11. Somiglianze

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Oggi è sabato e ho deciso di stare il più possibile al letto.
Di solito il sabato mattina esco a fare una corsetta per mantenermi in forma, ma oggi non ne ho proprio voglia.
Sarà forse per la stanchezza o per i mille pensieri che mi frullano in testa, ma in ogni caso non sono proprio dell'umore.

Mi rigiro sul materasso, arrotolando il piumone caldo attorno al mio corpo. Se potessi metterei anche la testa sotto le coperte, ma dopo un po' mi mancherebbe il respiro ed io non sono una fanatica degli spazi così ristretti.

Quando suona nuovamente la sveglia, decido che è il momento di alzarsi. Sono quasi le tre del pomeriggio e non posso davvero stare tutto il giorno così.
Mia mamma oggi ha il doppio turno in ufficio, mi ha detto che non sarebbe tornata prima di cena perciò devo pensarci io al cibo anche se ordinerò sicuramente una pizza prima di andare a qualche festa.

Afferro il cellulare e sblocco lo schermo per guardare le notifiche. Qualcuna è di instagram, sono alcuni like nell'ultima foto che ho postato, ma la maggior parte sono dei messaggi.
Scott non fa altro che scrivermi da ieri sera, da subito dopo la partita, probabilmente ha parlato con Brittany e cerca un modo per scusarsi.
Peccato che delle sue scuse io non me ne faccio assolutamente nulla.

Se potessi lo spedirei sulla luna pur di non vederlo più.

Apro i messaggi per leggerli velocemente e roteo gli occhi per il fastidio che mi provocano.

"Riley, Brittany mi ha raccontato tutto..possiamo parlare?" scrive.

"Riley rispondimi!"

"Riley mi dispiace ho sbagliato! È successo solo una volta parliamone"

Smetto di leggere gli altri perché l'antifona è sempre la stessa. Non riesco comunque a credere alle sue parole, tra l'altro dette per messaggi.
Avrebbe potuto chiamare, venire da me per parlare, invece ha scelto una via troppo facile.
Potrebbe fare di tutto ma non riuscirei mai a perdonarlo.
So bene che avevo intenzione di chiudere la storia con lui, ma avrei voluto farlo in modo pacifico, senza tradimenti. E invece..

Chissà da quanto va avanti questa storia. Chissà da quanto mi prendono in giro.

Potrei dire che alla fine la scoperta di questa notizia non può che essere un bene. Mi ha sicuramente evitato conversazioni imbarazzanti e sensi di colpa che non avrei superato facilmente, ma non posso di certo ringraziarlo per avermi reso un cervo con le corna.

Mi alzo dal letto ed esco dalla mia stanza per raggiungere il piano di sotto. I miei piedi si scontrano contro il pavimento ghiacciato, ma non me ne preoccupo. Cammino lentamente, sicura di essere l'unico essere vivente all'interno di questa casa. Quando raggiungo il frigo afferro dei tramezzini già confezionati ed inizio a mangiarne un paio.
L'ora di pranzo è passata da un bel po', ma prima non avevo voglia di mangiare, ma adesso la pancia mi brontola rumorosamente.

Mangio tutto ciò che trovo per colmare il vuoto che sento nel mio cuore e, soprattutto, nel mio stomaco. Il cibo è sempre stato un'ottima consolazione per me, un porto sicuro in cui rifugiarmi.
Gelato, biscotti, cioccolato, e chi più ne ha più ne metta! Sono tutte cose a cui non potrei rinunciare, specie in queste situazioni. Specie in questi momenti di solitudine.

Non appena finisco di svuotare lo scatolone del succo versando l'ultima goccia nel mio bicchiere, realizzo che è il momento di fermarsi.

Mentre torno di sopra, con estrema lentezza, sento il mio cellulare squillare da dentro la mia stanza. Con uno scatto quindi lo raggiungo prima che risponda la segreteria telefonica. Non ho il tempo di vedere di chi si tratta, rispondo di getto senza pensarci.

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