Capitolo 12.

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Ricordo il giorno e l'ora in cui il mio sguardo si posò per la prima volta sul ragazzo che doveva essere la fonte della mia più grande felicità e della mia più totale disperazione.
- Freud Uhlan, l'amico ritrovato.

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"Michael, ti prego, no." Parlai con un filo di voce. "Michael, ti prego ascoltami. Non te ne andare, non morire." Cominciai a piangere.

Lo guardai, era pallido e debole.

"Io ti amo." Sussirrai. "Non farmi questo, no!" Gli urlai. Lui mi fissava ma non diceva nulla. I suoi occhi sembravano spegnersi.

"Se ne deve andare, ragazza." Parlò con arroganza un'infermiera quando entrò nella stanza.

"Quindi aspetta, gli hai detto 'ti amo', sei consapevole, vero?" Mi interrompe  Hayley.

"Sì Hay. È la mia storia, so cos'ho detto e cos'ho fatto." Rispondo bevendo un sorso di tè caldo.

Lei mi sorrise, incitandomi a continuare.

Dopo che l'infermiera mi cacciò, decisi di tornare a casa. Il freddo pungente mi colpiva il viso mentre camminavo per la strada. Non mi avevano nemmeno detto perché Michael stava per morire, avevo visto il suo corpo completamente esangue, mentre era attaccato ad una macchina che cercava di mantenerlo in vita.

Tirai su col naso, mentre tiravo fuori le chiavi di casa dalla borsa.

Entrai nel mio appartamento, buttando la borsa nella poltrona. Le luci erano spente, probabilmente Michelle se ne era andata.

Accesi la luce in salotto, cacciai un urlo quasi assordante quando mi resi conto di non essere sola.

"Luke!" Lo chiamai portandomi una mano sul petto. "Mi hai fatto spaventare."

"Scusa." Si discolpò

"Chi ti ha fatto entrare? O meglio come sei entrato?"

"Dalla porta principale." Rispose alzandosi. "La cameriera mi ha fatto entrare, per convincerla ho usato una scusa: dovevo consegnare dei fiori." Sorrise. "Sono in cucina."

Rimasi un po' sorpresa dal fatto che Luke mi avesse portato dei fiori, ma comunque ne ero rallegrata.

Camminai verso la cucina, trovando appoggiato sull'isola un bellissimo mazzo di rose rosse.
"Ti piacciono?" Domandò alle mie spalle Luke con voce roca.

"Molto." Risposi prendendo il mazzo.

"Le ho scelte rosse. Rosse come l'amore, come la passione."
Merda.

"Quella che avevamo da ragazzi, io e te, ricordi?"

"Perfettamente." Mi girai verso di lui, non dandogli più le spalle.

Si avvicinò con cautela verso di me, costringendomi ad indietreggiare fino a toccare il marmo dell'isola con il sedere.

Si fermò davanti al mio corpo, appoggiò le mani sulle mie spalle e avvicinò le sue labbra alle mie.

Ci baciammo, dopo anni avevo anche dimenticato il sapore delle sue labbra perfette. Sobbalzai quando non sentii più la presenza fredda di quel piercing da me tanto adorato.

Quel bacio casto divenne quasi carnale quando mi sollevò facendomi sedere sul piano della cucina. Le mie mani finirono automaticamente dietro il suo collo, tirando con leggerezza i suoi soffici capelli biondi, le sue sui miei fianchi mentre con le dita spingeva sulla mia carne.

Tutto sembrava come prima, eravamo tornati quelli di una volta: i due adolescenti che se ne fregavano altamente di tutto ciò che li circondava, vivendo la loro vita per il verso sbagliato.

Era tutto così perfetto, così reale, finché non sentì qualcuno piangere, urlare.

"Merda!" Quasi urlai quando mi staccai da Luke. Corsi giù dal bancone, raggiungendo a grandi falcate la camera di mio figlio.

Lo presi in braccio cercando di calmarlo, e fortunatamente ci riuscii.

"Come si chiama?" Alzai lo sguardo notando Luke appoggiato sulla porta. "Luke, io non posso..." risposi cullando il bambino tra le mie braccia.

"Ti prego, ti prego." Sussurrò entrando nella camera.

Sospirai, guardandolo nei suoi profondi occhi azzurri.

"Robert. Si chiama Robert."

Il silenzio rimbobava in quelle quattro mura. Se ne stava in piedi davanti a me con uno sguardo quasi colpevole.

"E poi?" Mi interrompe ancora, aspettando che finisca la mia pausa.

"Queste cose non sono accadute ieri." Rido. "Lasciami qualche attimo per pensare, un giorno anche tu sarai come me."

E poi, beh, vidi le lacrime rigare le guance di Luke.

"Perché?" Mi domandò il biondo con un filo di voce.

"Mi mancavi. Mi manchi tuttora. E sono più sicura che mi mascherai anche in futuro."

"Perché?" Mi chiese ancora.

Rimasi zitta.

"Dillo! Anche se lo so voglio, sentirtelo dire!" Quasi mi gridò in faccia.

Lo guardai dritta negli occhi, boccheggiando, come se mi fossi dimenticata di usare i polmoni.

"Perché io ti amo."

ILARIA.
LUKE E JESS SONO TORNATI!
VI AVVISO CHE STO SCRIVENDO UNA NUOVA STORIA IN COLLABORAZIONE CON inashtonsarms SI CHIAMA CLOSER ED È SU MICHAEL CLIFFORD.
SE VI INTERESSA ANDATELA A LEGGERE, SI TROVA SUL SUO PROFILO.
CON QUESTO HO DETTO TUTTO.
-fede xx

Remember me. // he looks so perfect sequel. [completa]Where stories live. Discover now