29. Indizi

2.3K 110 45
                                    

AXEL

"Che bella tua mamma, non ti somiglia per niente" Gwen prende fra le mani un portafoto in argento in cui sono raffigurati i membri della famiglia Foster. In quella foto in particolare sono tutt'e tre davvero felici ed io non posso fare a meno di pensare che l'ultima foto in cui i miei genitori sono sorridenti risale al mio battesimo.
Sbuffo tenendo la testa bassa e senza avvisare mi dirigo direttamente verso il bagno. Ho il bisogno di stare solo, sciacquarmi il viso con acqua ghiacciata e redimermi per le cazzate che combino!
Quando ho visto quel ragazzo trattare Riley e Gwen in quel modo non ci ho visto più dalla rabbia. La mia mente è tornata indietro alla festa e per un attimo la faccia di Mike si è sovrapposta a quella del ragazzo. Quel pugno era rivolto a mio cugino, non a quel tizio, ma non posso giustificare le mie azioni in questo modo banale.
Quando arrivo al bagno non perdo tempo e mi chiudo all'interno. Poggio le mani sul lavabo in ceramica e stringo gli occhi come se bastasse per dimenticare tutta la merda che mi circonda.

La verità è che oggi è stata proprio una giornata di merda! Nonostante il finale di serata inaspettato e sicuramente mozzafiato vissuto con Riley, questa mattina è andato tutto storto. A svegliarmi quest'oggi è stata mia mamma che ha ben pensato di chiamarmi alle otto del mattino. Non si è di certo premurata a chiedermi come stavo, o del perché avessi reagito in quel modo, ha semplicemente trovato la scusa per rimproverarmi e accusarmi di essere cresciuto in un modo barbaro e inconcepibile. Ha avuto il coraggio di dire che mio padre mi ha solo trasmesso odio e rancore, che non mi ha mai fatto conoscere le vere emozioni che la vita ci riesce a regalare.

Come se lei avesse mai potuto aiutarmi. È scappata con mio zio senza pensarci due volte e ha avuto il coraggio di farmi la paternale!

La cosa più destabilizzante della chiamata è stata sicuramente la sua pretesa nel trasferirmi a casa sua, con mio zio e i miei fratellini. E il mio rifiuto non l'ha preso proprio bene. Ha minacciato di denunciare mio padre per chissà quale stronzata, come se non avesse già altra merda a cui pensare.
Ed io che mi ero quasi illuso nell'aver trovato un rapporto con lei, nell'aver accantonato il rancore che provo nei suoi confronti. Dio, ma quanto è stronza!

Apro il getto dell'acqua al massimo e quest'ultima inizia a schizzare un po' ovunque, persino sulla mia maglia. Con le mani a coppa raccolgo un po' di quel liquido trasparente e poi mi bagno il viso per cercare di distrarmi da quei pensieri. L'acqua raggiunge persino qualche ciuffo dei miei capelli castani che inevitabilmente si bagnano ricadendo lisci sulla mia fronte. Ho così tanti pensieri in questo momento che mi sento la testa scoppiare.

Dovrò trasferirmi davvero? Come farò a vivere con mio zio? Come farò a sopportare Mike?

A risvegliarmi dai miei pensieri è il tonfo proveniente dall'altro lato della porta. Qualcuno sta bussando e non ci vuole un genio per capire di chi si tratta. Riley apre la porta del bagno senza aspettare una mia risposta, sarei potuto essere nudo in questo momento, ma non le sarebbe importato. I suoi occhi azzurri sembrano preoccupati e subito si vanno a posare sul rossore della mano con cui ho colpito quel tale.
"Ti sei fatto male?" domanda entrando nella stanza e chiudendo la porta alle sue spalle. Le nostre dita entrano in contatto e lei, con estrema dolcezza, inizia ad accarezzare le mie nocche ferite.
"No, sto bene" dico e sotto al suo tocco delicato sento i miei pensieri afflievolirsi.
Rimaniamo così, in silenzio. Lei accarezza le mie mani ed io mi inebrio del profumo delicato dei suoi capelli.

"Perché l'hai colpito?" parla d'un tratto facendomi sussultare. "Non c'era davvero bisogno di fargli del male."
"Vi stava dando fastidio o sbaglio?" risposi.
Riley mi guardo un po' accigliata. Aggrotta le sopracciglia e poi scioglie l'unione delle nostre mani. "La violenza non è mai una soluzione, Axel."
"Allora ti sei scelta il ragazzo sbagliato" allargo le braccia esasperato. "Io sono questo Riley! Probabilmente ho problemi nel gestire la rabbia, ho una famiglia di merda e mi comporto da stronzo. Non sono il bel tipo di cui tutte si innamorano."
Porto una mano sulla testa stringendo fra le dita qualche ciocca dei miei capelli. "Forse dovresti allontanarti da me" sussurro consapevole di aver detto una gran cavolata.

Fake HopesWhere stories live. Discover now