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"Sono 25€" dice il tassista rivolgendosi al mio amico che paga e mi invita a scendere dall'auto.
Ci troviamo davanti a un palazzo bianco con dei particolari di legno.
Lorenzo citofona e poco dopo il cancello del palazzo si sblocca con un suono meccanico, entriamo, prendiamo l'ascensore e ci dirigiamo al 6 piano. Davanti la porta c'è Luca che porta dei pantaloni della Nike e una felpa rossa. Saluta calorosamente Lorenzo mentre a me sorride solamente.
La casa è molto bella e moderna, pur essendo un appartamento è grande, appena si entra c'è la cucina laccata bianca e sulla sinistra il salotto, con un divano che fa angolo bianco, un tavolino del medesimo colore ed una TV a dir poco enorme. La casa è piena di vetrate e c'è una vista mozzafiato.
Poi troviamo un corridoio e delle porte, non posso sapere che stanze sono dato che Luca ancora mi mostra la casa.
"Vieni ti mostro la tua camera" dice il ragazzo moro percorrendo il corridoio e aprendo una porta che mostra un letto da una piazza e mezza, una scrivania bianca e un armadio. "C'è solo un problema" continua "ho solo un bagno quindi dobbiamo fare una sorta di turni" dice ridendo, è davvero bello quando ride, ha un sorriso che toglie il fiato.
"Tranquillo per me va benissimo" dico io con una faccia da ebete.
"Ti lascio, così puoi sistemare la roba"
Dice uscendo dalla camera

"Giulia preparati stiamo andando a pranzo fuori" dice Lorenzo entrando in camera. Mi sono messa dei jeans a vita alta con uno strappo sul ginocchio, una maglia attilata a costine nera e un cappotto dello stesso colore.

Siamo entrati in un ristorante abbastanza chic di Milano.
"Salve ho prenotato per tre" dice Luca alla cameriera
"Il nome?"
"D'Orso Luca"
"si certo, seguitemi"
Seguiamo la ragazza che ci porta ad un tavolo per 4 persone, ci porge il menù e prende le ordinazioni
"Allora che si fa questo pomeriggio?"
Chiedo impaziente
"Andiamo in studio da Ava, perché Luca deve registrare però questa sera io non ci sono devo uscire con una ragazza" dice Lorenzo facendomi l'occhiolino "come vi organizzate voi?" continua il mio amico.
"Io questa sera pensavo di andare in discoteca, se vuoi puoi venire con me?" dice Luca guardandomi
"e per fortuna non eri il tipo da discoteca" dico io ridendo
"quando non ho niente da fare ci vado" conclude con tono freddo.

È pomeriggio e stiamo tutti in studio, Luca sta registrando un pezzo "io non cambierò mai, no mai, voglio andar lontano da qua, lontano da qua, ho risolto i miei guai, ormai, fanculo chi parlava fra" dopo aver finito si siede vicino ad Ava e iniziano a smenettare al computer. Sono le 21 e sono veramente stanca ma ho detto a Luca che sarei andata con lui.

"Dai Giu andiamo" dice Luca fuori dalla porta della mia camera
"Come sto?" chiedo incerta, indosso un vestito blu elettrico con degli strass e la schiena scoperta a cusa della scollatura.
"Bene" dice il moro mentre mi fissa.
Luca prende le chiavi della macchina e si dirige verso quest'ultima.
È un BMW verde eccesso, molto sobria e poco appariscente soprattutto.
"come mai questo colore?" chiedo rompendo il silenzio che si era creato durante il tragitto per andare in discoteca,
"mi devo distinguere, altrimenti non sarei Capo Plaza" dice distogliendo lo sguardo dalla strada e guardandomi
"ma quanto te la tira Madonna" dico quasi scioccata,
"Ti farò ricredere, fidati... Sono diverso da tutti i personaggi famosi"
Dopo questa frase nessuno più osò parlare.

Siamo arrivati in discoteca, usciamo dalla macchina e Luca mi prende per mano, a quel tocco dei brividi mi hanno percorso il corpo, non avevo mai provato questa sensazione. Non sapevo come decifrare quel segnale del mio corpo ma, d'istinto, stacco la mano dalla sua, lui mi guarda
"Giulia è solo per entrare più velocemente in discoteca, non potresti entrare perché sei minorenne ma se ti vedono con me ti fanno entrare senza problemi... Dobbiamo stare vicini. Quindi dammi la mano e non complichiamo la situazione" dice tutto d'un fiato. Gli tendo la mano e lui l'affera. Arriviamo davanti il buttafuori che chiede i nostri nomi
"Capo Plaza" dice Luca, l'uomo mi squadra, così il ragazzo moro continua "Lei è la mia ragazza" io lo guardo perplessa mentre il buttafuori ci fa cenno di entrare.

|Era tutto perfetto, ma ormai| CAPO PLAZA Where stories live. Discover now