Capitolo 35

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MARTINA

Mi sveglio tramortita. Sono in un letto enorme e morbidissimo, ci resterei per il resto dei miei giorni se ne avessi la possibilità. Mi ritornano in mente le parole di Victoria, quando sono andata nel suo ufficio per farle firmare dei documenti. Voleva che me ne andassi, che stessi lontana da Jorge, che avrei dovuto farlo per il mio bene. Quando le ho detto chiaro e tondo che non avrei mai fatto ciò che mi ha chiesto, ha iniziato a minacciarmi e mi ha afferrata per un polso. Non so come poco dopo mi sono ritrovata a terra, con la testa che mi pulsava, dopo averla sbattuta al muro. Mi chiedo come posso finirci in queste situazioni assurde. Mi giro nel letto e mi paralizzo, quando vedo addormentato sulla sedia Jorge. Ancora vestito. Sono le sei del mattino e mi chiedo da quanto tempo sia qui seduto. E non posso nascondere che tutto questo mi fa sentire in qualche modo felice, anche se non dovrebbe, come quando ha detto che sarebbe rimasto qui per me, disdicendo gli incontri, e tutti sanno che per Jorge nulla è più importante del lavoro. Forse ho sbagliato a tornare a lavorare con lui, forse non avrei dovuto visto tutto quello che è accaduto. Mia madre invece era davvero contenta quando le ho dato la notizia del mio ritorno in quell'azienda, insisteva sul fatto che io e Jorge avremmo trovato un modo per risolvere la questione, anche se non sa nemmeno di cosa si tratta. Lo guardo, che respira piano mentre dorme, e mi fa una tenerezza infinita. Mi avvicino al bordo del letto e gli tocco una gamba per svegliarlo, << Jorge >> chiamo piano, lui si muove leggermente ma non si sveglia. Picchietto ancora sulla sua gamba leggermente più forte << Jorge >> chiamo ancora e i suoi occhi si aprono mostrando le sue iridi verdi. Ci mette pochi secondi a connettere, prima mi guarda come se fossi un sogno, poi si passa una mano sul viso e tra i capelli, << Come stai? >> chiede preoccupato, << Bene, un po' tramortita, ma bene >> rispondo io e lui rimane lì a guardarmi. << Scusa >> dice poco dopo << E' colpa mia, se Victoria non fosse stata presa da me non ti avrebbe fatto questo >>, << Non è colpa tua >> gli dico io, ma lui non sembra d'accordo, << E invece si Martina, ti ho messo nei casini e ti ho scombussolato la vita ancora una volta >>, << Sapeva benissimo con chi aveva a che fare... lo sapeva che tu non vuoi relazioni, quindi è lei che doveva farsene una ragione... >> cerco di fargli capire, si certo Jorge non è perfetto, ma non nasconde il suo modo di essere, non l'ha mai fatto, tutti sanno com'è, come pensa, quindi se ti innamori di lui pur sapendo come è fatto, lui non può averne colpa. Victoria invece... Victoria voleva farmi del male. << Beh... io comunque ho le mie colpe Martina >> borbotta alzandosi dalla sedia e la rimette al suo posto, << Mi preparo per andare a lavoro... tu oggi hai il giorno libero >> mi avverte poi e io lo guardo confusa, << No, assolutamente, io vengo a lavoro >>, << Non insistere... hai preso una bella botta, oggi è meglio se riposi >> si oppone alla mia volontà, << Ma ho iniziato ieri >> gli faccio notare io, << Non importa Martina, tu oggi riposi... puoi stare qui quanto vuoi e quando vorrai tornare a casa James ti accompagnerà, per qualsiasi altra cosa chiama Anita... chiaro? >>, mi guarda severo e mi manca il fiato, << Ok >> decido di non continuare questa discussione, si stava innervosendo parecchio. << Ora dormi ancora un po', a presto Martina >> mi guarda per qualche secondo prima di andarsene e un vuoto strano mi invade il mio stomaco. E' ormai piena mattina quando scendo dal letto, Anita gentilmente si offre di cucinarmi la colazione e insiste parecchio, << Il signor Blanco mi ha detto di essere a sua disposizione per qualsiasi cosa, se lei vuole la colazione, sarò io a preparargliela >> dice incisa e poi mi sorride, si volta e si mette a lavoro, << Ah signorina Martina, sono molto felice che lei sia qui >> borbotta senza voltarsi, non ne capisco il motivo eppure quelle sue parole sembrano così sincere che mi toccano il cuore. Dopo una colazione abbondante, salgo al piano di sopra per raggiungere la mia stanza, ma passo davanti a quella che sembra la camera di Jorge. Mi affaccio alla porta senza entrare, percepisco il suo profumo che mi piace da morire. Il letto enorme e il pensiero di quante donne ci siano state mi rabbrividisce. L'enorme finestra sulla città, lui ama guardare i paesaggi dall'alto e sono quasi sicura che gli piaccia così tanto perché per lui è come scappare dal mondo, stare qua su è come isolarsi da tutto e lui probabilmente scappa dalle persone, soprattutto dalle donne. Vorrei entrare e appena sto per farlo il telefono che ho in mano inizia a suonare. << Ciao Cande >> la saluto io quando rispondo, << Tini, come stai? Mamma mi ha detto che sei stata all'ospedale >> sembra preoccupata, << Si, ma sto bene Cande, è stato solo un incidente, ho sbattuto la testa >>, << Ciao Martina >> sento poi dire da una voce maschile, << Sei con Ruggero? >> le chiedo, << Si ho appena finito la lezione e ora stiamo andando a prenderci un caffè, comunque menomale che stai bene... sei a casa ora? >> domanda, << Veramente no >> borbotto, << E dove sei? >> mi chiede curiosa, << Sono... sono a casa di Jorge >>, silenzio. Non dice più una parola per qualche secondo, << COME A CASA DI JORGE? >> urla talmente forte che devo allontanare il telefono dall'orecchio, << Cande!! >> sento Ruggero richiamarla deve aver stordito anche lui, << Senti, non pensare a cose strane, sono stata qui perché non ha voluto lasciarmi sola >>, << E perché ti ama >> esclama lei e il fiato mi si blocca di colpo, << Non dire sciocchezze per favore... e comunque fra poco torno a casa >> la freno subito, ma quel pensiero, quel vuoto rimangono dentro di me. Quella sensazione non se ne va nemmeno quando faccio ritorno nel mio appartamento, soprattutto quando mi arriva un messaggio da Jorge preoccupato, "Stai bene? Potevi restare ancora a casa mia, almeno c'erano Anita e James" non mi va che si interessi a me in questo modo, che mi aiuti in ogni cosa, "Sto bene, volevo tornare a casa mia, qui mi sento più a mio agio. A domani e niente obbiezioni" gli rispondo e la sua risposta non tarda ad arrivare, "Sei testarda, per qualunque cosa ti prego non esitare a contattarmi" capisco che si sente un po' in colpa, ma così stiamo esagerando, sembra un fidanzato premuroso e non dovrebbe. Mi ritrovo a parlare con Mechi al telefono tutta la sera, almeno con lei posso sfogarmi su tutto e pure lei ha la sensazione che Jorge provi davvero qualcosa per me, ma io chiudo subito il discorso, per mia fortuna capisce che non voglio assolutamente parlare di questa cose, come se fosse possibile, e ci mettiamo a chiacchierare di Fran e di come sia un gentil uomo nei suoi confronti, devo dire che non me lo aspettavo, ma sono davvero felice per lei. La mattina seguente saluto Alba e lei subito si preoccupa per me, << Allora come stai? Spero davvero che tu stia bene, potevi riposare ancora un giorno, non importa se c'è tanto lavoro, ci avrei pensato io >>, << Tranquilla sto bene >> la tranquillizzo, << Quella maledetta, deve solo sperare che non mi incontri per strada >> ha questo senso protettivo nei miei confronti che mi fa sorridere. Quando entro nel mio ufficio, noto subito che in quello di Jorge c'è la madre, che mi saluta con una mano e poco dopo mi fa gesto di raggiungerla. << Come stai cara? >> mi chiede, Jorge deve avergli detto ciò che è successo, << Sto bene Cristine >> le sorrido io, << Quella donnaccia, non mi è mai piaciuta, ti faceva il filo solo per i suoi scopi >> dice rivolta a Jorge, se saprebbe che in realtà il figlio con lei ci è stato eccome credo che lo strozzerebbe all'istante, << Ora se ne è andata >> commenta lui, << E per fortuna... che persona farebbe mai del male a questa ragazza? Una letteralmente psicopatica >>, sorrido alle parole di questa donna che mi sta tenendo la parte << E poi non capisco, perché aggredirla così? >> si chiede. Io e Jorge ci guardiamo, << Abbiamo avuto un diverbio e lei si è alterata, le avevo fatto notare un errore e non le è piaciuto >> mento io e Cristine mi guarda con sospetto, << Comunque ora il problema è risolto e tu vedi di non permettere mai più a nessuno di farle del male >> punta il dito contro il figlio, << Nessuno gli farà più del male >> risponde lui e sembra tremendamente serio da farmi venire i brividi. << Ora ti lascio al tuo lavoro... sono passata per metterci d'accordo sul regalo di compleanno per mio marito >> sorride dolcemente la donna ancora follemente innamorata del suo uomo, << Sabato ci sarà la festa e sto organizzando tutto alla perfezione, ci sarà l'orchestra, un banchetto con le sue pietanze preferite di tutto il mondo, sarà tutto pieno di fiori, ma avrà un aria mascolina >> mi racconta lei, << Sembra fantastico >> commento io e lei ad un certo punto sgrana gl'occhi, come se un'idea le fosse balenata in testa. << Perché non vieni anche tu, a mio marito farebbe molto piacere e anche a Lodo >> sgancia la bomba lei e io mi maledico, come posso dirle di no, sembrerei una maleducata, << Già potresti venire... ti piacerà >> si intromette Jorge, << Vedi, sei la benvenuta... insisto >> si mette una mano sul petto speranzosa. Jorge mi fissa e io mi sento in trappola, << Ok, ci sarò >> confermo per la gioia di questa donna, ma forse anche per quella di Jorge che nasconde un sorriso.


Autore: Eccoci qui con un altro capitolo. Jorge è ancora molto apprensivo con Martina e si preoccupa per lei, mentre lei fa di tutto per evitare queste cose ma sembra di non poter sfuggire. Cosa succederà ora?? A domani con il prossimo capitolo! 

 Cosa succederà ora?? A domani con il prossimo capitolo! 

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My Dear Boss (Jortini)Where stories live. Discover now