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"Vivemus,mea Lesbia,et amemus>>

Ventidue anni prima.
Lesbo,Grecia

<<Guarda come sei carina,Saffo>> sua madre le spazzolava i capelli color verde spento dalla strana acconciatura: corti dietro con due lunghe ciocche davanti che ricadevano morbide sulle spalle. La ragazza osservava i suoi occhi bicromatici nel riflesso dello specchio,concentrandosi prima su quello verde (come quelli del padre) e poi su quello azzurro (come quelli della madre).
Lei sorrideva,nel frattempo,continuando a spazzolarle i capelli mentre la bambina si rigirava i pollici seduta scomposta sulla sedia.
"Mamma è una persona gentile" si ripeteva Saffo,nella sua mente "mamma è una persona gentile sempre tranne che al lavoro".

I suoi genitori facevano lo stesso lavoro: erano le guardie del corpo del presidente in Grecia,ed erano al suo servizio da tantissimi anni. Quando Saffo era nata,sua madre aveva iniziato a portarla con sè sul posto di lavoro,affidandola a qualche domestica o alla balia personale che pagavano perchè li seguisse in ogni posto,e così  venne cresciuta giocando con i bambini delle famiglie nobiliari e con gli agi di passare gran parte del tempo nella casa del Presidente.
Sembrava una vita invidiabile e spensierata,ma Saffo conosceva bene anche l'altra faccia della medaglia.
Spesso sua madre diventava improvvisamente sadica e violenta,ogni tanto aveva degli attacchi isterici che sembrava le facessero perdere la testa,e in battaglia diventava una persona spietata e senza cuore. Come poteva riconoscere in lei il volto di sua madre? Oppure come poteva non vedere quella stessa donna senza pietà nella madre che ora le accarezzava la testa con dolcezza?

<<Saffo>> la voce materna la richiamò alla realtà.
<<Si,mamma?>> rispose lei,guardandola.
<<Dobbiamo andare,oggi è un giorno speciale,ricordi?>> la donna invitò sua figlia ad alzarsi,e le sistemò il lungo vestito bianco con gli orli rosa che le aveva comprato appositamente per quel giorno.
I suoi occhi si illuminarono guardando quel piccolo bocciolo di bellezza così simile a lei.
<<Oggi il Presidente andrà a visitare un ospite importante e suo figlio,e tu sei invitata a partecipare al suo ingresso!>> sua madre le afferrò le manine,facendole battere l'una contro l'altra e provocandole una risata limpida.
Suo padre,vestito esattamente come la madre (uniforme e giubbotto antiproiettile) sbucò da una stanza adiacente e si prese un attimo per ammirare le due donne della sua vita,per poi correre verso di loro e prendere in braccio sua figlia tra le proteste della madre che diceva di averle appena sistemato il vestito. In fondo,erano una famiglia felice.

[...]

Dalla limousine Presidenziale i colori delle strade apparivano alla bambina come macchioline che si mischiavano e separavano tra loro creando forme sempre diverse.
Non mancava molto al luogo dell'incontro, perciò Saffo si sistemò il vestito lisciando le pieghe e controllò nello specchietto che i capelli fossero ordinati così come la madre glieli aveva spazzolati con cura.
Fuori si sentiva il vociare della gente che acclamava il passaggio della grossa macchina,i fischi dei rivoluzionari e i suoni delle trombe e della banda del paese che li seguiva suonando canzoni dall'aria ufficiale.
Saffo era seduta tra il figlio del presidente e Lesbia,la loro cameriera.
Aveva sempre ammirato Lesbia,fino a considerarla quasi una seconda madre: era molto più giovane (aveva circa ventisei anni) e aveva lunghi capelli rossi che ricadevano morbidi in una treccia che portava appoggiata ad una spalla. Aveva i lineamenti dolci e uno sguardo sereno,giocava sempre con lei e cercava di tenerla lontana da sua madre quando le capitava una delle sue crisi (anche se alla fine lei se ne accorgeva lo stesso).
<<Sei molto carina oggi,Saffo>> Lesbia le sorrise,facendola arrossire leggermente: non era per niente abituata alla gente che le parlava,figurarsi ai complimenti.
<<Grazie>> rispose soltanto,guardando fuori dalla finestra.

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Where stories live. Discover now