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C — Y E O S A N G

Solamente a ricreazione, venni a sapere di come Seonghwa avesse appena litigato con due suoi compagni di classe, ottenendo di conseguenza una bella nota sul registro. Sbuffai, divertito al solo pensiero, bevendo in silenzio il mio succo di frutta seduto ciondoloni sulla scrivania dell'aula.

《Com'è possibile che si è immediatamente fatto riconoscere?》chiese Wooyoung dietro di me. Sobbalzai leggermente, rischiando che la cannuccia mi andasse di traverso. Mi voltai subito, guardandolo corrucciato.

《Ti diverti a spaventarmi, per caso?》commentai indispettito. Wooyoung rise con gusto, mentre il cappuccio che aveva sollevato sul capo a causa del gelido vento mattuttino gli scivolò sulle spalle, rivelando così il suo volto leggermente abbronzato e la sua zazzera indomabile di capelli corvini. Mi lasciai sfuggire un sorriso, notando lieto che non fosse cambiato di una virgola.

《Non era il paladino della correttezza e dell'onestà?》insistette allora lui, sedendosi accanto a me sulla scrivania. L'aula era deserta, e una piacevole luce penetrava nella stanza attraverso le finestre aperte. Si potevano udire senza alcuna difficoltà le risate e le grida degli altri studenti, intenti a divertiesi nel giardino sottostante.

《Sì. Probabilmente ora è già in presidenza, prostrato ai piedi del direttore!》ridacchiai, e lui con me. Gli passai dunque il mio succo di frutta, che finì in un solo sorso per me. Subito dopo, mi lanciò una delle sue solite occhiate indagatorie, socchiudendo appena gli occhi. Incrociai le braccia al petto, intuendo già cosa volesse dirmi.

《Sì. Domani sono tre anni che stiamo insieme. E no, non so ancora cosa fargli.》borbottai, distogliendo lo sguardo, a disagio. Percepii subito addosso l'occhiata contrariata di Wooyoung. Decisi di ignorarlo.

Mi strofinai appena le braccia, rabbrividendo al solo pensiero. Tre anni, millenovantacinque giorni circa. Erano passati più di mille giorni, da quando Seonghwa per errore mi aveva baciato nel cortile della scuola. Da quando mi aveva afferrato per quella terribile cravatta color beige, chinandosi sul mio viso. Era il primo bacio per entrambi. Seppur brusco e poco gradevole, ricordo perfettamente quell'inaspettato e disperato bisogno di provare quella strana sensazione una seconda volta, e una terza. Anche se per errore, trovarmi in quel momento intrappolato nella sua stretta mi sembrava la cosa più corretta al mondo.

Seonghwa quel giorno mi disse che mi amava. Disse quelle due parole unicamente quella volta, impacciato e con timidezza, come se neppure lui ci avesse creduto a sufficienza. Ma a me bastavano, perché percepii gli occhi farmisi lucidi e lo stomaco contratto all'inverosimile. Non mi importava quasi più di nulla. Sapevo quanto per lui fosse difficile accettare la propria omosessualità, quanto si detestasse ogni qual volta che si ritrovava a rifiutare anche la più bella della scuola.

Perché Seonghwa era bello. Bellissimo. Di una bellezza surreale, pittoresca. Poteva realmente essere un'opera da esposizione, e rappresentare di conseguenza l'espressione d'arte più bella presente in un museo. Non possedeva una bellezza solitaria, no, non era bello semplicemente perché lo era. Era bello perché nonostante qualsaiai espressione facesse, qualsiasi sentimento provasse, riusciva a far risplendere tutto ciò aveva attorno. Come se lui fosse stato semplicemente il sole, fulcro essenziale per i pianeti intorno a lui. E mi piaceva bearmi del suo tepore, farmi riscaldare dai caldi raggi della sua risata, affondare le mie mani nelle sue.

Attraverso i suoi sguardi, è come se mi dicesse Ti amo ogni volta. Per questo motivo non me la sono mai sentita di chiedergli di ripetermelo altre volte. Percepisco quelle sue due lievi parole ogni notte, fischiarmi nelle orecchie, scivolare sulla federa del mio cuscino, rincorrersi tra le lenzuola. Involontariamente, Seonghwa era diventato il mio essenziale mezzo per dormire e l'unica motivazione per alzarmi al mattino.

Millenovantacinque giorni dopo, è ancora così.

《Mi stai ascoltando?》il lamento di Wooyoung interruppe i miei pensieri. Mi riscossi, scuotendo bruscamente il capo.

《Che c'è?》borbottai, altrettanto infastidito. Wooyoung mi guardò male, tirandomi un leggero pugno sulla spalla destra, imbronciandosi.

《Ti avevo appena dato un consiglio prezioso, ma dato che non sei interessato, non lo ripeterò.》concluse, soddisfatto. Lo guardai incredulo, spalancando la bocca.

《Wooyoung!》lo ripresi, non facendo in tempo ad aggiungere altro che la campanella sopra di noi ci perforò i timpani, squillando stridula. Il mio amico ne approfittò per fuggire rapidamente via, sghignazzando sotto i baffi. Indispettito, lo seguii subito, spintonando gli studenti che invece stavano rientrando in classe.

Avevo perso Wooyoung, ma avrei riconosciuto la sua risata ovunque. La sentivo rimbombare per i corridoi, acuta e incontrollata più che mai. Lo rincorsi fino al cortile, divertito, senza preoccuparmi della lezione successiva. Avrei costretto Wooyoung a tirarmi un ceffone in pieno viso, per giustificarmi in seguito con la scusa di essermi intromesso nell'ennessima rissa.

Lo afferrai appena in tempo per la giacca, prima che si infilasse in uno degli spogliatoi della palestra, perdendo assieme a lui l'equilibrio. Finimmo entrambi a terra, doloranti, mentre lo lasciavo subito, portandomi istintivamente una mano alla spalla dolorante. Pronto a lanciargli gli improperi che prima non avevo fatto in tempo a dirgli, aprii la bocca, bloccandomi immediatamente. Ignorai totalmente Wooyoung, che si massaggiava sofferente il braccio.

Dietro di lui, Seonghwa sembrava star discutendo con un ragazzo dai capelli di un fastidioso color fragola.

𝐔𝐓𝐎𝐏𝐈𝐀 [Ateez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora