21. Pettegolezzi

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Il rientro a Windsburg è stato più traumatico di quanto immaginassi.

Mai avrei potuto pensare che il liceo si sarebbe trasformato in un covo di serpenti, pronti ad affondare i loro denti velenosi nella pelle altrui. I miei compagni di classe, quelli con cui sono cresciuta e che conosco praticamente dall'asilo, mi sembrano persone diverse.
Quando ho deciso di nascondere a tutti il mio lavoro al cimitero l'ho fatto proprio per questo, perché non volevo essere giudicata, ma mai avrei potuto immaginare che la scoperta di questi segreti così sconcertanti facesse uscire il lato più viscido delle persone.
Mi guardo intorno spaesata.
Mi sembra di non riconoscere più nessuno di loro.
Guardo i loro occhi carichi di odio, di cattiveria, e tutto ciò è rivolto verso un'unica persona: Axel.

È da quando sono arrivata a scuola che ho cercato i suoi occhi verdi, le sue spalle larghe e i suoi tatuaggi.
Sento un necessario bisogno di vederlo, di sapere come sta, di abbracciarlo e dirgli che andrà tutto bene. Eppure non ho ancora avuto modo di dirgli ciò che davvero penso.
In giro si mormora che sia venuto a scuola, ma io ancora non l'ho incontrato e temo che si stia nascondendo da me per ciò che ci siamo detti l'ultima volta che ci siamo visti.

"A che pensi?" la voce soave di Gwen mi risveglia dai miei pensieri. Mi osserva con un pizzico di preoccupazione negli occhi, ma non smette di fissarmi.
Sospiro affranta. "Sono preoccupata per Axel."
"Immaginavo" sospira anche lei ed inclina leggermente la testa. "Cerca di stare tranquilla però."
"Ci provo, ma non è semplice. Ho paura che faccia qualche sciocchezza, quel ragazzo è un vero idiota a volte" spingo con le mani la porta della mensa e attendo un paio di secondi per far entrare anche Gwen.
Dallo scaffale afferriamo due vassoi e poi ci mettiamo in fila.
"Tutti i ragazzi sono degli idioti, specialmente quando siamo innamorate di loro e continuano a fare cazzate!"
La saliva mi va di traverso. Mi manca l'aria nei polmoni ed inizio a tossire con forza. Il mio viso è paonazzo, ma fortunatamente riesco a riprendermi presto.
"Io non sono innamorata di lui!" dico faticosamente.
Guardo Gwen dritta negli occhi per qualche istante, poi lei inizia a ridere allegramente ed io sospiro sconsolata.
È letteralmente piegata in due, si tiene lo stomaco con la mano e non accenna a smettere.

"Smettila Gwen...ci guardano tutti" le sussurro strattonando la manica della sua felpa. "Smettila di ridere!"
"Ti hanno mai detto che potresti fare l'attrice comica?" asciuga dal bordo del suo occhio sinistro una lacrima e poi fa lo stesso con il destro.
"Ah-ah-ah! Non sei simpatica."
"Oh, andiamo! Sappiamo benissimo entrambe che Axel è un bel ragazzo e tu ne sei maledettamente attratta."
Mentre la mia amica parla, io inizio a riempire il vassoio con un paio di pietanze tentando di sviare il discorso ignorandola.
"È inutile che fingi di non sentire, tanto lo so di avere ragione" alza il meno con fare altezzoso e poi scuote i suoi lunghi capelli castani dietro le sue spalle.
"D'accordo, d'accordo. Axel è un bel ragazzo..." dico e non appena lo faccio, Gwen inizia a saltellare felice.
"Ma non mi piace per niente!" puntualizzo e la sua felicità svanisce in un attimo.

Mi avvio verso uno dei tanti tavoli disponibili, Gwen mi affianca velocemente dopo aver pagato il pranzo.
"Anche se neghi, l'ha capito tutta la scuola che ti piace Axel...si vocifera che tu abbia lasciato Scott per lui."
"Ho lasciato Scott perché mi ha messo le corna e comunque la nostra storia non sarebbe durata" mi sistemo meglio sulla sedia e lo stesso fa la mia amica.
Sto per iniziare a mangiare, sperando che questo discorso venga stroncato prima che possa degenerare, ma in lontananza la mia squadra di cheerleading inizia a chiamarmi a gran voce.

"Hey, Riley! Vieni qui!" dicono in coro.
Sorrido istintivamente e, dopo essermi scusata con Gwen, mi avvicino a loro.
"Eccolo qui il nostro capitano" dice Sandra, la nostra flyer.
"Scusate ragazze, in questi giorni sono stata a New York da mio padre" dico e mi accomodo momentaneamente accanto a loro.
"Beh dovresti passare più tempo con noi, siamo o non siamo il gruppo più cool della scuola?" continua sempre lei. Mi guarda con i suoi grandi occhi neri, così scuri e profondi da farmi rabbrividire.
"Cercherò di essere più presente" mi scuso sperando che sia abbastanza.
"Perché non pranzi con noi?" Malika, la ragazza bionda di fianco a me, mi sorride dolcemente.
Mi volto quanto basta per osservare Gwen e noto che non ha ancora toccato cibo, segno che mi sta aspettando.
"Facciamo un altro giorno, che dite?"
"Sì, però senza cani randagi che ti scodinzolano dietro" con un cenno della testa indica la mia amica e poi inizia a ridere divertita, seguita dal resto del gruppo.

Fake HopesWhere stories live. Discover now