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[N/A] Eccoci qua al nostro epilogo! ♡

Z — E P I L O G O

La scuola terminò un giorno di pioggia estiva. Nonostante ci fosse il sole, il cielo si ostinò a lacrimare comunque, offuscando leggermente la solarità di quella giornata. Seonghwa sollevò in silenzio lo sguardo verso il sole, momentaneamente oscurato da una capricciosa nube passeggera: le mani in tasca, lo sguardo smarrito, non aveva con sé un ombrello che potesse proteggerlo dalla pioggia. Si limitò ad osservare il colore incerto del cielo, lasciando che la pioggia sul suo viso sostituisse le lacrime che da mesi si ostinava a non versare. Lasciò che l'acqua bagnasse ed appesantisse quel sentimento di inadeguatezza che soffocante premeva contro le pareti del suo torace, insinuandosi spinoso tra le sue costole. Deboli raggi solari illuminavano il suo viso pallido.

Il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro capriccioso, strofinandosi esausto gli occhi affaticati. Gocce di pioggia gli graffiarono la pelle. Sollevandosi il cappuccio della felpa sul capo si sistemò la cartella in spalla, lanciando un'ultima occhiata a quell'ormai familiare edificio quotidiano, tesoro di momenti non più raggiungibili e luogo di silenziosi incontri. La scuola non era mai stata sul podio delle sue preoccupazioni, seppur unica certezza della sua routine: era quasi un sollievo doverla lasciare, ed insieme a lei abbandonare altri mille problemi che ne conseguivano. Seonghwa voltò senza rimorsi le spalle a quel che fu il suo passato, premeditando di tornare a casa con le luci di quella pioggia purificante. Ogni suo passo, una sconfitta.

《Seonghwa!》lo chiamò d'improvviso una voce. In un attimo, il sole parve inghiottire le nubi. Seonghwa si bloccò nel bel mezzo del marciapiede: un'inaspettata tempesta sconvolse il suo stomaco, andando a turbare la serenità del suo aspetto. Hongjoong gli stava correndo incontro, un ombrello viola in bilico in una mano, la cartella stretta nell'altra. Seonghwa si rese amaramente conto che in quei sei mesi non fosse cambiato affatto: le scarpe consumate numero trentotto erano sempre le stesse, ed indossava come di consueto una delle felpe che gli aveva regalato a Natale, incosciente dell'effettivo significato che aveva avuto in realtà per entrambi.

Hongjoong gli sorrise radioso, allungandosi sulle punte dei piedi per coprire entrambi con il proprio ombrello, una mano poggiata sullo stomaco per riprendere fiato. Seonghwa chiuse istintivamente gli occhi, incapace di osservarlo ulteriormente. Il battito incontrollato del proprio cuore gli rimbombava incessantemente nelle orecchie, un inaspettato calore riscaldò le sue guance. Avere Hongjoong talmente vicino, dopo giornate intere trascorse ad evitarlo, fu destabilizzante. L'aria iniziò a mancargli, la nostalgia ad assalirlo.

Hongjoong perse definitivamente i ricordi che aveva di Seonghwa il primo di Gennaio, la notte di Capodanno. In seguito all'incidente, i suoi ricordi vennero manomessi dal trauma subito. Si dimenticò di diverse futilità, di particolari che potevano essere tranquillamente sorvolati, ma si dimenticò anche del ruolo che Seonghwa costituiva nella sua vita. Lentamente l'amore che provava verso di lui si tramutò in diffidenza, ritrovandosi costretto a vivere nella propria casa assieme ad uno sconosciuto. Hongjoong si dimenticò di Seonghwa, e con lui la loro storia d'amore.

Nei giorni che precedettero lo scoccare della mezzanotte dell'ultimo dell'anno, Hongjoong aveva iniziato a convivere con la personalità di Seonghwa. Nonostante non si ricordasse di lui, aveva riconosciuto nella sua persona qualcuno di cui fidarsi. Sognante e distratto, trascorse gli ultimi giorni di Dicembre nel rincorrere ricordi che non possedeva più, tentando di distribuire equamente la sua attenzione tra realtà ed immaginazione. Perso nel proprio mondo interiore, Hongjoong smarrì per strada l'amore della sua vita.

Seonghwa, una volta accertatosi che Hongjoong lo avesse realmente dimenticato, subì il colpo in silenzio. Non ne fece parola con nessuno, né però fu un grado di reggere più lo sguardo ormai privo di affetto sul volto del suo amante. Lasciò casa Kim la mattina del primo Gennaio, ancor prima che le luci del mattino potessero illuminare il viale desolato. La valigia strusciava pesante sull'asfalto ai suoi piedi, la salita gli apparve più ripida del solito. Seonghwa tornò a condividere il proprio appartamento con Yeosang, iniziando nuovamente a frequentare regolarmente assieme a lui la scuola. Di conseguenza, non ebbe più contatto con nessuno.

In classe evitava lo sguardo di San ed Hongjoong, nei corridoi quello di Mingi e Wooyoung. Non fu neanche più in grado di conversare con Yunho, nonostante lo avesse trovato sempre particolarmente simpatico. Qualche settimana dopo l'incidente, Mingi e Yunho annunciarono il loro fidanzamento. Seonghwa ne fu lieto e con lui anche Hongjoong, ignaro ormai dei sentimenti che un tempo aveva provato per il primo dei due. L'umore di Mingi si incupì drasticamente, come anche quello di San: rimasero per affetto amici di Hongjoong, un ragazzo ormai incapace di ricambiare correttamente il loro sentimento. Un'amicizia ormai vuota, riflesso di una tragica disgrazia.

Seonghwa per i restanti mesi si concentrò sullo studio, desideroso solamente di poter allontanarsi al più presto da quella città, testimone di una sofferenza immeritata. Trascorse le giornate immerso nello studio e tra i libri della biblioteca, spiando di tanto in tanto tra le pagine spiegate di un vecchio volume di aritmetica la camminata rapida di piccoli piedi numero trentotto. Il suo sguardo si smarriva tra gli scaffali, alla ricerca della piccola figura di Hongjoong, e calde lacrime talvolta andavano a macchiare i libri di testo. Le giornate trascorsero inesorabili, ingannevoli: ogni mattina Seonghwa accoglieva il mattino speranzoso di risvegliarsi tra le gambe di Hongjoong, ma non accadeva mai. Per colazione preparava una tazza di té in più, che Yeosang era costretto a bere per non doverla buttare. Ogni sua azione, era volta per due. Il suo vaso di Pandora straripava ormai di amore.

《La pioggia sembra viola, sotto questo ombrello. Non ti pare?》chiese ad un tratto la dolce voce di Hongjoong, fastidiosamente carezzevole alle sue orecchie. Seonghwa si irrigidì leggermente, sollevando timidamente il capo: gocce di pioggia picchiavano la violacea tela traslucida dell'ombrello, proiettando sul viso di entrambi macchie color violetto. Hongjoong sorrise a quella visione, Seonghwa trattenne invece con abilità un singhiozzo. Amaro, si rese conto che avrebbe fatto di tutto pur di rivederlo ridere sotto quello sciocco ombrello color viola, mentre pioggia colorata bagnava i vestiti che inconsciamente si erano scambiati quel Natale.

Hongjoong gli lasciò generosamente l'ombrello, dal momento che abitava in quel quartiere e dunque il suo appartamento non distanziava particolarmente da quel luogo. Seonghwa non lo fermò, mentre lo osservava allontanarsi a passo svelto. Nonostante le lacrime gli appannarono rapidamente la vista, percepì un lieve sollievo riscaldargli il petto. La consapevolezza che non lo avrebbe più rivisto gli lasciò dell'amaro in bocca ma la speranza di una nuova rinascita, seppur faticosa, riaccese la speranza nel suo sguardo. Abbassò l'ombrello all'altezza dei propri occhi, osservando la figura di Hongjoong confondersi in quella incessante pioggia color viola.

TO BE CONTINUED...

[N/A] Ebbene, eccoci alla fine di questa storia. Ho cercato di essere il più sintetica e meno pesante possibile, essendo comunque un epilogo. Perdonatemi, ma ho un kink per la cover di Purple Rain (T-T). Volevo realmente ringraziarvi per i piccoli traguardi che ho raggiunto con questa storia, ho apprezzato realmente ogni vostro singolo commento. Grazie, mi avete aiutata realmente a migliorare e ad apprezzare leggermente di più ciò che scrivo. Rifletterò per un possibile sequel, ancora grazie, grazie, grazie mille. Amate sempre gli Ateez, e shippate Seongjoong ihih <33.

𝐔𝐓𝐎𝐏𝐈𝐀 [Ateez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora