Capitolo 12

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JORGE

<< Sai che per te sono sempre disponibile >> mi sorride Victoria e i suoi occhi chiarissimi incrociano i miei con uno sguardo soddisfatto. Si tira su la lampo della gonna grigia a tubino e si ravviva i capelli. << Quando esci puoi dire a Martina che può tornare nel suo ufficio >> borbotto io formale. Anche se facciamo sesso non riesco a trattarla come una ragazza che frequento, perché per me è solo quello e lei rimarrà sempre una mia dipendete. Ci divertiamo, quando non ho nessuno la chiamo, quando sono frustrato e voglio sfogarmi lei c'è, senza fatica, senza impegni. Anche se lei sembra volere di più, o voler semplicemente l'esclusiva con me. << Ancora non capisco cosa ci faccia qui... davvero >> blatera lei quasi inorridita dall'idea di Martina. << E' qui perché è competente te l'ho già spiegato >> dico infastidito, << Vedremo quanto lo sarà, rimango sempre dell'idea che non sia all'altezza >>, mi fa un sorrisetto e poi sparisce dal mio ufficio. Non capisco perché sia tanto interessata a Martina, cosa le importi di tutto ciò, dentro di me si fa sempre più spazio l'idea che si senta in competizione con lei. Anche se non dovrebbero esserlo per il semplice fatto che Martina non si farebbe neanche fiorare da me. La vedo rientrare nel suo ufficio, non mi guarda nemmeno e non so perché la cosa in qualche modo mi ferisce nell'orgoglio. Ricordo come le vecchie assistenti stavano costantemente a guardarmi attraverso la vetrata, invece lei ha sempre gl'occhi puntati sul lavoro, persa nella sua testa, mentre mordicchia la sua matita. Ma poi alza lo sguardo su di me, i nostri occhi si incrociano, percepisco che qualcosa non va, perché mi guarda in modo freddo e sento come una pugnalata allo stomaco. Con tutta la fierezza, l'audacia e il coraggio che ha, entra nel mio ufficio e si mette davanti a me. Non dice niente, mi fissa con le braccia incrociate al petto. << Qualcosa non va Martina? >> le chiedo in modo pacato, mi appoggio allo schienale della mia poltrona mentre gioco con una penna in mano. La sfido con lo sguardo, non ne so nemmeno il motivo. << Qualcosa non va? >> chiede lei e poi quel fuoco che le appartiene si accende e mi scaldo anche io. << Mi prende in giro vero? Lei pensa davvero che io sia stupida... lei sa cosa è il rispetto? >> dice in modo severo appoggiando le mani alla scrivania e avvicinandosi per farmi capire che è realmente incazzata. << Signorina Stoe... >> inizio a parlare, ma lei scatta un'altra volta, << Signorina un cavolo, mi sembra di averle già detto che certi atteggiamenti non mi piacciono e non voglio averne a che fare, sono qui per fare il mio lavoro e vengo cacciata dal mio ufficio perché lei ha i suoi bisogni fisici da sfogare... questa è una cosa che non tollero, non mi piace, lei non mi sta rispettando! >> decisa e incisa mi rimprovera, nessuno prima d'ora era stato così diretto con me, così reale. Sento la rabbia invadermi, ma anche una strana sensazione piacevole che non so descrive. << Non mi parli così >> borbotto cercando di mantenere la calma, << Io parlo come mi pare e piace a chi mi manca di rispetto >> ribatte lei e il suo sguardo mi fa la guerra, vorrei tanto arrabbiarmi con lei, ma allo stesso tempo vorrei chiuderle quella bocca con la mia. Due cose così contrastanti che mi mandano fuori di testa, che mi confondono. << Sta esagerando >> mi alzo in piedi per sovrastarla, ma lei fa lo stesso, è una sfida continua. Avvicina il viso al mio come per farmi comprendere meglio ciò che sta per dirmi, << Non esagero signor Blanco, impongo il mio diritto di richiedere un certo rispetto durante il mio orario di lavoro, nella sua vita privata può far quel che crede, non mi importa, ma lei è arrogante e senza tatto, se succederà ancora sarò costretta a dare le dimissioni >> si allontana leggermente, ferma sul suo pensiero, e poi si volta, va nel suo ufficio, raccoglie tutte le sue cose e sparisce, tutto sotto il mio sguardo. Sono incazzato, come si permette di dirmi certe cose e mi chiedo come io non abbia reagito, a questo punto avrei già licenziato un dipendente se si fosse rivolto a me in quel modo, ma con lei è diverso, oltre alla rabbia, c'è quel senso di sfida che mi accende, c'è quella sua strafottenza che mi scuote e la sua schiettezza mi incanta, mi fa sentire vivo. Quando quella sera ritorno nel mio attico mi sento ancora innervosito da quello scontro con Martina, Anita con un sorriso mi raggiunge per dirmi che la cena è quasi pronta e io mi verso un bicchiere di whiskey. Afferro il mio telefono e scrivo a Fran per sapere se è libero per uscire, per andare a bere qualcosa e fare quattro chiacchiere, poco dopo arriva la sua conferma. << James, dopo cena prepara l'auto, stasera esco >>, lui semplicemente annuisce con il capo e io mi metto seduto al bancone aspettando la cena, mentre Anita fa indietro e avanti dai fornelli. Mi perdo via nei miei pensieri che riguardano ancora lei, nella mia testa compaiono sempre quei suoi occhi che mi guardano in quel modo freddo. << Si sente bene Signore? >> mi chiede Anita quando mi appoggia un bicchiere di vino sul tavolo, << Si è tutto ok >> chiudo il discorso io, lei non fa altre domande, si limita solo a servirmi la cena. Quando arrivo davanti al locale in cui ci siamo dati appuntamento, trovo subito Fran fuori ad aspettarmi. E' un locale conosciuto, frequentato da gente altolocata, è uno dei miei preferiti. Ci accomodiamo ad un tavolo e ordiamo subito da bere. << Tutto bene invece in ufficio? >> chiede lui dopo che abbiamo discusso delle vendite di oggi, << Si >> rispondo ma qualcosa nella mia voce probabilmente mi tradisce, << Oh, oh problemi ai piani alti >> dice sarcastico, e mi guarda incuriosito. << Nessun grave problema >> svio io per non parlarne, ma lui sembra capire che sono davvero turbato e nervoso. << Non prendermi in giro amico, ti conosco fin troppo bene... qualcosa non va... >>. Mi rassegno, << Oggi ho avuto un incontro "speciale" con Victoria >>, << Ancora con quella? >> si lamenta lui, << Non è questo il problema >> gli faccio notare << Ho fatto uscire Martina dal suo ufficio e lei ha capito il motivo >>, Fran inizia a ridacchiare, << Hanno fatto la ramanzina al buon vecchio J? >> chiede sarcastico, << Era arrabbiata Fran, non puoi capire, dovevi vederla, era un fiume in piena, mi ha gettato addosso tutto ciò che pensava >> spiego, << E tu? >> mi guarda incuriosito, << Niente, ho cercato di impormi, ma non ci sono riuscito, mi continuava a sfidare, volevo esplodere ma... >>, << Ma oltre alla rabbia c'era altro >> conclude lui. Rimango a guardarlo, << Jorge nessuna ti ha mai trattato così, e ti piace che una donna ti sfidi in quel modo, anche se ti fa incazzare, anche se è una cosa che odi, sei abituato a ragazze che sanno solo annuire e ora hai davanti lei, un uragano che non si ferma davanti a nulla, ti scombussola perché non sai come comportarti e allo stesso tempo è come dire... eccitante per te >> mi spiega la sua teoria con un sorrisetto beffardo, che è identica alla mia. E' complicato per me, anche se odio come mi tratta, quell'aria sfacciata che ha che mi innervosisce ma allo stesso tempo mi accende. << Anche voi qui >> interrompe il nostro discorso una voce, mi volto e mi trovo di fronte ad Alba e a Facu, mio collaboratore e suo marito. << Sedetevi qui >> dice Fran, << Allora come va in ufficio? >> mi chiede Facu, è un uomo in gamba e molto bravo e serio nel suo lavoro, ci siamo conosciuti alla prima riunione che ho fatto e siamo anche diventati ottimi amici. Sono contento che Alba l'abbia sposato, perché è un uomo che lei si merita, soprattutto perché la tratta come una regina. << Oh avrebbe molto da raccontare >> mi scherna Fran mentre ordina un altro giro di cocktail. << Martina ti ha fatto la ramanzina? >> mi chiede Alba, << L'assistente? >> borbotta Facu guardandomi, << Si proprio lei >> risponde Fran. << Devi sapere che la nuova assistente non ha molti peli sulla lingua e a quanto pare non soffre il fascino del qui presente... >> dice soddisfatta la ricciola con un sorriso e io la guardo male, lei fa spallucce, << E' anni che aspetto che arrivi una ragazza così >> si giustifica lei, << Attento amico, che quelle sono le più pericolose, all'inizio non sopporti il loro modo di fare, ma poi te ne innamori >> mi avverte Facu, << Chi Jorge innamorato? >> sputa quasi quello che ha in bocca Fran << Questa è bella >>. Arrivo a casa un po' alticcio, ma ancora saldo a terra, abbiamo stappato un po' di bottiglie per festeggiare l'anniversario di Alba e Facu. Sono l'una e mezza di notte e il silenzio regna sovrano nel mio attico. Attraverso la cucina dove afferro un bicchiere una bottiglia di un amaro che non so nemmeno da dove arrivi, ma va bene comunque. Ho ancora quella frustrazione addosso che non se ne va, la minaccia di andarsene, quei occhi ghiacciati che mi guardano e non se ne vanno mai. Non ho pensato ad altro per tutto il tempo. Mi metto in piedi davanti alla vetrata che dà sulla città per osservarne il paesaggio, so già che non riuscirò a chiudere occhio. Mi verso un bicchiere che scolo in un secondo e mi rendo conto che è forte, ma mi servo un altro bicchiere. Non so per quanto sono rimasto qui a guardare fuori e a versarmi da bere, ma quando guardo la bottiglia e la vedo quasi vuota e doppia capisco di aver esagerato. << Se succederà ancora sarò costretta a dare le dimissioni >> mi rimbombano in testa quelle parole e il nervosismo mi avvolge tanto che scaravento la bottiglia di vetro conto il muro del salotto. Respiro profondamente e ho un giramento di testa, mi afferro alla poltrona. << Signore è tutto ok? >> sento la voce di Anita chiedere, non so nemmeno da dove sia arrivata, mi viene da ridere e non so perché. << Signore? >> chiede confusa, << Pensi che io sia arrogante e senza tatto? >> le chiedo, lei mi scruta e non capisce perché le chiedo questo, << Perché Martina lo pensa >> sbiascico e me ne rendo conto, << Martina? >> mi guarda la mia governate, << Si lei, la mia assistente... Martina... Martina, suona bene il suo nome, ma mi fa incazzare >> rido da solo << Non la sopporto, è sfacciata e non sta mai zitta >>. Mi lascio andare sulla poltrona, << La metto a letto Signore va bene? >> mi parla con tranquillità lei, << No >> ribatto io, << Rimango qui finché non mi chiede scusa >> blatero, << Ma è notte fonda >> mi fa notare, << Non mi importa... Martina >> tutto inizia a diventare sconnesso. 


Autore: Eccoci qui con un altro capitolo. Spero che vi piaccia.. Martina rimprovera Jorge che non la prende bene per niente. Cosa succederà ora?? 


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My Dear Boss (Jortini)Where stories live. Discover now