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Peter's Pov.

La serata finalmente si è conclusa, e nemmeno troppo tardi.
Il turno di Jane è finito ed io l'aspetto all'uscita sul retro, ma ormai sono qui da dieci minuti e lei ancora non è arrivata.
Sto cominciando a preoccuparmi, anche perché la situazione che si è creata da un mese a questa parte non mi aiuta.
La mia mente è già volata nei peggiori film mentali in cui lei è stata rapita o torturata o uccisa, e al solo pensiero mi vengono i brividi.

Decido così di aprire la porta fin quando non la vedo uscire, il mio cuore fa un balzo di gioia e anche di sollievo.

Non avrei mai dovuto coinvolgerla in questa situazione, già sapere che è una persona a me vicina, una persona vicino a Spider-Man, mi fa star in pensiero e ogni volta che non si fa sentire per qualche giorno sto male. Se si aggiunge anche questa storia delle ragazze scomparse che hanno in comune le catene dei locali Zuev, mi sento anche peggio.
Ma non posso impedirle nulla, ormai. È una testarda determinata.

«Ho scoperto qualcosa.» Esordisce lei con calma, uscendo dal Zuev e incamminandosi in strada. Mi fermo qualche secondo elaborando ciò che ha detto.

«Tu... Cosa? Come?... Ma davvero? »Inizio a parlare a raffica, come al mio solito.

«Dubiti delle mie capacità, Parker? » Mi dice, fermandosi di colpo in mezzo alla strada, dandomi però le spalle.

«No, certo che no, so che tu...» Comincio di nuovo a parlare ma subito mi blocca.
Mi avvicino a lei, affiancandola mentre ricominciamo a camminare per le strade di Manhattan.

«Ti fermo qui, altrimenti non ne usciamo più. » Esclama lei decisa e io annuisco per non attaccare di nuovo a parlare.
«Dobbiamo ritornare nel Queens.»

«Sì, noi ci abitiamo lì.» Le faccio notare.

«Ancora per poco...» La sento sussurrare.
Non capisco cosa intenda ma non voglio parlarne adesso. Forse ho solo paura della risposta.

Wrong People. •Peter Parker•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora