Capitolo 34

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JORGE

E' Lunedì mattina e non sto più nella pelle. Non vedo l'ora di rivederla, di vederla entrare nel suo ufficio e poterla osservare. Non so cosa mi prende, ma sono agitato, ho addosso una carica che mai ho avuto in vita mia. Entro in auto dopo essermi preparato, << Buongiorno James >> gli sorrido io, << Buongiorno signor Blanco, sembra di buon umore oggi? >> commenta lui, io lo guardo, << Si lo sono >> rispondo solamente e partiamo per andare in azienda, finalmente. Per tutto il tragitto, anche se breve, continuo a picchiettare il piede, sono in ansia, ho bisogno di vederla, di capire che è reale il fatto che lei torni. Non avevo più speranze, quando sono andato da lei per chiederle di tornare, non sapevo come poteva reagire, non sapevo se avrebbe accettato. Ma quando mi ha detto di sì, il mio cuore ha ricominciato a battere. Anche se ad un patto, tenere una debita distanza tra noi. Sarà difficile, ma piuttosto di perderla, di non vederla mai più, sono pronto a fare ciò che mi ha chiesto. Ho voglia di guardarla, di osservarla mentre mordicchia la sua matita, o quando gioca nervosamente con i suoi capelli. Ho quasi i brividi se ci penso. La mia agitazione aumenta quando sono in ascensore, non l'ho ancora detto a nessuno che sarebbe tornata, ho quasi paura che non sia vero, che lei in realtà non tornerà mai. L'ascensore si apre e Alba è indaffarata con un sacco di carte sul bancone, << Ciao Alba >> le dico io, lei non si è nemmeno accorta della mia presenza, si spaventa e alza gl'occhi su di me, << Scusa, non ti ho proprio sentito entrare, ho un sacco di roba da fare >> si lamenta lei. Senza assistente, senza Martina, il lavoro è aumentato per tutti. Io le sorrido piano, << Non preoccuparti, da oggi tornerai al tuo solito lavoro >> le dico io e lei confusa mi scruta, << Hai assunto una nuova assistente senza dire nulla? >> chiede, << No, non ho assunto una nuova assistente Alba >> le rispondo io. Nel suo sguardo noto che è stranita. << Torna Martina >> rivelo io e non mi sembra ancora vero, Alba sgrana leggermente gl'occhi, << Davvero? >> chiede speranzosa, << Si davvero, dovrebbe arrivare a momenti >> trattengo un sorriso, perché pensare che fra poco lei sarà qui, di nuovo, mi rende felice. << Oh Grazie a Dio >> si trattiene dal saltellare di gioia << Hai fatto la cosa migliore e vedi di non farla scappare ancora >> mi minaccia, << No questa volta rimarrà qui con noi >> le prometto. Il suono dell'ascensore che arriva ci fa trattenere il respiro ad entrambi e appena le porte si aprono, la vedo. La vedo e mi sento bene, leggero, calmo. << Sei qui >> sento Alba dire ed è la stessa cosa che avrei voluto dire io, esce dal dietro il bancone e la abbraccia << Mi mancavi sai >> le fa un dolce sorriso poi, << Anche tu >> le risponde semplicemente lei, mentre io ancora la osservo. I nostri occhi si incrociano e mi sembra di rinascere, << Buongiorno >> le dico io, << Buongiorno >> risponde lei e distoglie immediatamente lo sguardo dal mio, come se fosse un pericolo guardarci. Per tutta la mattina non ho fatto altro che osservarla, senza farmi vedere, senza che lei se ne accorgesse. Mi serve, come ad un tossico serve la sua dose. Noto la porta dell'ufficio di Martina aprirsi e Lodo fare capolino, saltella felice e le salta letteralmente in braccio. Martina le sorride, Lodo guarda verso di me e mi fa l'occhiolino. Parlano per qualche secondo e poi mia sorella viene da me, << Perché non me l'hai detto? Martina è tornata e tu non mi dici nulla? Cattivo! >> mi rimprovera lei, << Stai calma Lodo >> cerco ti fermarla << Volevo essere sicuro che si sarebbe presentata prima di dire a tutti che sarebbe tornata >> le spiego, << Ok, ma a me dovevi dirmelo >> insiste, << Tu non mi dici tutto >> le faccio notare, lei mi guarda sapendo che è vero, << Si lo so, ma Martina è anche amica mia, quindi dovevi avvertirmi del suo ritorno >>. Bussano alla porta del mio ufficio, << Avanti >> dico senza pensarci e Diego fa il suo ingresso, lo guardo stranito e poi porge un caffè a Lodo che con gl'occhi a cuore gli sorride, << Ciao >> gli sorride lei, << Ciao >> bisbiglia lui, come se fossero innamorati persi. Si guardano per qualche secondo e io mi schiarisco la voce. Diego si volta verso di me, ricordandosi della mia presenza, << Salve signor Blanco >> mi saluta formale, << Diego >> dico semplicemente io. L'imbarazzo riempie la stanza, << Io... io torno a lavoro >> borbotta poi il ragazzo << Ci vediamo stasera >> e fa un sorriso verso Lodo, << Si, a stasera >> risponde sognante lei. Non sono molto contento che mia sorella esca con un ragazzo, e non perché è Diego, solo che ho un senso di protezione alto verso di lei, ma da una parte sono contento, credo che avesse una cotta per Martina, ma per fortuna è arrivata mia sorella che gli ha fatto in qualche modo perdere la testa e io posso stare tranquillo. Lodo fissa ancora la porta da dove Diego è sparito, incantata, io scuoto il capo vedendo mia sorella persa nel suo mondo. Il pomeriggio sembra non passare più e ho sempre l'istinto di guardarla. Esce dal suo ufficio, evidentemente ha qualcosa da fotocopiare o da far firmare a qualcuno, così riesco a concentrarmi per almeno dieci minuti sul mio lavoro. Inizio a preoccuparmi quando non la vedo tornare poco dopo, so che non dovrei, potrebbe essersi fermata a chiacchierare un attimo con Alba. Sta di fatto che mi alzo ed esco dal mio ufficio e mi metto a gironzolare per vedere dove sia. Alba mi dice di non averla vista, allora percorro i corridoi degli altri uffici. << Tu non dovresti essere qui mocciosa, troverò un modo per farti sparire >> sento dire, la voce proviene dall'ufficio di Victoria. << Lasciami >> borbotta poi la voce di Martina, << Devi andartene >> la minaccia lei e poi mentre apro la porta sento un tonfo. Trovo Victoria che la guarda dall'alto e Martina seduta a terra appoggiata al muro che si tiene la testa. Mi avvicino subito a lei, mi abbasso per vedere se sta bene, ma sembra dolorante. Guardo Victoria e credo che lei capisca che sono incazzato nero, non la doveva toccare, come ha osato? << Sei licenziata >> gli dico alzandomi per imporre il mio volere, << Non essere stupido Jorge, non puoi >> mi guarda impaurita lei, << Invece posso eccome... vattene immediatamente >>. Victoria inizia a tremare, << Ma io... >> inizia dire, so benissimo che sta cercando di inventarsi una scusa, << VAI VIA >> le dico furioso. Alba compare sulla soglia, << Che succede? >> domanda, guarda Martina che si lamenta del dolore e poi guarda Victoria, << Accompagnala fuori Alba e non farla entrare mai più >>, << Con piacere >> esclama la riccia soddisfatta. Victoria scuote il capo e le si riempiono gl'occhi di lacrime, Alba si avvicina a lei, << Devi uscire >>, << Tornerai da me >> mi dice poi << Lo sai anche tu >>, non alzo nemmeno lo sguardo. << Stai bene? >> chiedo a Martina quando finalmente Alba è riuscita a farla sparire, << Mi gira la testa >> commenta lei. La faccio appoggiare a me per farla alzare, << Ti porto all'ospedale >> le dico e lei acconsente. Siamo in macchina, James sta guidando, stiamo tornando dopo la visita all'ospedale, per fortuna non ha nulla, ma comunque deve stare attenta per le prossime ore, potrebbe avere una commozione celebrale. Le hanno dato un antidolorifico, ma non sembra funzionare molto, sembra ancora molto scossa. << Tutto ok Martina? >> le chiedo mentre guarda fuori dal finestrino, << Si va meglio... quella è una psicopatica >> mi dice, << Già a quanto pare >> le do corda, << Era gelosa >> dice poi, << Lo so >> respiro piano. E ancora una volta è stata ferita per colpa mia, perché Victoria mi voleva tutto per se. Poi Martina si rende conto della strada che stiamo facendo, << Dove stiamo andando? >> chiede, << A casa mia >> le rispondo senza guardarla perché so che ora si accederà quel fuoco dentro di lei, << Cosa? Perché? Ho del lavoro da finire >>, << Devi riposare >> rispondo, << Ho lasciato tutte le mie cose in ufficio >> insiste, << E' andato a recuperarle James, ora sono a casa mia >>, lei mi guarda confusa, mentre l'auto entra nel garage e si ferma nel mio parcheggio privato. << Voglio andare a casa mia >> si innervosisce, << Non puoi stare sola >> le spiego e apro la portiera, ma lei non si muove, << Martina scendi >> le ordino, << No, voglio andare a casa mia, posso far venire Mechi >> non si schioda, << Mechi è via per lavoro >> le faccio notare, << Come fai a saperlo? >> mi guarda confusa, mentre sono chino sulla portiera per guardarla, << Perché si dà il caso che sia la ragazza del mio migliore amico >> dico, << Già >> si rende conto di non avere scampo. << Ti prego Martina, non puoi stare sola l'ha detto il medico e qui c'è una stanza per gl'ospiti tutta per te e c'è Anita, c'è James e ci sono io >> cerco di farla ragionare, << Non devi lavorare? >> mi chiede lei, << Starò qui con te, disdico gli incontri e posso finire di lavorare da qui >> spiego, << Ah >> sembra stupita, non so da cosa, ma mi sta guardando in modo diverso. Senza dire più nulla scende finalmente dall'auto e io mi rilasso, finalmente si sta facendo aiutare e pensare di essere io a farlo mi fa star bene. Avvertiamo tutti che è tutto apposto, che non ha nulla di grave, ma ha solo preso una botta in testa. Anita le dà un benvenuto caloroso, felice di vederla e poi le prepara la stanza degl'ospiti. La lascio nella sua camera, << Per ogni cosa chiamaci non esitare, io vado nel mio studio >> la avverto e lei annuisce solamente. Torno solo poche ore dopo, ovviamente ero costantemente aggiornato da Anita e la trovo che dorme tranquilla nel letto. Ed è bella, e vorrei tanto stringerla a me. Afferro una sedia lì vicino e mi metto seduto, a scrutarla, ad osservare il suo respiro lento che mi rilassa, a pensare come sarebbe la mia vita con lei. 

Autore: Eccoci qui con un altro capitolo!! Spero che vi piaccia... finalmente victoria se ne è andate e Jorge soccorre Martina portandola a casa sua. Forse si sta rendendo conto che Martina per lui non è solo una semplice ragazza da cui è attratto... A presto con il prossimo capitolo! 


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My Dear Boss (Jortini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora