Capitolo 10.

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Ti sono mancato stronzetta?

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Un raggio di luce mi colpì dritta in faccia, costringendomi a serrare gli occhi. Mi rigirai nel piumone bianco, non volendo alzarmi e continuare a dormire beatamente. Stranamente d'inverno il letto diventava più comodo la mattina, sarà per via delle piume presenti all'interno del piumone.

Mi misi a sedere sul letto, dando uno sguardo all'orologio. Erano già le nove e mezza, era tardi anche se per la giornata non avevo nulla in programma da fare. Spostai il piumone dal mio corpo, sentendo il freddo colpirmi le gambe, coperte solamente da un paio di pantaloncini da ginnastica. Mi alzai osservando la mia immagine allo specchio: la maglietta del mio pigiama era leggermente spostata da un lato, scoprendomi un po' la pancia, i miei capelli erano un nido di nodi e completamente arruffati, li odiavo per questo. Avevo gli occhi sporchi dal trucco rimanente dalla sera prima, notai sulla fronte ancora qualche brufolo adolescenziale, non credevo ancora di averne, e di sicuro il mio alito non era dei migliori. Sbuffai uscendo dalla stanza, avevo una fame tremenda. Andai a passo spedito verso la cucina, notando una delle cameriere trafficare con alcune pentole. Appena mi sedetti all'isola della cucina, la cameriera si girò mettendomi davanti agli occhi la colazione: un cornetto alla crema, cappuccino e succo d'arancia. Avrei preferito una colazione più basica composta da un toast al burro e del latte caldo, ma anche questa non mi dispiaceva.

"Michael?" Domandai alla cameriera appena mi accorsi che in casa non c'era.

"È uscito, tornerà verso sera." Rispose la cameriera con un accento francese abbastanza marcato, mentre prendeva le mie stoviglie e le metteva nella lavastoviglie.

Mi limitati ad annuire leggermente per poi poggiare i gomiti sull'isola.

"Ha bisogno d'altro?" Mi domandò la cameriera, credo si chiamasse Michelle.

"Mmh? No, grazie stavo solo guardando fuori." Risposi mentre rivolgevo il mio sguardo verso lo skyline newyorkese.

Dopo una buona mezz'ora, mi resi conto che erano mesi che non parlavo con Ashton oppure con mio padre. Ero insicura se chiamarli o meno. Di sicuro mio padre sarà stato in riunione da quando la sua nuova azienda aveva avuto un enorme successo, e poi Ashton, beh semplicemente non volevo disturbarlo, di sicuro aveva cose migliori da fare che parlare con una sua vecchia amica.

Dopo alcuni minuti cominciai a dondolarmi sulla seggiola, cominciando a sentire la noia.

Decisi di vestirmi, mi feci una doccia, per poi vestirmi con un semplice maglione bianco, dei jeans neri e un paio di Ugg color marrone chiaro. Salutai Michelle ed uscii di casa, dirigendomi verso Midtown Manhattan, alla Cooper Enterprise.

Dopo un buon quarto d'ora di viaggio in taxi, arrivai. Entrai nel grande e imponente edificio, ammirando la hall. Devo ammetterlo, mio padre aveva davvero un ottimo gusto per il design.

"Serve aiuto?" Domandò una voce maschile alle mie spalle.

"No, stavo solo dando un'occhiata." Risposi girandomi. Quando vidi la figura dietro di me il respiro mi si bloccò. I suoi capelli erano leggermente più corti, gli occhi più azzurri e il piercing al labbro era sparito. Luke era a due metri da me. Era cambiato, in meglio direi.

Mi girai di scatto, cominciando a camminare verso l'ascensore più vicino, facendo finta di non averlo visto.

"No, aspetta!" Lo sentì dire. Non mi girai, non ci feci caso, Luke Hemmings doveva sparire dalla mia vita. Di nuovo.

Entrai nel primo ascensore libero, mi girai solo per vedere le porte chiudersi e un Luke a qualche metro da me quasi in lacrime. Respirai profondamente, merda, se fossi rimasta a casa tutto questo non sarebbe mai accaduto.

Premetti un piano a caso, più lontano  stavo dal biondo meglio era.

STOCKHOLM SYNDROME.
OKAY AMO QUESTA CANZONE. Anyway eccomi tornata! Scusate se sono mancata per così tanto ma la scuola mi fa schifo, non ho un momento libero, giuro! Scusate per il capitolo caccoso, il prossimo sarà di sicuro migliore dato che capiterà qualcosa di brutto a qualcuno, oops.
Lol, vi sono mancata? Haha

-Fedss

Remember me. // he looks so perfect sequel. [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora