L'erede di Durin

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Dalla cima di colle Corvo guardammo in basso, verso la piana della battaglia dove l'esercito di Azog era in rotta. Gruppetti di orchi cercavano di scappare, inseguiti implacabilmente dai guerrieri di Thranduil. Gli elfi sono generalmente compassionevoli ma con un'eccezione. Odiano gli orchi dal profondo del cuore, sapevo che non ne avrebbero lasciato in vita nemmeno uno. I nostri compagni di viaggio ci raggiunsero e s'inginocchiarono davanti a noi. Mi sentivo decisamente in imbarazzo.

"Amici" disse Thorin con un sorriso "Alzatevi, tutto questo non sarebbe stato possibile senza di voi". Li vidi risollevarsi fieri, con gli occhi che scintillavano. La mia famiglia. Con il cuore traboccante di gioia mi slanciai su Bofur griando: "Abbraccio collettivo!" e fu così che mi ritrovai,  schiacciata ma felice, tra 13 nani mentre Tauriel e Bilbo ci guardavano divertiti.

Le aquile ci diedero gentilmente un passaggio fino alle porte di Erebor. Tauriel salutò Kili e si incamminò verso l'esercito elfico. Sapevo che l'avrei rivista presto.

A lato dei cancelli si era già schierato l'esercito di Dain, si aprirono al nostro passaggio inginocchiandosi. L'ultimo della fila era il lord dei monti rocciosi.

"Mio re" disse chinando la testa con un sorriso "Hai ucciso la bestia"

Thorin lo prese per le spalle facendolo alzare

"Abbiamo ucciso la bestia" disse accennando a noi "La lina di Durin non sarà spezzata". Con un ultima pacca sulla spalla del cugino il re entrò nel suo regno.

Ci sarebbe stato molto da fare. Prima di tutto dovevamo mettere in ordine e prepararci per l'incoronazione, dare il dovuto alle gente di Pontelagolungo e restituire le preziose gemme al re degli elfi. 

Diedi una mano a Oìn nel ripulire e rendere agibile l'infermeria (fondamentalmente spolverare tutto) e lo aiutai a curare i nani feriti. Una volta che fu tutto terminato era notte fonda e stavo dormendo in piedi. Uscii dall'infermeria e vidi Fili che veniva verso di me.

"Eccoti finalmente!" disse stringendomi a sé "Pronta per andare a dormire?"

Annuii solo, dirigendomi dove di solito dormivamo.

"Dove vai, givashel?" disse lui prendendmi per mano "Non ti ricordi che abbiamo una stanza?"

Sollevai un soppraciglio: "Da quando è nostra?"

"Da ieri. Era la stanza di Frerin, non la reclamerà nessuno"

Provai una stretta al cuore alla menzione di Frerin, ma quello era un giorno felice e sono sicura che a lui, tranquillo e beato nelle aule di Mahal, non importasse se usavamo la sua vecchi stanza.

"Guidami tu" disse a Fili "Io qui mi perdo"

Lui rise, mi prese in braccio e s'incamminò. Posai la testa nell'incavo del suo collo e prima ancora di arrivare in camera dormivo già. Sentii solo vagamente che Fili mi depositava delicamente sul materasso, circondomi poi con le sue braccia.

Il mattino dopo mi svegliai ai primi raggi del sole che entravano dalla finestra. Socchiusi gli occhi. Fili dormiva ancora, I capelli biondi scintillanti alla luce dell'alba.

Di colpo mi prese un altro attacco di nausea. Mi risdrai facendo respiri profondi e piano piano passò. Possibile che fosse ancora il veleno dei ragni? Quando tempo era passato? Mentre contavo i giorni spalancai gli occhi dalla sorpresa.

Mi misi a sedere di scatto. Fili si svegliò di colpo: "Ishi, che c'è?" chiese assonato

"Devo controllare una cosa!" dissi mentre m'infilavo gli stivali. Mi lanciai fuori dalla porta prima che lui potesse replicare e corsi verso l'infermeria.

La riconquista di Erebor (Fili LS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora