33. Eredità

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"Dunque voi siete gli amici di mio nipote..." Jackson Haynes avvicina la forchetta in acciaio verso la bocca. Siamo tutti seduti a tavola e l'uomo tenta, quasi goffamente, di instaurare una conversazione con noi. Ovviamente l'impresa si sta rivelando più complicata del previsto.

Axel non fa altro che linciarlo con lo sguardo, accompagnato da qualche frase poco carina.
Mike, cugino e fratellastro del mio ipotetico ragazzo, interviene con frasi sgarbate e derisorie nei confronti del proprio fratello maggiore.
I due gemelli, ignari probabilmente di tutto ciò che sta accadendo, giocano col cibo chiacchierando tra loro.
Rachel, invece, tenta di stemperare gli animi senza grandi successi.

"Sì, siamo più che amici..." Ben allarga le labbra, ma nel suo tono di voce percepisco un po' di imbarazzo.
"Siamo come l'A Team."

Come?

Aggrotto le sopracciglia mentre volgo il mio sguardo sul mio amico. Ben sorride forzatamente annaspando dell'aria in modo convulso.
Notando gli sguardi confusi posarsi su di lui, precisa ciò che voleva dire. "Un gruppo affiatato e coeso" dice.
"È bello sapere che mio figlio ha delle persone di cui fidarsi" la mamma di Axel sposta una ciocca dei suoi capelli scuri dietro l'orecchio. Allunga la mano verso quella del marito che la stringe alla sua in modo amorevole.
"Magari potresti uscire con loro..." continua spostando i suoi occhi sul suo secondo genito.

"Che ne dici, Mike?"

Mi strozzo con un boccone di carne ed inizio a tossire in cerca di un po' di aria. Gwen mi da una serie di pacche sulla schiena, cercando di farmi sputare ciò che stavo ingerendo. Fortunatamente riesco ad ingoiare comunque ciò che stavo mangiando. Sento il rossore salirmi sul viso quando noto Axel sghignazzare silenziosamente.

"Scusate", mi schiarisco la voce e poi prendo un sorso d'acqua.

Mike non ha ancora dato una risposta alla madre che, fortunatamente, non ha insistito sul discorso. L'idea che il fratello spocchioso possa trascorrere del tempo con noi mi mette i brividi. Ricordo bene ciò che è successo alla festa di compleanno di Rachel. È bastato un piccolo malinteso e Axel sarebbe stato pronto a saltargli letteralmente addosso. Quello che mi ha fatto imbestialire, però, è stato l'atteggiamento del più piccolo... irrispettoso e arrogante allo stesso tempo.

"Che dite se vado a prendere il dolce?" La donna si alza con grazia dal proprio posto dopo aver ripulito la bocca dall'eccesso di residui del cibo. Sorride a tutti quanti e si dilegua velocemente verso la cucina.
Una fugace occhiata fra me e la mia amica è abbastanza per farci alzare entrambe e seguire la donna. Non vogliamo essere un peso, perciò se possiamo esere utili in qualche modo siamo disponibili.

"Ha bisogno di una mano?" Dice Gwen mentre si avvicina al piano cottura.
"Oh, ragazze... non dovete scomodarvi" afferma uscendo dal frigo alcune teglie ricoperte dalla carta stagnola.

Senza attendere oltre, sia io che Gwen, liberiamo le mani della signora dal peso dei vassoi e ci dirigiamo con molta attenzione nuovamente verso il soggiorno.
Quando ritornano al tavolo la situazione, però, sembra più tesa del solito.

Lo zio di Axel, Jackson, guarda di traverso suo nipote, come se avesse detto qualcosa di sbagliato. Anche Mike non è da meno, pronto come al solito a gettargli fango addosso.
L'unico preoccupato per l'incolumità del ragazzo è Ben, che inizia a ridere in preda ad una crisi isterica.
"Oh, guardate!" esclama non appena ci vede arrivare. "Ecco il dolce! Non vogliamo mica perderci questa prelibatezza."

Non sapendo bene cosa sia successo decido di non fiatare. La prima a poggiare il cibo sul tavolo è Gwen, per ultima invece è la signora Haynes che fa capolinea poggiando una bottiglia di liquore probabilmente da dividere con suo marito.
"Gradite un po' di amaro?" ci chiede, ma come tutti la guardo attonita.

Fake HopesWhere stories live. Discover now