Capitolo 10

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Il primo mese di lezioni era passato come solo i corsi scolastici sanno fare, sembrava essere volato e contemporaneamente non finire mai. James era quasi riuscito ad abituarsi alla nuova vita, che piano piano stava diventando la sua routine. Con l'andare del tempo la difficoltà delle lezioni aumentava esponenzialmente. I professori avevano, da tempo, lasciato alle spalle il ripasso ed era quasi difficile distinguere la differenza tra le materie tanto erano diventate complesse. Tutti i professori li spronavano ad andare sempre più in profondità, non bastava sapere un incantesimo, bisognava essere in grado di capire perché funzionasse.

E poi, all'improvviso era cambiato tutto. Tutto quello in cui i maghi avevano mai creduto.

03/10/22

Da come era iniziato quel tre di ottobre, nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe stata una giornata da ricordare. Il cielo sopra a Londra era grigio come sempre, una pioggerellina fastidiosa si insinuava nel bavero dei passanti. Negli anni a venire James avrebbe ripensato a quel giorno molte volte, tentando di capire se avrebbe potuto fare qualcosa di diverso, se avrebbe potuto prevedere quello che stava per accadere.

Era arrivato al ministero in orario, come tutti i giorni. Si era seduto di fianco a Mark e avevano iniziato a parlare di Quidditch. Quel weekend i Cannoni avrebbero dovuti sfidare le Harpies e casa Potter era spaccata in due: Ginny tifava la sua vecchia squadra mentre James teneva alla squadra del cugino, Harry si era definito neutrale non sapendo se temesse di più la rabbia del figlio maggiore o quella della moglie.

Eveleen aveva fatto un'entrata rocambolesca, correndo in aula allo scattare dell'ora per poi sedersi con pochissima grazie di fianco a James.

"Presente!" rispose senza aspettare che la professoressa Watson la chiamasse.

"Se non vuoi dire a tutti che sei una Legilimens, vedi almeno di contenerti" le bisbigliò James.

Negli ultimi due anni il ragazzo era diventato bravo a schermarsi dal potere dell'ex fidanzata, aveva preso lezioni private ed ora se la cavava abbastanza bene con l'Occlumanzia. Se si agitava troppo, come durante un combattimento, tuttavia, le sue barriere cadevano e la sua mente tornava ad essere semplice da leggere per Eveleen come un libro per bambini.

"I professori lo sanno, è scritto nel mio curriculum" spiegò lei arrossendo.

La questione della lettura del pensiero creava sempre un po' di screzi tra i due, anche se ormai convivevano in pace senza scannarsi a vicenda, ma la vecchia ferita era rimasta aperta e ogni tanto tornava a bruciare. Eveleen tentava di contenersi e di non rispondere a ciò che pensava James, ma faceva fatica a distinguere tra pensiero e parola, quando si trattava del ragazzo.

"Potter, Connely se avete finito di amoreggiare, vorrei fare un annuncio" disse scocciata la professoressa "Oggi andremo in missione!"

Tutte le persone della classe cominciarono a parlare contemporaneamente.

"Una vera missione?"

"Oh Morgana"

"Ma non era prevista per la fine dell'anno?"
"Ma siamo pronti?"

"Finiremo male"

"Oh Merlino"

"SILENZIO" ululò la professoressa tentando di riportare la calma in classe "So che non era previsto, ma così sarà la vostra vita in futuro. Passerete giorni e giorni a studiare la magia per poi, all'improvviso, essere chiamati sul campo. Dovete essere sempre pronti o come avrebbe detto un mio caro vecchio amico: vigilanza costante!"

La professoressa obbligò i ragazzi a mettersi in fila e a seguirla, senza dare ulteriori spiegazioni sulla missione che avrebbero dovuto affrontare.

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