Capitolo 26

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JORGE

E' ormai da venti minuti che Victoria è nel mio ufficio, mi sta parlando ininterrottamente di cose che so già. Mi mostra documenti che ho già visto e mi fa domande di cui dovrebbe sapere già la risposta. Nel frattempo controllo la porta dell'ufficio di Martina e mi sembra strano che non sia ancora qui, è in ritardo di almeno un quarto d'ora, spero non le sia successo nulla. Non posso negare di pensare ancora a lei, a quella notte che è rimasta impressa nella mia testa. << Jorge mi stai ascoltando? >> chiede lei quando mi vede incantato, << Si, si ci sono, ma non capisco perché mi stai dicendo tutte queste cose >> brontolo io guardandola nei suoi occhi azzurri di ghiaccio. << Ti sto facendo un resoconto, sono una dipendente efficiente a tutti gl'effetti, non solo per il tuo piacere >> si lamenta poi lei. Se crede che sia qui solo perché facciamo sesso si sbaglia di grosso, anzi quello è solo una distrazione, un divertimento, niente di più. Credo che nella sua testa pensi che lei sia la mia, come dire, "preferita", ma non è così, io non ho mai una preferita, io lascio fuori ogni tipo di emozione, di sentimento quando sto con una donna, con tutte... o forse non proprio con tutte. << So già tutto quello che devo sapere, è la mia azienda non mi devi ripetere cosa è successo in questi ultimi mesi >> le dico in modo semplice per fare in modo che capisca che non mi importa quello che ha da dire, anche perché mi sembra più una scusa per passare del tempo con me e provocarmi, ma stranamente le sue provocazioni non hanno più effetto su di me, non mi scatenano niente, non mi fanno più scaldare. Il mio unico pensiero in questo momento è Martina e dove si è andata a cacciare. Victoria si alza in piedi e raddrizza la spalle, << Ok come vuoi non ti farò perdere altro tempo >> esclama, ma sembra soddisfatta di qualcosa che non capisco, si dirige verso la porta, prima di aprirla si volta verso di me << Se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi chiamarmi >> dice sensuale e poi sparisce. Scuoto il capo, non credo che smetterà mai di provocarmi. Picchietto le dita sulla scrivania, indeciso se contattare Martina per sapere dove sia, ma poco dopo la vedo comparire. Il mio cuore stranamente inizia a battere più forte e tutta l'ansia che mi stava invadendo se ne va. E' qui, è arrivata e io sto ricominciando a respirare. Ci scambiamo un breve sguardo che mi fa venire i brividi, ho come la sensazione che sia arrabbiata, anzi furiosa. Vorrei tanto andare da lei e chiederle quale sia il problema, ma non posso, ho promesso che avrei mantenuto le distanze, che non sarei più andato oltre il rapporto di lavoro, se insisto, se peggioro le cose, potrei rischiare di perderla. Mi metto a lavoro, ma faccio quasi fatica a concentrarmi, perché mi ronza sempre lei in testa. Sento bussare alla porta e poco dopo fa capolino mio padre, << Ciao figliolo >> mi saluto, << Che ci fai qui? >> domando io alzandomi appena si avvicina a me, << Ero qui nei dintorni e sono passato a vedere come stavi >> mi sorride, << Sto benissimo e va tutto alla grande >> o quasi. << Bene >> mi sorride e poi si volta verso Martina, le sorride e le fa un cenno come per salutarla, lei ricambia con un dolce sorriso. << Sei fortunato ad avere un assistente così in gamba >> borbotta e mi scruta, << Si lo sono >> ammetto, perché è vero, non posso lamentarmi per quanto riguarda il lavoro, lo fa con un efficienza che pochi hanno ed è dotata di un intelligenza spiccata. Sul resto potrei dire tante cose, il suo carattere sfacciato e audace, il suo modo di rimproverare, il suo modo di scatenare tempeste dentro di me che mi confondono, che mi mandano in tilt. Mio padre si schiarisce la voce come per richiamarmi dallo stato di trans in cui sono entrato. << Ti senti bene? >> domanda poi << Sembri pensieroso >> commenta, << Si, si ho molte cose da fare e stavo pensando come organizzare il resto degli impegni, ho molte persone da incontrare e degli accordi da rivedere >> spiego anche se non è il reale motivo. La porta si apre e Lodo fa capolino nel mio ufficio stringendo in mano una tazza di caffè, << E tu da dove sbuchi? >> chiedo guardandola confuso, << Era con me >> a rispondere è mio padre, << E dove sei stata fino ad ora? >>, << Sono passata in caffetteria a prendermi un caffè >> risponde facendo finta di nulla, << Ha insisto tanto per venirti qui a trovare >> svela mio padre e tutto mi è subito chiaro. << Bevi troppo caffè ultimamente >> le dico io sperando che capisca, << Lo fa solo perché vuole vedere quel ragazzo... come si chiama... ah si Diego >>, rimango stupito dalle parole di mio padre, << Papà! >> lo richiama lei diventando rossa, << E tu la assecondi? >> chiedo io, << Non fa niente di male, si è presa solo una cotta >> fa spallucce e poi la guarda. Lodo scuote il capo, << Comunque volevo sono un caffè, non sono andata in caffetteria per incontrarlo chiaro? >> fa la finta arrabbiata lei e io ridacchio, << Certo Lodo ci crediamo >> la scherno io. Martina entra nel mio ufficio per confermarmi un appuntamento, mio padre le sorride e Lodo come sempre è contenta di vederla e la riempie di domande. Noto che mi guarda con occhi freddi, come se mi volesse uccidere con lo guardo, vorrei tanto chiederle cosa abbia, ma non posso e rimango zitto, prendendomi tutti gli sguardi assassini che è come se mi trafiggessero lo stomaco con un pugnale. << Martina vieni a pranzo con noi ti prego >> insiste Lodo e Martina è in evidente difficoltà, so per certo che vorrebbe rifiutare. << Si vieni, mi farebbe molto piacere >> sorride mio padre, << Io... ho molto lavoro >> dice, << Non preoccuparti del lavoro, puoi prenderti una pausa e venire con noi >> le dico io, con tono serio. So che non dovrei, ma è più forte di me, << Vedi non hai più scuse >> sorride entusiasta mia sorella. Scendiamo con l'ascensore e Martina sembra un pesce fuor d'acqua, come se non volesse essere qui, come se volesse scappare e non è da lei, è tesa come una corda di violino, sembra in qualche modo ferita. Ci avviamo verso un ristorante Italiano scelto da Lodo e l'atmosfera intorno a noi è strana, almeno per me. << Allora Martina hai un compagno? >> chiede poi mio padre, mentre mangiamo il primo che è appena arrivato in tavola, << No, nessun compagno, sono abbastanza solitaria >> ammette lei, << Oddio mi sembri Jorge >> commenta Lodo, << Già anche Jorge è solitario, anche fin troppo, gli ho sempre detto di trovarsi una compagna adatta, che lo possa sostenere, completare e rendere veramente felice. Perché un uomo senza una donna con cui poter condividere la vita, non vive una vita veramente felice >>. Lei sembra colpita dalle sue parole, ma sento che è come se avesse costruito un altro muro tra noi, questa volta più spesso, a prova di bomba. << Evidentemente si trova bene così e non ha bisogno di nessuno... certi uomini vedono le donne solo come una valvola di sfogo ed è meglio che non abbiano relazioni a questo punto, ma solo come dire... incontri occasionali >>. Sembra una pugnalata dritta al petto, mi pare ovvio che parli di me, anche i muri lo hanno capito, << Non esistono uomini che non si innamorano Martina, al massimo non vogliono, o reprimono e cercano di negare ciò che provano, oppure non hanno ancora conosciuto quella giusta che gli fa perdere la testa >> risponde lui. Sembra un dibattito su di me e Lodo si gode questo momento, << Forse, ma non è facile crederlo >> conclude il discorso lei. Per mia fortuna poi iniziamo a parlare della famiglia di Martina e mio padre si fa raccontare dell'argentina, che Martina conosce molto bene, a quanto racconta ci va almeno una volta all'anno da quando era bambina. << Sei davvero una ragazza strepitosa >> si complimenta mio padre con lei, quando ci salutiamo dopo pranzo, << Grazie signore, è davvero gentile >>, << Spero di rivederti molto presto >> sorride, << Io probabilmente sarò qui domani >> interviene mia sorella e lei ridacchia, << Allora a domani Lodo >> la saluta con un abbraccio. L'ascensore è colmo di gente e quindi non ho l'opportunità di rimanere solo con lei, da un lato è meglio così, dall'altro avrei tanto voluto chiederle perché è così fredda con me. Arrivati all'ultimo piano percorriamo in silenzio i corridoi, << Grazie Martina >> le dico prima che entri nel suo ufficio e si volta a guardarmi confusa << Per essere venuta a pranzo >> continuo, << Non l'ho fatto per te, l'ho fatto per essere cortese con tuo padre e con Lodo >> borbotta lei e con il viso arrabbiato e contrariato entra nel suo ufficio. 


Autore: Scopriamo che jorge in realtà non ha fatto nulla con Victoria, anzi lei l'ha fatto apposta perchè ha capito che Jorge è attratto da Martina e la gelosia prende il sopravvento. Jorge non capisce il comportamento di Martina e lei invece decide di non rimproverarlo nemmeno più anche se qualche frecciatina gliela lancia! Cosa succederà ora? A domani con il prossimo capitolo! 

 Jorge non capisce il comportamento di Martina e lei invece decide di non rimproverarlo nemmeno più anche se qualche frecciatina gliela lancia! Cosa succederà ora? A domani con il prossimo capitolo! 

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My Dear Boss (Jortini)Where stories live. Discover now