Capitolo 7

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10/09/22

Con il passare dei giorni James riuscì a crearsi una nuova routine. Si alzava ogni mattina alle sette, faceva colazione con i suoi e poi si dirigeva al ministero via camino. Mark lo aspettava fuori dall'aula e si sedevano vicini in seconda fila. Eveleen arrivava poco dopo e si univa a loro. James si stava impegnando per conoscere anche gli altri compagni di corso, ma formare un gruppetto di amici stretti era importante per lui, faceva parte del suo modo di essere. Durante la giornata si intervallavano le quattro lezioni che, nel corso della prima settimana, avevano abbandonato il ripasso per entrare, sempre di più, nel vivo.

James sentiva molto la differenza tra quello che aveva studiato ad Hogwarts e le lezioni che seguiva ora. Per esempio, mentre la professoressa McGranitt spiegava loro, sempre con dovizia di particolari, come fare una trasfigurazione, la Watson li faceva ragionare su come era stato scoperto quel particolare incantesimo e come loro avrebbero potuto modificarlo e migliorarlo. Applicazione e ragionamento erano le parole d'ordine per ognuno dei corsi che stava seguendo.

Il professor Köhler sfoggiava ogni giorno completi più eccentrici, raggiungendo l'apice con un panciotto giallo canarino correlato da vere piume dell'animale.

La professoressa Boneschi era una strega bionda e molto materna, era l'unica dei professori ad avere dedicato l'intera prima settimana al ripasso, voleva che tutti gli studenti si ricordassero alla perfezione alcune pozioni basilari. L'obiettivo del corso era, infatti, quello di imparare a saper creare pozioni nuove, adatte ad ogni situazione, senza bisogno di doversi affidare a quelle già create da altri.

Tra tutti i corsi che stava seguendo il preferito di James era sicuramente quello del professor Pendragon. Dopo tutto il giovane Potter veniva da una famiglia di Auror, battersi contro il male era la sua passione. L'insegnante era un uomo alto e quasi completamente brizzolato, portava degli occhiali neri che gli conferivano un'aria da professore saggio e un po' stropicciato.

"Ragazzi oggi proviamo a mettere in pratica cosa abbiamo imparato questa settimana" disse il professore il primo venerdì dell'anno.

"Faremo una simulazione di una situazione reale, ricordatevi che entro la fine dell'anno dovrete partecipare ad una vera missione sul campo. L'obiettivo è scoprire che cosa fa questo oggetto" disse facendo fluttuare un cubo davanti ai ragazzi "che chiameremo tesseract, ma prima, dovrete riuscire a trovarlo!"

"Il professore deve essere nato Babbano" sussurrò Eevee a James "e fan della Marvel, oserei dire".

James la guardò molto confuso e Eveleen alzò gli occhi al cielo, in questi momenti le mancava Matt, l'unico dei Malandrini a capire le sue citazioni nerd.

Il professor Pendragon aveva fatto alzare tutti i ragazzi e li aveva fatti disporre in cerchio intorno a lui, nel frattempo l'aula era completamente cambiata assumendo l'aspetto di un vicolo mal illuminato.

"Ho deciso di aggiungere un grado di difficoltà, ognuno di voi avrà una specie di handicap. Dovete essere pronti a tutto! E poi ho letto un articolo babbano che sostiene che esercitarsi in condizioni svantaggiose migliori la prestazione."

Il professore incantò un ragazzo per volta: chi portava gli occhiali, come James, se ne trovò sprovvisto, ad alcuni di loro vennero legate entrambe le gambe insieme, ad altri furono tappate

le orecchie e all'ultimo gruppo, in cui si trovava Eveleen fu impedito di parlare, rendendo possibili solo gli incantesimi non verbali.

"Ricordatevi che siete una squadra, non è una gara, potete riuscire tutti insieme o fallire tutti insieme. Lo scopo è trovare il tesseract e capire come si usa, cercate di non farvi del male a vicenda e provate a compensare le vostre difficoltà sfruttando le capacità dei compagni. E ora... via!"

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