bingo..."

"Morditi la lingua, Mads! Io gioco a bridge o poker, non a quella robaccia per anziani!" sbraitò Dahlia, facendo risuonare la sua vocetta acuta per tutto lo spogliatoio del locale. Incastrai il cellulare tra l'orecchio e la spalla, mentre legavo il grembiule attorno alla vita.
Sorrisi impacciata a Darcy, in fremente attesa sulla soglia della porta con il nuovo tablet pronto all'uso in mano.

Nell'ultima settimana ne avevo mandati in tilt ben due, questo era il terzo e, immaginavo, l'ultimo che mi avrebbe messo a disposizione.
C'era un rapporto di amore e odio tra me e la tecnologia moderna, ero capace di distruggere qualunque oggetto possedesse un hard disk, un pulsate di accensione e in definitiva anche solo uno schermo.

Avrei tanto voluto un bloc notes!

"Come ti pare. Comunque io sono al lavoro e adesso devo andare. Fammi sapere quando arrivi a casa! Ciao"

Riattaccai e mi affrettai a ripulire il pub in attesa dell'arrivo dei primi clienti. Sebbene lo stipendio fosse buono, non amavo particolarmente servire in orario notturno, preferivo di gran lunga la zona ristorante e diurna agli ubriaconi che mi infastidivano durante il mio tran tran fra i tavoli.

Non ero il tipo che si faceva mettere i piedi in testa dai maleducati, ma gestire le mani morte degli uomini era dannatamente umiliante.

Detestavo il modo in cui l'alcol li trasformava e, nonostante Darcy ripetesse sempre che sarebbe bastato un cenno al buttafuori, Daniel – giocosamente soprannominato Big D, per via della sua stazza – non mi sentivo mai del tutto tranquilla finchè l'ultimo cliente sbronzo non abbandonava la sala.

"Problemi a casa, dolcezza?" mi domandò Darcy.

"Oh, no. Mia nonna è appena tornata da un ritiro con il suo gruppo di amici e aveva bisogno di un passaggio a casa. Si arrangerà, è decisamente piena di iniziativa"

"Capito. Cos'è successo alla tua auto?"

"Beh...è un po' imbarazzante. Qualche mese fa stavo guidando, cantando a squarciagola con la radio a tutto volume e non mi ero accorta che la borsa si era rovesciata. Il contenuto sbatteva dappertutto, così ho accostato per mettere in ordine. Una volta finito ho messo in moto, si è riaccesa la radio ed è partita Cotton Eye Joe, così...nella confusione sono andata a sbattere contro la volante della polizia che arrivava a sirene spiegate nella mia direzione"

"Oddio!" scoppiò a ridere qualcuno alle mie spalle.

"Sì, lo so. Colpevole. L'auto era già un catorcio e con quell'impatto ho contribuito a darle la botta finale"

"Io l'ho sempre detto: donna la volante..." insinuò malignamente il cuoco, affacciandosi dalla finestra aperta della cucina.
"Ehi, non esagerare! Sono cose che succedono a chiunque" replicai, risentita. Beh, in ogni caso non solo a me...giusto?

La risatina divertita di Darcy mi raggiunse qualche secondo prima della sua affettuosa pacca sulla spalla. Almeno non aveva commentato la mia figuraccia. Mi piaceva che non mi criticasse aspramente come la maggior parte della gente presente nella mia vita.

"Tieniti pronta, tra poco apriamo"

Presi un bel respiro e mi diedi da fare.

***

L'orologio segnava l'una meno venti e gli occhi mi si stavano chiudendo, mentre attendevo al bancone l'ordine per il tavolo quindici. Paul, il barman, mi passò il vassoio intimandomi di fare attenzione e, di rimando, mi esibii in una linguaccia. Il fatto che tutti fossero a conoscenza del mio scarso equilibrio non era certo motivo di vanto.

Let It All Go [sequel di Both Sides Now]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora