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"Una ragione sola"

Yokohama,mesi prima.

Più che camminare,Graham Young si trascinò all'interno dell'ospedale. Teneva sulle spalle un corpo molto più muscoloso e quindi pensante del suo,cosa che lo rallentava di parecchio,ma riuscì con scaltrezza ad intrufolarsi dall'entrata sul retro dove non vi era nessuno dato che l'edificio era stato fatto sfollare poco prima.
All'interno tutto era statico e silenzioso come se qualcuno avesse premuto il tasto "pausa" a poco prima che aprissero l'ospedale,anche se un bel po' di particolari davano in realtà a notare che prima ci fosse la solita folla a svolgere funzioni ordinarie e non. 

Il dottore inglese,con il corpo in spalla chino sulla schiena,si avvicinò alla cabina dell'ascensore sperando che non fosse stata disattivata dalle guardie in uscita.
<<Andiamo...>> premette più volte il pulsante bianco sperando si illuminasse,e dopo un paio di tentativi con suo grande sollievo le porte metalliche si aprirono e lui entrò nell'abitacolo.
Da sopra la sua spalla,un colpo di tosse roco e strozzato sembrò voler richiamare la sua attenzione.
<<...ham..>> 
L'uomo poggiò il corpo a terra nell'angolo in modo da avere le braccia liber,subito sentì tutte le ossa della sua schiena protestare richiamando a gran voce i suoi quasi trent'anni.
<<Le conviene non parlare,signor Wilde>> rispose al rantolo,premendo un pulsante sul quadrante dell'ascensore,quello con scritto il numero sei <<ha un bel po' di costole incrinate,qualcuna deve aver lacerato il polmone,e questo è solo il motivo per cui non dovrebbe parlare,lasciando perdere tutte le altre ferite ugualmente gr->>
<<GRAHAM!>> stavolta il suono uscì forte e deciso dalla gola del corvino,seguito però da violenti colpi di tosse che macchiarono di rosso cremisi le pareti metalliche.
Graham preferì non assistere alla scena,fissando le porte dell'ascensore chiudersi con una lentezza per lui estenuante. Non rispose al richiamo tuttavia,limitandosi ad appoggiarsi alla parete.

<<Graham,sto morendo>> 
Oscar Wilde si appoggiò con la schiena alla maniglia sotto lo specchio,tentando di reggersi sulle ginocchia. Aveva il volto pallido per la perdita di sangue ed era evidente che non respirasse bene; quello che il dottore ancora non era riuscito a intravedere nei suoi occhi era una qualche sorta di paura,ansia,consapevolezza di star lentamente morendo. Non aveva paura? Lui al suo posto sarebbe stato terrorizzato,lo era stato in un paio di occasioni in vita sua in cui si era apparentemente messo contro le persone sbagliate.
<<Ti salverò>> rispose girandosi i pollici,il suo tono però era chiaramente incerto,si chiedeva se Wilde potesse indovinarne il motivo.
<<Non importa>>
La risposta fece sussultare l'altro per un secondo.
<<Non importa?>>
Chiese,la lucina dell'ascensore era appena scattata dal piano tre al piano quattro,
<<Non importa>> il corvino sorrise amaramente,poi prese un respiro profondo. Infilò la mano nella tasca interna del cappotto,gesto che dovette costargli un bel po' di fatica e dolore dato che l'arto era probabilmente rotto in più punti.
<<Dovresti stare fermo>> fu l'ammonizione che ricevette,ma lui fece un ultimo sforzo per allungare il braccio,nella sua mano era stretto un plico di buste bianche tenute insieme da due elastici,uno verticalmente e l'altro orizzontalmente. C'era qualche macchiolina di sangue sul retro dell'ultima,ma nel complesso sembravano aver resistito abbastanza bene allo scontro; chissà da quanto tempo le aveva con sè.
<<Cosa sono?>> Graham si affrettò ad afferrarle per permettergli di ritirare il braccio.
<<Il mio testamento>> Oscar sorrise amaramente,ma anche con una punta di divertimento nello sguardo.
<<Non morirai>> rispose l'inglese meccanicamente.

Le porte dell'ascensore si aprirono,Graham prese nuovamente il spalla il compagno mentre camminava verso una specifica stanza dell'ospedale. 
Si fermò davanti e bussò tre volte ma non ricevette alcuna risposta.
Il suo cuore iniziò a martellare violentemente nel petto e per un secondo desiderò di non dover mai aprire quella porta. Non voleva assistere allo spettacolo più spezzacuore della sua intera vita.
<<Sono morti>> 
L'uomo desiderò tirare un cazzotto all'inerme consulente criminale che portava in spalla,ma si trattene. Preso un bel respiro mise la mano sulla maniglia ed aprì la porta con una forza che non credeva di avere in quel momento,con un peso di sessantacinque chili addosso. 
Ma quando guardò dentro il suo cuore sembrò alleggerirsi per qualche secondo: la stanza era a dir poco a soqquadro,ma gli unici due lettini lì presenti erano vuoti. 
<<Non sono qui>> constatò Graham,cercando di tornare alla realtà. Era strano che non ci fossero,dove potevano andare due persone all'ultimo stadio di un'intossicazione da veleni? E se fossero morti e li avessero portati via prima di loro? Eppure l'ospedale era stato sfollato poco tempo prima,Chuuya era corso da lui a prendere quello che credeva essere l'antidoto e da allora non poteva essere passata più di mezz'ora.
Oscar picchiettò sulla spalla del medico con un dito per richiamare la sua attenzione.
<<La porta>>
Graham si girò a guardare: una forbice aguzza,di quelle solitamente usate per tagliare la garza,era conficcata nel legno dello stipite della porta.
E se avessero usato le loro ultime forze per combattere e cercare di scappare?
<<Sono fuggiti!>>
Esclamò,la sua voce tradì una nota di sollievo di cui egli stesso si sorprese.
<<Conosco Osamu. Ho un'idea di dove possa essere>> Wilde si intromise nuovamente <<ti guiderò,ma devi muoverti. Sento che sto per perdere di nuovo conoscenza>>

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora