Unknown Love - Bucky Barnes

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Aaaah, Bucky, Bucky.

Quante ne abbiamo passate in quel periodo eh?

Quanto è difficile parlare attraverso i muri?

Ma soprattutto, quanto è difficile innamorarsi senza essersi mai visti?

E innamorarsi più e più volte della stessa persona?

È esattamente ciò che è successo a noi, non pensi?

Tu eri messo davvero male, con quel moncone che ti pendeva dalla spalla insanguinata.
Non che io fossi messa meglio, ovviamente, con un taglio che mi percorreva tutta la coscia destra esternamente, ma guardando te mi ritenevo fortunata.
Io ero in quella cella da molto più tempo di te, sapevo cosa ti sarebbe successo di lì a poco, ma non volli dirtelo, sapevo che se ci fosse stata la paura, la paura di perdere i ricordi, di perdere ciò che si ha fatto durante l'arco della propria esistenza, di perdere il ricordo dei propri amici, della propria famiglia, del proprio amore, e, in particolare, di perdere se stessi, tutto il procedimento sarebbe stato molto più doloroso di quanto già non fosse.

Le uniche volte in cui ci vedevamo era quando ci chiamavano per allenarci, combattere l'uno contro l'altra.
E generalmente succedeva subito dopo essere stati sottoposti al procedimento.
C'era un intervallo di circa un paio di mesi tra una volta e l'altra.
In quei due mesi io e te parlavamo, di tutto.
Specialmente dei ricordi che, mano a mano che il tempo passava, riaffioravano.
Grazie a Dio, passava almeno un giorno tra quando a me veniva cancellata la memoria e quando invece succedeva a te, cosicché tu potessi parlarmi delle mie memorie e viceversa.

Dopo del tempo, e delle sofferenze, riuscii a far si che quei pazzi credessero che io non avessi più bisogno del procedimento.
Tu, invece, eri un pessimo attore.
Riuscivi a farti beccare ogni volta.
Anche quando pensavo che ce l'avessi fatta, c'era qualcosa che ti tradiva sempre.
E tutto ricominciava da capo.

I primi giorni dopo essere stato sottoposto a quella tortura, non parlavi.
Te ne stavi appoggiato, lì, al muro, ad ascoltarmi blaterare, ad imparare chi eri davvero.
James Buchanan Barnes.

Ti salvarono.
Appena in tempo.
Ti misero un braccio nuovo, che mi descrivesti a parole.

La mia gamba?
E chi ci pensava più?
Pensavano di avermi dato la stessa capacità che avevi tu, di guarire poco più in fretta.
Ma non è così.
Nascosi il dolore che la ferita mi provocava dietro una maschera di freddezza e obbedienza.
E intanto il taglio si infettava.
Assumeva un colore giallastro, malaticcio.
Mi causava brividi di freddo alternati a vampate di calore, febbre, stanchezza.

Non te ne parlai mai.
Non volevo che ti preoccupassi.
Tu che non sapevi recitare e dovevi soffrire ogni due mesi.
Cos'era quella ferita in confronto a ciò che dovevi sopportare?
Niente.

Parlammo, senza farci scoprire.
Mi manca già la tua voce.
A volte era stanca e avevi il fiatone.
A volte era dolce.
A volte era profonda.
Mi chiedesti una descrizione di me, fisicamente.
Ti dissi come mi vedevo io.
Imperfetta, mai accettata, sottovalutata, insultata.
Tu mi rispondesti così:
"Tu ti vedi così, io ti vedo perfetta nei tuoi difetti. Le persone sono stupide e tendono a non accettare ciò che è diverso da loro. Sminuiscono ciò che è migliore per non sentirsi inferiori.
Io ti vedo bella, bellissima. Diversa. Intelligente. E sono queste le cose che più hanno contribuito a farmi innamorare di te."
Sono sicura che lo dicesti sorridendo.
Poi fu il mio turno.
"Non saprei come descrivermi. Fisicamente? I capelli e la barba crescono, il mio corpo è uguale a come lo era prima che venissi preso, eccetto per il braccio (sentii il sibilo che produce l'articolazione artificiale quando viene mossa e sono certa che in quel momento la stavi osservando), e magari anche un po' più muscoloso.
Caratterialmente? Ero un ragazzo che si godeva la vita, perché sapevo che un giorno me ne sarei pentito se non lo avessi fatto. Circondato da tante persone, specialmente donne - facesti una piccola risata- e c'era un mio amico, il mio migliore amico, mio fratello praticamente, che era l'opposto di me, fisicamente e caratterialmente. Prima rachitico, poi alto e grosso, responsabile, saggio. Sai, mi manca. Sapevo che lui ci sarebbe stato sempre, qualunque cosa io facessi, lui era lì ad aiutarmi.
Non so se lui sia ancora vivo o no, io spero davvero che lo sia."
Giurai di averti sentito tirare su col naso, come se piangessi.
Poi ci fu un piccolo scambio di frasi.
L'ultimo, prima che il mio organismo decidesse di mettere fine al dolore della ferita, ai brividi, alle vampate, al sudore.

"Bucky?"
"Si?"
"Ti amo anche io."

Sorrisi e mi spensi.

E ora sono quassù, ad osservarti, proteggerti.
A ringraziare il tuo migliore amico, Steve, per averti aiutato.

Mi manchi Bucky.
Ma spero che il giorno in cui io e te ci riuniremo venga il più tardi possibile.

Mi sono commossa mentre lo scrivevo, credetemi.
Anyway, birba005 e voi altri che leggete, cosa ne pensate?
Ci tengo a precisare che le richieste le "esaudisco" in base alle idee che mi vengono sui personaggi.
Inoltre venerdì ricomincio la scuola e l'aggiornamento sarà ancora più rado di quest'estate.
Detto questo, vi auguro una buona notte ♥️

One-shots [SOSPESA]Where stories live. Discover now