Capitolo 3

1K 43 5
                                    

MARTINA

Appoggio la coppa di gelato alla nocciola davanti alla mia migliore amica, seduta al piccolo bancone della mia piccola cucina. Dopo aver chiamato mia madre e avergli spiegato come è andato il mio colloquio, mi sono rinchiusa in casa con Mechi, che gentilmente si è offerta di farmi compagnia ancora per un po'. << E' andata come è andati Tini, non fartene una colpa, tu sei così e non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da un'arrogante milionario >> mi sorride lei, mentre raccoglie i suoi capelli biondi e si affretta a gustare il gelato. << Dovevo tenere la bocca chiusa >> brontolo io, reagisco sempre così quando mi si mettono difronte cose che non mi piacciono, ma poi ci penso e me ne pento, mi dico che avrei potuto rimanere più calma, più composta, invece sono scattata come una molla e non posso farci nulla, è nella mia indole essere così, non posso purtroppo farci niente, solo che ho perso una delle chance più importanti che mi si sono presentate fino ad ora. Il campanello suona e dal citofono vedo mia madre, le apro il portone mentre aspetto che salga. Appena apre la porta di casa mia, la prima cosa che fa è guardarmi con tanta dolcezza. << Tesoro >> viene ad abbracciarmi e poi accarezza il volto di Mechi salutandola. << Mamma Margaret è arrivata in soccorso >> sorride la mia migliore amica, mia madre alza i suoi occhi scuri nei miei dopo aver abbandonato la borsa sul divano, << Vedrai che avrai molte altre occasioni Tini, è solo il primo colloquio che fai... però cerca di frenare la lingua la prossima volta >> mi fa un piccolo rimprovero lei e poi ridacchia, << Ho già spedito qualche altro curriculum quando sono tornata, speriamo bene >> mi auguro da sola di trovare presto un posto di lavoro che mi permetta di iniziare la mia carriera. << Hai per caso sentito tua sorella? E' da questa mattina che non è pervenuta >> mi chiede poi mia madre, << Mi ha scritto un'oretta fa più o meno, voleva alcune dritte su come gestire gli studi all'università >>, << Almeno con te si fa sentire >> brontola, la donna che mi ha messo in vita, premurosa, << Sarà emozionata è il suo primo giorno all'università, avrà davvero un sacco di cose da fare, me lo ricordo benissimo il nostro primo giorno lì >> mi guarda Mechi, << Già non potevamo nemmeno respirare >> sorrido ripensandoci. Io e Mechi ci siamo conosciute quel giorno, dividevamo lo stesso alloggio all'università, siamo diventate inseparabili anche se molto diverse, quasi completamente diverse. Lei fa parte di un mondo che da me è molto lontano. Per pagarsi una parte degli studi di giurisprudenza ha iniziato a fare la modella, non la biasimo è di una bellezza disarmante, quei suoi tratti spigolosi, il viso particolare, il corpo che sembra scolpito da un artista. Il suo sogno più grande è essere un avvocato, ora ha iniziato a lavorare per un piccolo studio, assistendo un avvocato e imparando sul campo da lui, però continua a fare la modella, ormai per lei è diventata un passione ed è molto richiesta per le copertine, i cartelloni pubblicitari e anche per le sfilate. Ha una vita frenetica, tra party galanti e feste, a cui ama partecipare, mentre io non sono proprio così, esco e mi diverto, ma quel mondo non fa parte di me, nemmeno un po'. Lei è diventata fondamentale per la mia vita, c'è sempre stata e ho la sicurezza che sempre ci sarà. Il mio telefono inizia a suonare mentre mia madre ancora si sta lamentando per mia sorella e Mechi ridacchia alle sue parole, lo afferro e noto un numero che non avevo mai visto prima, senza pensarci rispondo, sperando che sia qualche altra azienda che mi vuole fissare un colloquio. << Pronto >> rispondo io, << Salve signorina Stoessel, sono Alba della Blanco Enterprise >> sento dire dall'altro capo, io rimango senza fiato per qualche secondo e quella strana sensazione di soggezione mi invade ancora. << Salve >> rispondo semplicemente io, mentre le due donne nella mia cucina mi stanno fissando per capire, << Volevo informarla che è stata assunta nella nostra azienda, la aspettiamo Lunedì mattina alle otto in punto >>. Rimango in silenzio e senza parole, è impossibile, non può essere. << Signorina Martina, c'è ancora? >> chiede la voce della segretaria, << Deve esserci un errore >> blatero io senza sapere bene cosa dire, << Non c'è nessun errore >> risponde tranquillamente lei << Mi è stato detto di contattarla per il lavoro >>, << O-ok >> balbetto io, << Allora a Lunedì mattina, alle otto, puntuale >> precisa lei << Arrivederci >> e riaggancia. Io sono ancora sotto shock, come è possibile tutto questo, non ho fatto sicuramente una bella figura a quel colloquio, ho notato l'irritazione di quell'uomo nei suoi occhi. << Tini >> mi chiama mia madre << E' tutto apposto? >> chiede vedendomi visibilmente scossa, << Penso di sì >> appoggio il mio telefono sul bancone, << Quindi hai un nuovo colloquio? >> mi guarda entusiasta Mechi, << Non esattamente... ho un nuovo lavoro >> la correggo io << E dove? >> borbotta confusa, << Alla Blanco Enterprise >> dico senza nemmeno crederci, << Ma hai detto che... >> inizia a parlare mia madre, << Lo so cosa ti ho detto e non so perché mi abbia assunta >>, << Avrai fatto colpo tesoro, insomma hai un curriculum che fa invidia e sono sicura che lui abbia notato le tue potenzialità >>, ma io non credo che sia così. Mechi prima di andarsene mi promette che il giorno seguente mi avrebbe portato alcuni abiti adatti al mio nuovo lavoro, ho pregato di non farlo, ma lei insiste parecchio, dice che i vestiti parlano per te e che mostrano il tuo carattere, invece io credo che lei sia semplicemente pazza. Mia madre cerca di darmi conforto, << Perché sei così preoccupata? >> mi stringe leggermente, << Perché non lo trovi strano? >>, << Forse, ma sei intelligente e in gamba Martina, credo che molti vorrebbero averti al loro fianco >> mi fa un dolce sorriso lei. La domenica sembra non passare più, questa mattina Mechi mi ha portato un sacco di vestiti, come sempre ha esagerato. Li trovo molto belli e adatti per una assistente, ma ora dove li metto tutti questi abiti, alzo gl'occhi al cielo pensandoci. Verso sera l'agitazione prende il sopravvento, inizio a mangiare chili di gelato, come faccio sempre quando il mio cervello va in tilt. Prendere sonno non è stato facile. Guardo la mia figura nello specchio della mia camera, ho optato per una gonna e una camicetta di tonalità chiare e un paio di décolleté nere. Cerco di controllare il mio respiro durante il breve tragitto in macchina, ma sembra quasi impossibile. Alba mi saluta con un grande e gentile sorriso, << Bentornata >> si sistema qualche ricciolo fuori posto, mi fa cenno di seguirla. Attraversato il corridoio mi trovo di fronte ad una porta, non tanto lontana da quella gigante dell'ufficio del capo, appena facciamo capolino capisco che siamo finite nel piccolo ufficio comunicante, dall'altra parte della vetrata guardo quella stanza e i ricordi del colloquio si fanno spazio nella mia testa, per fortuna Alba mi riporta con i piedi per terra, spiegandomi delle semplici cose. Il mio nuovo ufficio è piccolo ma accogliente, ha una scrivania con una piccola e verde pianta su un angolo, un computer di ultima generazione, una scaffale pieno di faldoni, fogli, libri. E' un ufficio già completo di tutto, pensavo di dovermi comprare materiale da cancelleria e invece mi sbagliavo. << Per il caffè o quando ti servirà il pranzo devi chiamare questo numero >> mi indica un post-it attaccato allo schermo del computer, << Arriverà il fattorino a portarti tutto ciò che vuoi, tutto a spese dell'azienda ovviamente >> fa un piccolo sorriso e poi apre la porta di vetro comunicante. << Può aspettare il signor Blanco qui arriverà a momenti >> fa un altro sorriso mentre varco la soglia e quella strana sensazione dentro di me si amplifica, sono ancora qui, in questo ufficio, con queste strane sensazioni addosso e non so come ci sono finita. Alba sparisce per andare alla sua postazione, mi accomodo su una poltroncina, ma l'agitazione non mi fa stare calma, mi guardo intorno e mi avvicino alla libreria ricolma di libri, molti sono libri di economia o che comunque riguardano il business, ma ci sono anche molti romanzi, soprattutto i classici. Afferro il Grande Gatsby, ricordo ancora quando a scuola ci fecero fare un'analisi di questo libro, di come ho iniziato ad amarlo, credo sia uno dei miei preferiti. Sfoglio piano le pagine nel silenzio più assoluto. << Non c'è confusione così confusa come quella di una mente semplice >>, una voce profonda che cita una parte del libro mi raggiunge, mi giro di scatto quasi spaventandomi. Mi ritrovo davanti l'amministratore delegato, mi chiedo come abbia fatto a comparire così dal nulla. Rimetto subito apposto il libro, mentre lui mi scruta attentamente, senza dire più nulla. << Signor Blanco >> borbotto io, ritrovo il mio coraggio quando mi volto a guardalo ancora, scontrandomi con i suoi occhi verdi che mi stanno studiando.


Autore: Eccoci arrivati al terzo capitolo. Spero che vi piaccia! A presto, anzi a prestissimo con il prossimo capitolo. 

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
My Dear Boss (Jortini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora