Capitolo 1

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James Sirius Potter, da quando riusciva a ricordare, aveva sempre avuto un solo ed unico sogno, ogni istante della sua vita era stato un piccolo passo verso di esso.

James voleva essere un Indicibile.

Quando sua madre gli aveva spiegato il funzionamento del Ministero della Magia, era stato subito chiaro quale sarebbe stato il suo futuro. Non un Auror come quasi tutti i suoi cugini, non il ministro della magia come Rose, no, lui voleva fare l'indicibile.

Non gli importava che non avrebbe potuto condividere con nessuno il suo lavoro; a nulla erano valsi i tentativi dei suoi di dissuaderlo, lui era sicuro di voler fare l'indicibile.
Il perché era, per lui, abbastanza semplice: se provieni da una famiglia di leggende non puoi batterli in forza, astuzia o gesti eroici, puoi solo puntare sulla conoscenza.

James voleva capire tutto: perché non esistono incantesimi per resuscitare i morti? Come funziona lo spazio-tempo in un mondo in cui tutto può essere modificato? Da dove viene la magia? Perché ci sono persone che nascono con poteri e altre no?

Per anni aveva tentato di trovare una risposta a queste e a moltissime altre domande tormentando chiunque gli fosse capitato abbastanza vicino, ma anche non così tanto grazie all'orecchie oblunghe create dallo zio George.

Ad Hogwarts aveva dato il meglio di sé solo nelle materie che gli servivano per i MAGO trascurando completamente le altre, tutto suo zio Ron diceva sua madre.

E, con un po' di aiuto da parte della professoressa McGranit che aveva chiuso un occhio, o forse era solo diventata miope, sulla rada peluria che spuntava dal suo cane trasfigurato in divano, aveva preso tutti E.

Ed ora era il giorno. Il giorno della lettera.

Aveva mandato la candidatura al ministero, giorni e giorni per recuperare tutte le scartoffie necessarie, scrivere il curriculum ("ma' secondo te si possono definire ripetizioni l'aver aiutato Al a salire su una scopa?"), la lettera motivazionale e riuscire a farsi fare una fototessera decente.

Ogni anno l'ufficio misteri accettava solo venti nuovi candidati come tirocinanti, ma riceveva richieste da tutto il mondo.

I suoi amici a scuola continuavano a dirgli di star tranquillo "con un cognome come il tuo, ti prenderanno sicuramente!" ma James non era dello stesso avviso.

Non voleva essere preso per il suo nome, voleva essere preso perché era bravo, perché era tra i migliori. Gli indicibili dovevano pensarla come lui, perché la scelta dei candidati era totalmente anonima e solo alla fine del percorso di selezione scoprivano le generalità dei ragazzi.

Il tirocinio durava tre anni dopo i quali era previsto un esame per poi essere finalmente ammessi come veri e propri dipendenti del ministero.

Toc toc.

Il gufo ministeriale.

Ad Hogwarts James aveva seguito il corso di Aritmanzia e ora sentiva la voce del professor Motte che gli rimbombava nella mente: "Bambini, quando sentite bussare il gufo del ministero il vostro cuore batte come quello del cercatore di Serpeverde quando si accorge che Potter ha individuato il boccino".

James allungò la mano e prese la busta, gli tremavano così tanto le mani da non riuscire ad aprirla.

"Quando state per aprire la busta, raggiungete i battiti di Krum prima di fare la presa del bradipo".

Tirò fuori con irruenza la pergamena e subito la coprì con la mano, non era pronto a scoprire il su destino.

"Bambini, al momento della lettura, invece, avrete il colore della professoressa Umbridge quando un branco di centauri l'ha caricata".

IndicibileWhere stories live. Discover now