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"Vertigini"

Dazai aveva cordialmente accettato la tazza di te che il suo amico Lev Tolstoj gli aveva offerto,anche se in quel momento avrebbe decisamente preferito buttar giù del Whiskey,perchè tutti sanno che non c'è cosa migliore del Whiskey e della buona compagnia per scaldarsi. Tuttavia,in assenza delle suddette cose,il moro si sarebbe accontentato di thè alla mora irpina, servito in una tazzina proveniente da chissà quale ricca famiglia caduta in disgrazia o,più presumibilmente,morta.

<<Ho sentito che sei tornato nella Port Mafia>>
Il biondo parlava con voce bassa e  delicata,anche se somigliava molto a qualcuno in procinto di addormentarsi.
Le mani di Dazai avevano smesso di tremare da poco,quando prese in mano la tazzina offertagli dall'amico.
<<Esattamente>> sorrise con aria cordiale.
Tolstoj sembrò riflettere sulla domanda di cui già conosceva la risposta,come se ne fosse sorpreso.

Si erano ad un piccolo tavolino di legno con due sedie,sul matroneo del piano terra dell'edificio. Le ringhiere,in legno riccamente decorsto con incisioni e piccole parti pitturate in oro,sembrava la cornice di un gigantesco quadro. Dazai rifletté che se fossero stati davvero i personaggi di un quadro avrebbero potuto semplicemente fermarsi lì,in uno degli angoli remoti del mondo,e scegliere una posa che gli piacesse per poi rimanere immobili per sempre.
Molto semplice,molto comodo.
Somigliava molto alla morte in effetti.
Probabilmente in quel momento il suicida capì perché ne era molto attratto: la morte non era altro che la vita impressa su tela.

<<Come sta Mori? Non lo sento da un bel po'>> la voce dell'amico riportò il ragazzo alla realtà.
<<Vecchio,come al solito!>> rise di risposta.
<<E io ancora mi sorprenda che non ti abbia fatto cucire la bocca>> sospirò il russo.
Dazai ridacchiò.
<<Chi gli darebbe ottimi e pessimi consigli se io avessi la bocca cucita?>>

Nel frattempo,gli altri membri della D.A.N.T.E andavano esplorando l'edificio.
Saffo aveva trovato particolarmente interessanti certi volumi sulla poesia greca antica che aveva individuato al piano terra,mentre sul matroneo file e file di scaffali vecchi e lignei si susseguivano per la gioia di Hermann Hesse e la dannazione di Victor.
Il cinquantenne passava il dito sul dorso dei libri ad occhi chiusi,come se solo in quel modo i vecchi tomi potessero svelargli i segreti e le risposte che cercava.
<<Sembri pazzo>> commentò il più giovane.
<<Sai almeno leggere,Victor?>> lo apostrofò lui,la sua pazienza con quel ragazzo tentennava ogni giorno di più.
<<Certo che so leggere! Come faccio secondo te a leggere il biglietto da visita delle dolci donzelle?>>
Avrebbe potuto rispondergli a modo,ma decise di non feriere ulteriormente l'orgoglio del giovane francese.
Senza che se ne fossero accorti,la minuta ragazzina dai capelli verdi si era avvicinata.
<<Frau Saffo>> la salutò Hermann,ma lei parlò che lui non aveva nemmeno finito.

<<Mi stavo chiedendo>> iniziò <<voi due non andate mai d'accordo. Eppure siete gli unici che sono entrati nell'organizzazione insieme. Io,Kano,perfino Dante siamo arrivati da soli. Come mai voi due siete arrivati insieme?>>
I suoi occhietti verdi li scrutavano in cerca di una risposta senza aver nemmeno concluso la domanda.
E difatti una risposta tardò ad arrivare,come se li avesse presi alla sprovvista.
<<Una coincidenza>> borbottò infine il tedesco <<una sfortunata coincidenza di eventi>>
<<Il vecchio ha ragione>> ribadì Victor <<una molto sfortunata coincidenza>>

Dopo ciò,in preda a una tensione e un imbarazzo che Saffo non credeva proprio che una come lei potesse creare,ognuno se ne andò per parti diverse accanto agli scaffali che più li ispiravano,fin quando Dazai,terminata la sua chiacchierata,non li chiamò a raccolta per dargli istruzioni sulle ricerche da fare in quel luogo.

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora