soldatini di plastica nella mia testa

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ho messo la sveglia alle 7. esatto. non mi riconosco. ma d'altronde.  entro nella doccia e ci resto per tantissimo tempo. intanto vanno in loop le canzoni della mia band e dei pinguini. -Ahi ahi ahi ahi! Ma giuri che tra un po' te ne andrai! Ahi ahi ahi ahi !Alla fine però non lo fai mai! Ahi ahi ahi ahi! Provan a rompere il ghiaccio con te! Ahi ahi ahi ahi! non sanno che tu sei l'Antartide!- mi ritrovo a cantare. parte la nostra Peter Pan, una delle mie preferite -Da grande volevo fare il taxista:lavorare tutta la notte in una scatoletta.Oppure il barista; sentire storie di gente sconosciuta con una vita meravigliosamente disastrosa.- mi blocco. la sento esattamente così la mia vita in questo momento. meravigliosamente disastrosa.  esco dalla doccia. mi avvolgo in un asciugamano e inizio ad asciugarmi i capelli che oggi sono più ricci del solito.  vado a scegliere dei vestiti. scelgo quella che un tempo era la mia camicia preferita (ultimamente ho indossato solo ed esclusivamente magliette) e dei jeans. esco in cucina e penso che forse dovrei fare colazione. nonostante lo prenda dopo, mi faccio un caffè e mangio dei biscotti. anche la mattina di Natale mi si spezzano i biscotti nel caffè  penso. 

quando ho finito mi lazo in piedi. l'occhio mi cade sulla telecamera impolverata. mi viene l'impulso di accenderla e iniziare a filmarmi. la prendo in mano. scuoto la testa e l'appoggio. non ancora. in fondo, sto solo andando a bere un caffè con una persona a cui ho salvato la vita... una persona che ha posato il primo cerotto sul mio cuore però.

sono puntualissimo, alle 10.30 sono già in piazza. non sono io. mi appoggio con la schiena contro una parete, e guardo le torri. sono imponenti, mi fanno sentire solonuna briciola in confronto a loro. sono magnifiche nella loro imponenza. mentre le guardo un fiume di persone mi passa accanto. ognuno va per la sua strada, senza prestare attenzione agli altri. tanto anche in mezzo alle persone ci si sente spesso soli come a Bologna. il mio telefono vibra da dentro la tasca. lo prendo. è noa. hey, ciao, ti va bene al bar Bolo?. io sono già in piazza ma non voglio metterti fretta. le rispondo. perfetto, anche io sono già qui in realtà...allora ti raggiungo al bar.

la vedo. ha un vestito  giallo che risalta il colore della sua pelle e dei suoi occhi, e una giacca di jeans.Nei capelli il mare mosso e troppa gente nella testa. questa volta non posso proprio fare a meno di pensare che è bellissima. -ehm, ciao!- le dico. -hey!-. ci avviamo dentro il locale. 

ordinati caffè e brioches iniziamo a chiacchierare. - i miei nonni sono originari delle filippine, i miei genitori da piccoli sono venuti in Italia, e io sono 100% bolognese.ho 24 anni, lavoro in un negozio di abbigliamento, amo i tortellini....- mi fa un sorriso. -ma parlami un po' di te- bevo un sorso di caffè. -beh, non c'è molto da dire, sono nato anche io a Bologna, la mia famiglia è molto complicata, ho 26 anni, fino a 1 mese fa avevo una ragazza, degli amici, due canali YouTube...la band cel'ho ancora, ma la sento mia solo a metà...come vedi ora ho una vita noiosa.- non so nemmeno io perchè le sto dicendo queste cose, non ne ho mai parlato con nessuno. -ti starai chiedendo perchè ho perso tutto quin..- -no, no, no- mi interrompe. io non  voglio sapere niente per forza se non vuoi dirmelo, ma se vuoi parlare io ci sono...- le sorrido. sento di avere una amica...e in fondo in fondo vorrei che fosse qualcosa di più..


touchè (ndi dalle stelleeee, o re del cielooo! VI PREGO DITEMI CHE L'AVETE CAPITA), Nels ammette i suoi sentimenti! vediamo come andrà a finire la storia....lasciate una stellina <3


anche Superman ha le sue debolezze -Nelson Venceslai-Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt