Capitolo 20

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JORGE

Sono nel mio ufficio a controllare le e-mail. E' giàpassata una settimana dalla festa e Fran ancora mi parla di Mechi, finalmentesi sono scambiati il numero di telefono e ora lui sta cercando il momentoadatto per chiedergli di uscire e organizzargli uno strepitoso appuntamento.Per me sta esagerando, ma sono scelte sue e io lo appoggio in ogni sua scelta,come lui fa con me. E poi c'è Lodo, che ogni giorno passa di qua a chiedermi sevoglio bere un caffè con lei, come se non sapessi che è solo una scusa perincontrare Diego. Guardo Martina attraverso il vetro, è appena tornata dallasegreteria e ora si è rimessa subito al lavoro. E' instancabile quella ragazzae mi chiedo come riesca a farsi amare dalla gente in così poco tempo. Mio padreè pazzo di lei, durante la festa hanno parlato soprattutto dei suoi studi edella tesi di laurea di cui anche io sono rimasto impressionato. L'uomo che miha messo al mondo la definisce una rara bellezza dalla mente eccelsa. E miamadre è assolutamente d'accordo con lui. Per non parlare di Lodo che non faaltro che lanciarmi frecciatine. Mi chiedo perché tutti pensino che sia perfetta,quando in realtà non lo è, e sono quelle sue imperfezioni che a me fannoimpazzire, che la rendono ancora più perfetta di quello che è. I miei pensierivengono interrotti quando sento bussare alla porta. << Avanti >>dico io tornando a guardare il mio computer. Victoria fa capolino nel mioufficio e si avvicina lentamente alla scrivania. << Ciao >> misorride maliziosa, << Che c'è? >> chiedo subito io, incontrando isuoi occhi azzurrissimi. << Pensavo... perché non ti inventi una scusa erestiamo un po' soli? >> bisbiglia lei e si morde il labbro, << Nonmi sembra il caso... Martina è qui >> borbotto, << Mandala via comel'altra volta >> fa spallucce lei e sembra irritata dal mio rifiuto.<< Non è carino... sta lavorando >> le spiego, << Da quando tiimporta? >> chiede stranita. Il suo sguardo cambia, << Non vuoidivertirti con me perché c'è lei? >> è infastidita, parecchio. Io laguardo severo, << Senti Victoria, mi piacerebbe tanto, ma è meglio se quinon facciamo più nulla >>, non voglio farla arrabbiare, non deve arrabbiarsipiù con me, non dopo quello che ho combinato con lei, non posso allontanarlaancora di più. E non so perché, se penso di stare con Victoria, mi sembra difarle un torto, di farle del male, e non capisco come mai nella mia testasorgono queste preoccupazioni che non hanno senso. << Non posso crederci>> scuote il capo, << Lei non dovrebbe essere nemmeno qui >>esclama poi e non so perché mi accendo, << Chiudi quella bocca Victoria,non sai nemmeno quel che dici, non ti permetto di insultare qualcuno soloperché mi vuoi e non puoi avermi >> la rimprovero, << Io ti ho già,perché sai che qualsiasi cosa succeda tornerai da me... lei non fa per te>> mi istiga, << Non sai quello che dici Victoria, stai andandofuori strada... non centra niente il sesso, sono questioni di lavoro ed è giustoche io abbia rispetto per lei che lo svolge... se non lo capisci mi dispiace>> le dico serio. Non volevo nemmeno ferirla, ma questo lo ometto, nonpotevo dirgli che non volevo che si arrabbiasse con me, che mettesse altri muritra di noi. << Non dire cazzate Jorge, tu la vuoi, si vede che ladesideri più di quanto vorresti ammettere, e stai facendo di tutto per entrarenelle sue grazie, per poter finire nel suo letto >>, è crudele ciò chedice, la desidero sì, ma so anche che non posso permettermi di fare ciò chevoglio con lei, perché non me lo permetterebbe, perché a differenza delle altreche ho frequentato, lei ha una morale e una dignità che non vuole calpestare.Lei non lascia entrare chiunque, non si svaluta davanti ad un semplice bell'uomo, lei va oltre, lei cerca altro, lei non è semplice. Non si tratta diportarmela a letto, anche se lo desidero, si tratta soprattutto di averla nellamia vita. Per come mi fa sentire, per come da una scossa alla mia esistenza.Lei è completamente diversa da tutto ciò che ho conosciuto in vita mia. <<Esci >> la guardo severo, raddrizza le spalle e gonfia il petto, fiera sivolta e se ne va. Perché non posso stare tranquillo? Perché non mi lasciano inpace? Mi perdo via organizzando il viaggio per New York di settimana prossima,devo prenotare il volo e la camera, organizzare l'incontro con i collaboratorie la conferenza. Starò via solo una notte, un viaggio breve che mi porteràgrandi guadagni. Scorro i voli e ogni tanto spio Martina, cercando di capirecosa potrebbe passargli in quella mente intelligente e tenace. Sono sicuro chefarà grandi cose nella vita, mi ricorda me dopo l'università, solo che io hoavuto la fortuna di avere un padre imprenditore che mi ha messo subito a capo diun'azienda e mi ha gettato addosso un sacco di responsabilità, mentre lei devepartire dal basso, ma arriverà in alto molto presto. Un idea mi si illuminanella testa. Una pazzia, una cosa che non ho mai fatto prima. Mi alzo dallasedia, senza pensarci due volte, e vado da lei. << Martina >> lachiamo con un tono deciso, lei alza semplicemente gl'occhi su di me, <<Settimana prossima andiamo a New York, staremo via una notte, ti darò tutte leindicazioni appena avrò finito di organizzare il viaggio >> le spiego,<< Oh >> emette un suono << Ok >> si riprende poi daisuoi pensieri. << Parteciperai alle riunioni e alla conferenza, se mentrediscutiamo hai qualche idea proponimela, non avere timore, capito? >>,voglio che lei sia più partecipe, infondo se lo merita, in questi pochi mesi hafatto un ottimo lavoro. << Va bene, lo farò >> sembra accendersidall'entusiasmo e dentro di me mi sento meglio, non so piegarlo, come sevederla in qualche modo felice grazie a me, renda felice anche me. << Sipuò sapere che significa? >> chiede Alba entrando nel mio ufficio,<< Cosa? >> le chiedo, << Due biglietti per New York?>> mi guarda stranita, << Si due biglietti... porto con me ancheMartina >> alzo lo sguardo su di lei, che sgrana gl'occhi, << E daquando porti qualcuno con te nei tuoi viaggi di lavoro? Di solito ci vai dasolo o con Fran >> mi fa notare. << La porto con me perché cosìpotrà imparare sul campo e perché credo che potrebbe aiutarmi, insomma seid'accordo anche tu che lei abbia delle ottime competenze >> spiego,<< Si, lo penso, ma mi stupisce lo stesso il fatto che te la porti conte... non vorrei fare come con la vecchia assistente? >> mi chiedepreoccupata, << No Alba, non succederà >>, anche se ho già tentatodi baciarla, ma è stato un istinto più che una voglia, come se ne avessibisogno. Ho sempre nella testa il pensiero di come sia baciare quelle labbra,di sentire il suo sapore, di accarezzare la sua pelle. E' come un desiderio,non è tanto perché ho voglia di fare sesso, quello lo posso fare con chiunque.Mi sento elettrizzato al pensiero di passare due giorni con lei, semplicementeper viverla, per capirla di più, per sgretolare uno di quei muri che ci sono tranoi, per farle capire che io non sono quella persona mostruosa che lei pensa.<< Lo spero, perché lei mi piace e siamo diventate amiche... e ti odiereiper sempre se te la facessi scappare per le tue stronzate >> mirimprovera, << Ho capito Alba, il messaggio è chiaro >> ribatto io,nemmeno io voglio che lei scappi, voglio che resti qui con noi, con me.<< Allora due? >> chiede un ultima volta, << Si due Alba, leiviene con me >> chiudo il discorso io. Mentre sono nel mio attico, sedutosul divano che finisco di controllare le ultime cose di lavoro, fa capolinoFran in casa. << Ho trovato l'appuntamento perfetto per Mechi, ora non miresta solo che invitarla... fammi gli auguri amico >> mi dà una pacca sullaspalla e si siede in parte a me. << Sei fuori di testa >> scuoto ilcapo guardandolo. << Ho visto che settimana prossima vai a New York>> dice poi, << Già, ho una conferenza e un incontro con deicollaboratori >> rispondo io, << Hai bisogno di aiuto, vuoi che tiaccompagni? >> Fran ama venire ai viaggi di lavoro, stare negl'hotel eabbuffarsi alle colazioni. << No, sono apposto >> borbotto ioomettendo il perché non mi serva lui. << Perché no? Che fastidio ti do?>> sembra un bambino che fa i capricci, << Perché no Fran, mi serviqui >> cerco di chiudere il discorso, << Io vengo comunque, in duegestiamo meglio il tutto non trovi? >> insiste. << Fran non puoi>> cerco di essere chiaro, << Non capisco proprio amico >>blatera, << Non puoi venire perché viene Martina con me ok? >> glidico la verità così smette. Lui mi guarda stranito << E poi sarei ioquello fuori di testa? >> chiede sarcastico.


Autore: Eccoci qua con il ventesimo capitolo. Vi avverto già che le cose iniziano a cambiare, ma non sarà tutto rosa e fiori, quindi preparatevi. Cosa accadrà durante questo viaggio? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!! A preso. E grazie di cuore a tutti come sempre

 E grazie di cuore a tutti come sempre

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My Dear Boss (Jortini)Where stories live. Discover now