Capitolo 13.

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"Kiss me under the light of a thousand stars, oh darling."
Titolo: Thinking out loud.
Autore: Ed Sheeran.

FLASHBACK.
Io e Luke ci eravamo ritrovati. Lui aveva trovato me ed io avevo ritrovato lui. Ci ritrovammo a casa di Ashton, andavamo sempre da lui per chiedergli  qualche consiglio e lì lo vidi, quando varcai la soglia della casa di Ash. Gli stava parlando, forse sarebbe meglio dire urlando contro, chiedendogli dove fossi. E quando il riccio gli rispose "è dietro di te.", potei perfettamente capire quanto quel ragazzo dai capelli biondi ci tenesse ad una stupida ragazzina come me.
Mi corse in contro, abbracciandomi e stringendomi a lui. La prima cosa che feci fu quella di mettermi a ridere. Ridevo come una scema. Ridevo perché finalmente i pezzi del puzzle si erano ricongiunti. Ridevo perché mi sembrava di essere in una di quelle favole che da piccola mi raccontavano sempre. Ridevo perché per la prima volta dopo alcuni mesi ero davvero felice. E nel ridere piangevo. Lacrime di pura gioia lasciarono i miei occhi, scorrendo sulle mie guance.
E in quell'abbraccio che sembrava quasi disperato, mi promise che non mi avrebbe più lasciata andare via, e io gli promisi che se l'avesse fatto mi sarei attaccata alla manica del suo giubbotto.
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Mi girai tra le lenzuola bianche, sobbalzai quando vidi una figura distesa accanto a me.
"Non sei ancora abituata a trovarmi accanto eh?" Ridacchiò afferandomi per i fianchi, facendo combaciare la mia schiena con il suo addome.
"Buongiorno." Dissi con la voce ancora impastata dal sonno. "E auguri!" Annunciai girandomi, in modo che fossimo faccia a faccia.
"Ah, che bello essere ventenne!" Esclamò stiracchiandosi. "Mi sembra ieri quando avevo ancora diciotto anni e ti conobbi grazie ad uno Starbucks." Rise.
"Io e te stiamo insieme da quasi un anno." Lo guardai.
Mi sorrise per poi avvicinarsi a me e mordermi leggermente il labbro inferiore. 
"Hai fame?" Mi domandò.
"Sì, ma siccome è il tuo compleanno, la colazione te la preparo io." Mi sbrigai a saltare giù dal letto ed a correre in cucina.
**
Mi ero dimenticata di quanto fosse difficile preparare una English breakfast a dovere, ma comunque cercai i impegnarmi. Dopo una mezzoretta abbondante riuscii a far trovare a Luke una bella colazione sotto il naso.
"Davvero per colazione mangiate tutto questo salato? Pure i fagioli?"
"Smettila, non lo mangiamo mica tutti i giorni, una volta a settimana non di più." Risposi dandogli una piccola sberla sulla spalla.
"Oggi voglio portarti in un posto." Sorrise dopo aver bevuto un bicchiere di succo.
"E dove di preciso?"
"Sorpresa."
"Dio, Luke! Sai quanto le odio, attesa ed ansia per poi scoprire che la tua sorpresa fa anche schifo."
"Non ne rimarrai delusa." Proferì alzandosi ed andando a farsi una doccia.
**
"Dove mi stai portando Lucas?" Gli domandai per la centesima volta da quando salimmo in auto.
Non mi rispose, continuando a tenere la sua mano sulla mia coscia. Sbuffai, girandomi e guardando fuori dal finestrino, mentre lo facevo potei vedere un ghigno comparire sul suo volto.
"Ti sto portando al mare." Parlò dopo alcuni minuti. Mi girai verso di lui, aveva lo sguardo fisso sulla strada ma ogni tanto mi fissava con la coda dell'occhio.
"Ti amo." Gli risposi poggiando la mano sopra la sua.
Dopo poco giunsimo alla spiaggia, era deserta. Luke prese un paio di coperte dal bagagliaio e mi prese la mano, portandomi verso la riva.
Era novembre, amavo andare il spiaggia in inverno. Mi calmava.
Stese una coperta sulla sabbia, ci sedemmo e l'altra la avvolse sopra di noi.
Appoggiai la testa sulla sua spalla, rannicchiandomi su di lui. Chiusi gli occhi e respirai l'aria del mare.
"Volevo che tu avessi questo." Disse tirando fuori dalla tasca interna del suo giaccone un  anello con un piccolo diamante incastrato al centro.
"Mi prendi in giro?" Gli chiesi incredula.
"Sono serissimo." Mi rispose con un piccolo sorriso sulle labbra.
Scoppiai a piangere ma contemporaneamente scoppiai a ridere.
"Non ci posso credere!" Esclamai.
"E invece è così." Proferì prendendomi la mano e infilandomi l'anello.
**
"Mi chiedo ancora perché io abbia davvero deciso di venire a questa festa con te." Gli dissi mentre mi trascinava nell'intruglio di persone presenti. Era il compleanno di un suo strano amico di cui mi aveva parlato, e ovviamente mi aveva trascinato, non che non mi piacessero le feste, anzi, solo per il fatto che volevo passare un po' di tempo con lui.
"Dai, ti divertirai!"
Sbuffai, mentre si faceva spazio tra i vari corpi delle persone presenti.
Mollò la mia mano solo per abbracciare un ragazzo alto più o meno come lui, dai capelli rossi. Oh sì quello strano. Mi presentò a lui, gli sorrisi porgendogli la mano, la quale al posto di stringere, ci mise un bicchiere di carta rosso già pieno.
Fulminai Luke con lo sguardo, mente lo strano tipo dai capelli rossi se ne era già andato.
"È fatto così, non prendertela" parlò al mio orecchio dato che la musica era fin troppo alta.
Scrollai le spalle mentre prendevo un sorso di drink.
"Vado a salutare un po' di gente, tu aspettami qua non muoverti." Mi disse mentre si allontanava.
Avevo bisogno di un po' d'aria, dentro a quella stanza davvero non si respirava.
Uscii da quella casa, cercando un dondolo o per lo meno una sedia sul quale sedermi. Il giardino era illuminato dalla luce fioca di alcuni lampioni posizionati sull'erba.
"Ma chi si rivede!" Urlò una voce alle mie spalle. Mi girai, notando la figura di Ashton a qualche metro da me.
"Ciao." Gli sorrisi, mentre si avvicinava.
"Come stai?" Mi chiese.
"Non c'è male. Tu?"
"Sto bene." Sorrise a sua volta. "Luke?" Domandò.
"È dentro sta salutando un po' di gente." Risposi finendo il drink. "E mi ha lasciata sola."
"Ti va di fare un giro?" Mi propose.
"Certo!"
Camminavamo per il giardino senza rivolgerci la parola e quando finalmente trovammo un dannato dondolo ci sedemmo.
"Come si chiama il tipo dai capelli rossi?
"Michael." Rispose. "Strano, non trovi?"
Risi leggermente a quella sua affermazione, ma in effetti mi bastarono pochi secondi per capire che Michael aveva davvero una personalità stravagante.
"Quindi vi sposerete?" Domandò Ashton quando vide l'anello.
"Non lo so, non penso. Non voglio prendere decisioni di cui un giorno potrei pentirmene.
"In che senso?"
"Ho appena compiuto diciotto anni, Ash. Non so nemmeno cosa mangerò domani per pranzo. Come posso sapere se poi un matrimonio potrà funzionare?"
"Ma tu lo ami, vero?" Mi chiese con voce quasi preoccupata.
"Certo che sì." Lo guardai. "Solo che non vorrei fare il passo più lungo della gamba."
Annuì comprensivo, mentre mi prese la mano.
"Ti voglio bene Ashton!"
"Anche io." Rispose abbracciandomi.
"Eccoti, ti stavo cercando!" Sentii la voce di Luke e alzai lo sguardo, era proprio davanti a me.
"Scusami, ma davvero lì non si respirava così sono uscita ed ho incontrato Ash." Gli spiegai.
"Potevi anche avvisarmi però." Parlò quasi con frustrazione.
"Luke non sapevo dove fossi, sinceramente non so nemmeno dove mi trovo io. Sai? Sei proprio un idiota." Quasi gli gridai addosso.
"Forse è meglio che vada.." disse Ashton alzandosi ed andandosene.
Salutai Ash, per poi tornare a discutere animatamente con il biondo in piedi davanti a me.
Davvero non capiva che avevo ragione io? Diamine Luke, dobbiamo parlare di questo.
"Sai che ti dico? Non voglio vederti per il resto della serata. Verrò a cercarti domani mattina, dato che sono le tre e non ho voglia di guidare, quindi ci vediamo più tardi!" Arrivò a questa conclusione, dopo che ci urlammo in faccia per un buon quarto d'ora.
"Luke ma cosa.."
"Buona serata." Concluse alzandosi e scomparendo tra la folla di gente.
Appoggiai la schiena sullo schienale del dondolo, scuotendo ripetutamente la testa. Mi resi conto di star piangendo solo quando notai il trucco  colato sulle mie dita. Tirai su col naso cercando di calmarmi, ma fu invano dato che le parole di Luke mi avevano colpite dritta nel petto.
Non voleva vedere la sua ragazza fino al mattino dopo, davvero, chiunque farebbe così. Luke era così cocciuto, diamine.
"Stai bene?" Alzai lo sguardo, riconoscendo il ragazzo dalla chioma rossa.
**
Aprì di scatto gli occhi, era giorno. Mi stiracchiai sotto le lenzuola.
"Luke," risi "non immagini che razza di sogno ho fatto stanotte! Hai presente il tuo amico strano, quello dai capelli rossi. Ecco vedi ho sognato di andarci a letto, cristo." Ridacchiai mentre mi giravo dall'altra parte.
Mi rimangiai le parole quando mi resi conto che il corpo che stava beatamente dormendo accanto a me non era Luke, bensì Michael.
Il mio battito cardiaco accellerò e di conseguenza anche il mio senso di colpa. Questa non l'avrei passata liscia, era più che sicuro.

NAMELESSFEDERAICA.
Allora, da come potuto capire, anche perché l'ho scritto in alto, questo è un flashback e ce ne sarà un altro anche nel capitolo successivo. Non li ho messi assieme perché altrimenti il capitolo risultava noioso.
Scusate se non aggiornerò le fan fic questa settimana, ma ho litigato con il mio migliore amico a distanza e l'unica cosa che voglio fare ora è chiudermi in bagno e aspettare la morte. Mi ha davvero ferita. Non sto a fare papiri sulla mia vita privata, quindi vi lascio sperando che il capitolo vi sia piaciuto.
Adios.

Remember me. // he looks so perfect sequel. [completa]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum