Capitolo 35_I'll Stand By You

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Bradley

"Non vorrei offenderti, ma trovo che in casa tua ci sia un'atmosfera un po' inquietante. Ricorda una di quelle abitazioni infestate dai fantasmi o in cui il proprietario è un perfido mostro. Hai presente? Tutti sembrano camminare sulle uova, sforzandosi di fingere che non ci sia nulla di spaventoso in attesa dietro l'angolo, dispensando falsi sorrisi nella speranza di non essere designati come le prossime vittime!"

Scoppiai a ridere dopo lo sfogo della mia ragazza, attirando su di noi l'attenzione di numerosi clienti del fast food in cui ci trovavamo.

"Beh, considerando che il padrone di casa è un perfido mostro, direi che ognuno rispetta il proprio ruolo alla perfezione" dichiarai.

Neppure lo sfarzo eccessivo della villa riusciva a mascherare la tensione che aleggiava sempre tra i componenti della mia famiglia. Era qualcosa che si percepiva sotto la pelle non appena varcata la soglia, come se lo sdegno, la sfiducia e il rancore reciproco avvelenassero l'aria. I nostri domestici erano sempre stati abili a far finta di nulla, ciò nonostante riuscivo facilmente ad immaginarli sospirare dal sollievo al termine di ogni turno di lavoro.

"Uscire per pranzo è stata un'ottima idea. Stasera sarò talmente agitata che non potrò toccare cibo" annunciò.

Mi riusciva difficile immaginarla a digiuno, soprattutto considerato il fatto che aveva appena finito di 'assaggiare' sia i suoi che i miei grissini, messi abilmente a disposizione dei clienti per ingannare l'attesa. Tuttavia decisi di rassicurarla. "Dopo la cena di oggi, prometto che non li vedremo mai più"

Inarcò un sopracciglio. "Non puoi evitarli per sempre, sono la tua famiglia"

"Quindi ti starebbe bene se frequentassi assiduamente anche la mia ex? In fin dei conti, si tratta della mia adorata sorellastra" la pungolai scherzosamente. Detestava mostrarsi gelosa, eppure io sapevo bene quanto in realtà fosse possessiva nei miei confronti.

Senza scomporsi minimamente, mi sorrise languida. "Fai pure, dolcezza. Abituati solo all'idea di separarti dai tuoi genitali"

Appunto.

"O forse no" aggiunse con tono sorpreso.

Quella frase mi incuriosì e seguii la direzione del suo sguardo attonito.
Puntava alle mie spalle, circa tre tavoli più in là, dove Sibyl stava mangiando in compagnia di qualcuno che decisamente non era Kennedy, il fesso per il quale mi aveva piantato. Dopo il falso allarme della gravidanza, avevo immaginato che le cose tra loro fossero naufragate, ma adesso chi diavolo era quello con i capelli brizzolati che le accarezzava la mano?

"Non ti pare un tantino...maturo?"

Annabeth arricciò il naso in segno di palese disgusto. "In effetti. Magari è uno zio?"

Scrollai le spalle. "Forse suo padre? Non l'ho mai conosciuto" riflettei. Sapevo solo che viveva a San Francisco e faceva l'assicuratore, era possibile che fosse venuto in città per trascorrere del tempo con sua figlia.

Tuttavia, proprio in quel momento, il tipo si sporse sullo stretto tavolino quadrato che condividevano e le ficcò la lingua in bocca senza tante cerimonie. Entrambi osservammo, senza parole, Sibyl che lo attirava maggiormente a sé mentre ricambiava il bacio con passione.

Ci voltammo di colpo, in preda allo shock.

Certamente la ragazzina pudica che conoscevo, la stessa che non si decideva a prendermi la mano in pubblico, era cresciuta! Non sembrava avesse alcun problema a farsi divorare la faccia dal suo nuovo amico. Inoltre, quando uscivamo insieme, non avrebbe mai neppure messo piede in un locale simile. Troppo periferico, con cibo ricco di grassi e la clientela di poche pretese...lo avrebbe giudicato un 'letamaio', fissata com'era con gli eleganti ristoranti francesi in cui si spendeva un patrimonio per mangiare praticamente nulla.

Let It All Go [sequel di Both Sides Now]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora