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[N/A] ...La storia sta per finire. Godetevi il capitolo :)

U - Y E O S A N G

Quel pomeriggio Seonghwa non tornò a casa. Lo aspettai invano seduto sul divano, il dvd appena acquistato poggiato dinanzi a me sul tavolino in vetro. Il continuo ticchettio delle lancette turbava i miei pensieri, contrastando l'assordante silenzio che era calato d'improvviso nell'appartamento. Mi chiesi dove potesse essere, leggermente preoccupato. Non rispondeva alle mie chiamate, né riceveva i miei messaggi. Probabilmente si trovava al concorso d'arte a cui aveva iscritto entrambi, dal momento che si era mostrato particolarmente interessato.

Mi domandai cosa lo rallegrasse tanto, in quel periodo. Seonghwa non era un ragazzo particolarmente solare, né facilmente mostrava interesse riguardo ad un un argomento. Avevo tentato ininterrottamente di coinvolgerlo in una qualsiasi attività di coppia, senza ottenere mai riscontri positivi, dunque quella sua iniziativa mi aveva particolarmente sorpreso. Ultimamente lo vedevo più radioso, seppur riservato come suo solito. Non si svegliava più ad orari improponibili nel bel mezzo della notte, e le sue carezze mi sembravano persino più delicate.

Non mi baciava. La mattina spesso mi sfiorava una guancia, prima di alzarsi dal letto e prepararsi il suo solito caffè, sistemando le nostre cartelle all'ingresso. Temevo mi nascondesse qualcosa, eppure la sua improvvisa serenità era alquanto rassicurante. Volevo fosse così per sempre. Addormentarsi e risvergliarsi con lui accanto, era diventato più semplice di quanto pensassi. Ogni tanto, non appena ne avevo l'occasione, semplicemente gli ricordavo che lo amavo. Ti amo, gli sussurravo dolcemente all'orecchio. Lui sorrideva semplicemente, come se ne fosse pienamente consapevole, chinando il capo. Non rispose mai a quelle mie dichiarazioni.

Nonostante sapessi che quella fosse solamente una mera illusione, mi convinsi che per il momento quel piccolo angolo di Paradiso fosse reale. Per qualche breve attimo, volli illudermi. Mi morsi un labbro, ricordando quanto lo sguardo di Seonghwa risplendesse quel lontano pomeriggio. Aveva il viso sporco di tempera, l'impronta di una piccola mano sul suo viso. Mi domandai se si trattasse di uno sconosciuto, di un amico, di qualcosa di più. O semplicemente, decisi di non aver notato nulla. Seonghwa non socializzava particolarmente, dunque non mi sarei dovuto preoccupare.

Eppure lo vidi indossare quello sguardo un'unica volta, nonostante la nostra lunga relazione. Era appena terminata la scuola, ed aveva superato gli esami con il massimo dei voti. Ne rimasi stupito, dal momento che avendo studiato assieme l'intero quadrimestre, non aveva mai mostrato particolari doti nello studio. Eppure eccelse sopra gli altri, superando le proprie aspettative. Aveva rivendicato parte del suo orgoglio, e per la prima volta potei sbirciare in una fissura del suo cuore. Mi sorrise, come mai aveva fatto, immobile dinanzi ai quadri. Poco più in alto degli altri, leggermente più vicino a me.

Ma il sorriso che mi rivolse l'altro giorno, non era il risultato di una semplice fessura. Qualcuno era riuscito a squarciare letteralmente il tessuto del suo cuore, riversando in esso un'allegria inusuale. Glielo si leggeva nel suo sguardo sfuggente, smarrito in fantasie e silenziosi immaginari. Era inutile fingere: i sorrisi che mi rivolgeva, erano per un'altra persona. Se mi baciava, baciava un altro. Lo attesi ancora qualche minuto, iniziando a sentirmi lievemente a disagio, il silenzio come unico compagno in quell'improvvisa solitudine. Sospirai, alzandomi dal divano, riflettendo sul da farsi. Rassegnato, presi le chiavi di casa, uscendo dall'appartamento. Lo avrei ritrovato, e riportato da me. Non mi interessava: l'immagine di noi due stesi sul divano, immersi nel nostro utopistico amore, era sin troppo allettante. Mi apparteneva, come io appartenevo a lui.

Il primo luogo che controllai, fu la scuola. Mi guardai attorno, esitante. Nonostante fosse tardo pomeriggio, la zona era particolarmente trafficata. Mi fermai ad un incrocio, sospirando: Seonghwa, non puoi semplicemente rispondermi? lo chiamai ancora una volta, attraversando nervoso la strada, bloccandomi d'un tratto non appena lo scorsi sul marciapiede. Era fermo accanto al semaforo, osservando ignaro un punto dietro di me. Tra le mani stringeva un pacco di succhi di frutta, ed un sorriso smagliante gli illuminava il volto. Confuso, tentai di capire se fosse realmente lui.

Feci per chiamarlo, ma lui mi precedette.

《Hongjoong!》la sua voce arrivò chiara alle mie orecchie. Fu un richiamo dolce, misurato, affettuoso. Utilizzò una tonalità di voce, che con me mai aveva sperimentato. All'improvviso, un fulmine rischiarò la mia memoria, nella mente unicamente l'immagine di quella impronta di vernice sul suo viso. Hongjoong. Quel ragazzo con cui aveva litigato all'inizio dell'anno, e con cui avevo preso un pessimo caffè lo stesso giorno. Il solito ragazzo introverso, troppo timido per evitare di finire nei guai. Lo stesso ragazzo che Seonghwa portò sulle spalle una giornata intera, così almeno mi disse Mingi.

Come si erano innamorati? Come era riuscito Hongjoong, un semplice immaturo adolescente, a separarci? Nel mio petto, il cuore si spezzò. Le lacrime, che ostinatamente non volli versare a causa sua, andarono ad otturare il mio udito. Non mi accorsi dunque di una macchina, che al massimo della sua velocità si dirigeva verso di me. L'autista suonò il clacson un paio di volte, gridandomi di spostarmi, ma i miei piedi pesavano come macigni, e il mio controllo era crollato con loro.

Incrociai per un breve attimo lo sguardo incredulo di Seonghwa, prima di percepire due esili braccia attorno alla mia vita. Nonostante tremassero contro il mio corpo, mi spinsero con forza verso il marciapiede. Inorridito, distinsi semplicemente una chioma rosso fuoco venire investita al mio posto.

[N/A] ...Eccoci qua :)

𝐔𝐓𝐎𝐏𝐈𝐀 [Ateez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora