Capitolo 9 (seconda parte)

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  • Dedicata a alcune vecchie amiche.
                                    

Questo capitolo non centra molto con la storia, centra solo qualche fatto in comune con la protagonista. Spero vi piaccia.. e un’ultima cosa: leggendo alcune storie mi è capitato di leggere dialoghi o alcuni pezzi di Remember me e he looks so perfect, proprio copia e incolla! Quindi per favore toglieteli e usate l’immaginazione e non copia e incolla, altrimenti segnalo per plagio dato che sono mie idee. Grazie :) - namelessfeds. 

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09, 2/2.

C’era una volta una ragazza. Non era né bella, né brutta, era solo un po’ sovrappeso. All’epoca i suoi capelli erano lunghi e biondi e i suoi occhi erano castani. Mi ricordo molto bene la storia di quella ragazza, perché era spesso soggetta ad illusioni. Tutto accadde quando cominciò il liceo,  a quattordici anni. La sua nuova classe le piaceva, dato che era composta da un numero elevato di ragazze, con un solo ragazzo. Era felice, perché le piaceva stare in compagnia delle sue nuove amiche, ridevano e  scherzavano insieme. Lei era solita a legarsi molto alle persone e di solito diventava un po’ invadente e voleva sempre essere al corrente di tutto. Ma così non fu. Non era al corrente che le sue nuove compagne appena lei si girava, le ridevano dietro, criticandola in ogni suo singolo particolare: troppo grassa, troppo invadente, troppo stupida… pure i suoi occhi erano troppo marroni per loro. Lei non era al corrente di tutto questo doppio gioco, ma qualcuno decise che forse era meglio dirle la verità, per non illuderla troppo. Le disse – all’insaputa del branco – tutto ciò che dicevano di lei, lei ci rimase male; e non poco. Così decise di sfogarsi, non poteva credere che le sue nuove conoscenti la trattavano come merda. Mi raccontò che si sfogò su un social network, lo fece sicura, perché nessuno sapeva il suo username e non aveva mai pubblicato foto sue o suoi dati personali. E così diede il via alle danze, criticando le sue amiche con i peggio insulti che le vennero in mente: grassa, troia, vacca, pagliaccio, ecc..,  anche se quelle critiche non rispettavano nemmeno il carattere della preda. Scrisse tutto piangendo, ogni riga, ogni parola, ogni virgola, perché anche se sapeva che le cose che stava pubblicando non erano vere, scriveva senza conoscere il carattere delle sue coetanee. Così come queste avevano fatto qualche settimana prima: sparlare di lei senza conoscerla bene. Passarono un paio di settimane, forse anche un mese, quando il branco venne a sapere tutto. E la insultarono ancora più di prima, odiandola e disprezzandola. Rimase sola, letteralmente. Nessuno le rivolse più la parola, ad alcune faceva pure schifo starle accanto. Le dissero che non aveva il diritto di parlare in quel modo di loro, non aveva alcun potere. Le dissero perfino che era inutile. Dopo una settimana dove nessuno le veniva più vicino, decise che forse ammazzarsi era l’unica soluzione. Perché vivere se tutti ti odiano? Che senso ha la vita se devi viverla senza nessuno di sincero al tuo fianco? Pensò. Aveva seriamente intenzione di andare sul tetto di casa sua e buttarsi giù con gli occhi chiusi e una canzone di Ed Sheeran tra le orecchie. Ma non fece, aspettò, aveva quasi la speranza che le cose in qualche modo potessero migliorare. Quindi aspettò. Il suo buon senso aveva ragione, le cose si risolsero. Parlò alle sue compagne, affrontandole una volta per tutte dimenticandosi gli attacchi di panico e lacrime che ogni volta le riempivano gli occhi.  Raccontò tutto: come si sentiva e della sua paura di andare a scuola per affrontare ancora una volta i loro insulti, sapeva che c’erano, anche se le sue orecchie non li udivano. Loro perdonarono lei, e lei perdonò loro.

Ora sono felici e afferma che sono le sue migliori amiche , non saprebbe cosa fare senza di loro. Ad alcune raccontò che voleva ammazzarsi e per poco non la presero a schiaffi. Dissero che se l’avesse fatto sarebbe stata una pazza, che avrebbero sentito la sua mancanza, e che una ragazza di appena quindici anni non doveva pensare alla morte. E quindi ora sono così inseparabili. Mi raccontò che se le avesse perso di nuovo tutte, se fosse sola un’altra volta, probabilmente darebbe di matto, bisognerebbe bloccarla con la camicia di forza, perché ora quelle ragazze sono il suo tutto. Le ama come se fossero sue sorelle. Questa è una storia di sofferenze, e anche se raccontata da me così male, vi assicuro che è vera. Se i ho annoiate o meno, questa è l’ultima delle mie preoccupazioni, volevo raccontarvi come le cose andarono sul serio.  Un ultima cosa mi disse la ragazza dai capelli biondi – che ora biondi non sono più – e dagli occhi castani, mi disse che quegli insulti e quelle offese sono ancora fresche come vernice nella sua mente, e presto quella vernice si seccherà, diventando indelebile. Le cose più brutte sono quelle più difficili da superare.

E io come faccio a sapere tutte queste cose? Perché la ragazza dai capelli biondi e dagli occhi castani sono io.

-  Federica Toselli (namelessfeds)

Remember me. // he looks so perfect sequel. [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora