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"È sbagliato amare un uomo morto?"

Quattro anni prima,Yokohama.

Che il mondo era un posto crudele i membri della Port Mafia lo sapevano già, e sapevano anche che l'unico modo per sopravvivere in quel caotico miscuglio di vite umane era attaccare prima di essere attaccati.

Kanoko Okamoto aveva abbracciato questa filosofia di vita con tutt'altro che riluttanza. Figlia di una famiglia di importanti criminali vissuti per generazioni ad Osaka,si era trasferita a Yokohama per unirsi a una delle organizzazioni mafiose più pontenti sul territorio Giapponese,la Port Mafia.
Al tempo in cui si recò al grosso edificio che rappresentava la sede centrale per la prima volta,Mori Ōgai era soltanto un medico,e il Boss in carica tiranneggiava sulla città seminando morte e distruzione. Quella ragazza lo aveva colpito fin da subito,lo sguardo gelido ma un sorriso caldo e accogliente capace di ingannare chiunque,quella spietata predilezione per le torture e per il sangue e il suo spirito d'iniziativa; l'aveva  presa senza esitazione con sè come sua allieva.

Da quando era lì aveva commesso 65 omicidi e quasi 100 torture,sfatando così qualsiasi pensiero,da parte dei maschi adulti dell'organizzazione,di poter giocare con lei o trattarla diversamente solo perchè era una ragazza.

<<Mamma,papà>> Kanoko,vestita di nero da capo a piedi come tutti in quell'organizzazione,stava seduta su un muretto fuori dall'edificio,rievocando con la memoria il giorno in cui si era seduta su quello stesso muretto per la prima volta,al termine della sua prima giornata di lavoro come membro della Port Mafia.
Ogni tanto si chiedeva se la sua indole malvagia fosse il frutto di una trasmissione di geni copiati fin troppo bene,o qualcosa che nella sua personalità sarebbe esistito seppure fosse stata figlia di gente onesta. Sta di fatto che se c'era una persona mortale che potesse incarnare il sadismo,la cattiveria pura e innata,quella era lei. Una ragazza così carina,dicevano,con i suoi lunghi capelli biondi legati in uno chignon al lato della testa e gli occhi azzurri come il mare; nessuno si sarebbe aspettato che avrebbe salito la scala sociale con tanta facilità proprio grazie alla sua vera natura.

<<Sto bene,sono solo un po' stanca..>> guardava il cielo tingersi dei colori del tramonto,mentre con una mano teneva il cellulare accanto all'orecchio e ascoltava la voce di sua madre e suo padre che le rivolgevano parole affettuose. La sua vita non aveva proprio nulla che non andasse,Kanoko si riteneva una delle poche persone sulla terra che con tre desideri non ci avrebbe fatto proprio nulla,dato che aveva già tutto ciò che voleva.

Mentre parlava,una figura le si avvicinò: cappotto nero,sguardo truce.. Già sapeva di chi si trattava ancora prima di poterlo identificare.
<<Devo richiamarvi..>> sospirò <<vi voglio bene>>
Portato via il cellulare dall'orecchio e premuto il tasto rosso che indicava la chihsura della chiamata,la giovane mafiosa si concesse di alzare gli occhi e di incontrare lo sguardo dell'individuo che le stava davanti. Sorrise,con la solita aria gentile di chi però si trova un gradino più in alto del suo interlocutore,e minaccia di spingerlo ancora più in basso.

<<Dimmi tutto,Akutagawa>>
Akutagawa,con le mani nelle tasche del cappotto che ondeggiava a causa del vento crescente della sera,la osservò per un po' prima di iniziare a parlare.
<<Avete visto Dazai-san?>>
Alla bionda scappò una risatina.
<<Scusami,scusami.. È che sono giorni che circola la voce che Dazai ci abbia traditi,non lo sai?>>
Akutagawa sembrò accusare violentemente il colpo.
<<Tornerà,Dazai-san non ci tradirebbe mai>> la sua frustrazione fu  tradita dal progressivo alzarsi del suo tono di voce.
Kanoko non provò pietà,anzi,il suo viso si rabbuiò e la sua voce divenne un sibilo.
<<Ryūnosuke,ascoltami ora perchè non te lo ripeterò una seconda volta>> si alzò,avvicinandosi a passi lenti e misurati verso il più giovane,che invece rimase immobile. Quando fu giunta proprio davanti a lui,così vicina che finalmente si potè notare la differenza d'altezza che la rendeva più slanciata anche grazie ai tacchi altissimi che portava,riprese a parlare.
<<A volte le persone fanno cose che non ti aspetteresti. Un lupo è un lupo solo se sta nel branco con altri lupi,ma se un lupo diventa amico delle pecore..>> un sorrisetto comparve sul suo volto,come un invito implicito o una richiesta silente <<...diventa una pecora anche lui a lungo andare. E cose fanno i lupi con le pecore,Akutagawa?>>
Il ragazzo dai capelli corvini sembrava frustrato come non mai,forse all'idea che l'unico uomo che stimasse davvero li avesse traditi,o forse che fosse una ragazzina che glielo stava ricordando.
<<Le sbranano>> disse infine,probabilmente trovando una risposta interiore.
Kanoko si allontanò,sorridendo di nuovo come prima.
<<Non dimenticartelo>> disse,girando improvvisamente i tacchi e andandosene,lasciando il giovane lì,fermo,a osservare la sua figura con lo stesso odio negli occhi di quello che aveva quando guardava Dazai.

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Where stories live. Discover now