bicchieri piatti e sogni si infrangono

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dovrei staccarmi. dovrei spingerla lontano. dovrei urlarle che non voglio più vederla. e invece resto lì a prendermi il bacio. il vento ci passa nei capelli, facendo arrivare i suoi capelli lunghi e soffici sulla mi faccia. sento un brivido, che parte dalle suole delle mie vans appoggiate sull'asfalto e arriva fino al cervello che è in palla. totalmente in palla. poi la paura mi cresce nel cuore. mi stacco. se fossimo in un film o in un libro (voi tralasciate il fatto che lo siamo)ora noah avrebbe visto tutto. mi sale il terrore che sia successo veramente. mi guardo intorno nervoso. non la vedo. bea mi guarda. non riesco a decifrare la sua espressione. senza guardarla un' altra volta mi giro e me ne vado. 

-cosa succede?- mi chiede la mia ragazza che ho raggiunto. -voglio stare da solo, scusami- la allontano. -ok..- risponde girandosi e camminando verso gli altri ragazzi che stanno smontando e mettendo via gli strumenti. ho bisogno di stare solo. anzi no. in questo momento ho bisogno di un amico come Dario. 

ciao.

hey

dove sei?

a casa. tu?

in un parco. ho appena finito il concerto.

quello vicino allo stadio?

si. possiamo parlare?

certo. vengo lì?

grazie, sei un vero amico.<3

figurati. 5 minuti e sono lì


resto seduto sul prato umido, nella notte. la folla ha smesso di cercarmi, se ne sta andando a casa. l'aria notturna sembra sempre più pura di quella diurna. più fresca. più libera. nonostante siano le 22 passate da un bel pezzo vedo Dario arrivare. lui fa lo scemo, ma è una delle persone più intelligenti e profonde che abbia mai conosciuto. lui ha sempre la cosa giusta da dire. al contrario di me. si avvicina e si siede. nessuno dei due dice una parola. restiamo seduti sul prato mentre sentiamo anche l'ultima macchina sgommare via. guardiamo le stelle e la luna che spunta.  guardiamo le luci della città, sotto di noi. - a me succede spesso- inizia lui. -di non sapere cosa fare. e restare a guardare. mi succede spesso di notte. e quindi mi siedo e osservo le stelle. e poi racconto a loro la mia vita. quello che va male. quello che va bene. sfogati- mi dice.faccio un bel respiro e inizio a parlare, rivolgendomi più al cielo che a lui. come mi ha suggerito di fare -bea è venuta al concerto. mi ha baciato. ma io non mi sono staccato subito. l'ho fatto solo quando ho pensato a Noah. e a lei non ho pensato subito. credo...credo di provare ancora qualcosa per Beatrice. nonostante tutto-

anche Superman ha le sue debolezze -Nelson Venceslai-Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt