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"Canto V"

<<Nel mezzo del cammin di nostra vita...>>
<<Stronzate>>
Il luogo era una piccola casetta di Firenze,graziosa,che si trovava in cima ad una salita nella periferia della cittadina che era solitamente così affollata dai turisti in quel periodo. Lì invece era calmo,ecco perchè Dante Alighieri aveva scelto proprio quell'abitazione e non un'altra. 
Le piaceva il silenzio,ma il rumore della vita nel vicinato non era fastidioso e contribuiva a farle mantenere quel rapporto con la realtà che solitamente tendeva a perdere mentre si concentrava nei suoi studi. 
La donna dai capelli rossi,legati in una coda ordinata,sedeva alla sedia girevole della scrivania del suo studio con un libro in mano. Tutti le dicevano che era molto bella oltre che intelligente: capelli rosso fuoco,mossi,occhi di un azzurro intenso nascosti di tanto in tanto dietro le lenti da vista spesse. Lei diceva che non le piaceva come stava con gli occhiali,ma aveva bisogno di metterli dato che leggeva spesso. 

<<Non sono stronzate,Bea>> 
Stesa su una poltrona in quella stessa stanza,con le gambe e la testa poggiate sui due braccioli,c'era una ragazza più giovane di lei di circa cinque anni,infatti ne aveva diciotto. Era molto diversa: aveva lunghi capelli biondi dorati,mossi ma in maniera più spettinata rispetto ai suoi,gli occhi di un azzurro più spento,più bassa e magra ma non in maniera attraente,inoltre aveva almeno due taglie di seno meno dell'altra. 
<<Se gli dici queste cose quando viene a trovarti sono sicura che ci ripenserà sul volerti sposare>> la bionda aveva una cuffia nell'orecchio e ascoltava qualche strano tipo di musica a tutto volume mentre masticava una gomma. 
<<Beatrice Portinari!>> la richiamò Dante con aria severa <<farai meglio a trattarlo bende quando verrà,sono stata chiara?>>
<<Tu non mi dai ordini>> ridacchiò lei. 
Dante sospirò sconfitta,togliendosi gli occhiali. 
Si prese un po' di tempo per osservare le targhe e le medaglie sugli scaffali: erano il suo lavoro di una vita,come scrittrice,come professoressa e come ricercatrice letteraria. Aveva ventitrè anni ed era già professoressa in un liceo Classico non molto lontano da casa sua; aveva realizzato il sogno che la accompagnava fin da quando nemmeno arrivava con la testa al tavolo della cucina. 

Dante chiuse il libro appena sentì il campanello suonare. 
<<Oh,porco il cazzo!>> Beatrice scattò in piedi rischiando di inciampare <<io non lo voglio vedere a quello!>> 
<<Vedere è un verbo transitivo Bea!>> le gridò appreso l'altra ragazza,resistendo di tirarle addosso uno dei pesanti dizionari che aveva sulla scrivania. 
Din Don. 
Si scontrò con la bionda mentre entrambe uscivano dalla stanza,quest'ultima cercava di salie le scale che portavano al piano di sopra senza farsi vedere. 
Dante si guardò allo specchio all'ingresso sistemandosi i capelli e il rossetto,poi aprì con un sorriso smagliante. 

<<Ciao James>> lo salutò con tono melenso,a Beatrice che era ferma sul primo gradino venne da vomitare. 
<<Piccola>> il ragazzo irlandese,dai biondi riccioli,baciò la padrona di casa a fior di labbra,poi rivolse il suo sguardo all'altra ragazza <<ciao Bea!>>
Beatrice gli fece un dito medio da dietro la schiena. 

<<Ciao quattrocchi>> lo salutò per poi correre di sopra,guadagnandosi un'occhiataccia dalla rossa.

Quest'ultima e James si sedettero con una tazza di thè al tavolo della cucina,scambiandosi sguardi pieni d'amore e battute stupide a cui ridevano. Avevano entrambi al dito un anello,il loro anello di fidanzamento. Si sarebbero sposati fra qualche mese. 
<<Come va con Bea? Sa già delle carte?>> domandò il ragazzo abbassando la voce a un certo punto,anche se la bionda era chiusa in camera sua al piano di sopra. 

<<No,non lo sa>> ridacchiò Dante <<è un tipo difficile lei,lo è stata fin da quando i suoi genitori l'hanno affidata a sua madre quando era piccola>>
James si tolse gli occhiali,appoggiandoli sul tavolo. 

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Where stories live. Discover now