come quelle cose che non sai

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-socc'mel, ti sei ripreso- dice tonno dandomi una pacca sulla spalla. negli occhi però vedo della preoccupazione. -perchè avete fatto venire federico e bea??- chiedo. -il..dottore ha detto he ti avrebbe fatto recuperare la memoria- spiega mio cugino. -io...è stato lui, lo so!- dico convinto -ecco...ti volevamo parlare di questo...- inizia tonno. la porta si spalanca ed entra un'infermiera. queste maledette infermiere stanno diventando la cosa che odi di più dopo fare fatica. -mi dispiace signori dovete uscire...- annuncia. i tre ragazzi e la ragazza escono salutandomi e mi lascino solo con la donna. -devo misurarti la pressione- mi informa. mentre procede all'operazione io penso a cosa volesse dirmi tonno. poi ripenso all'incidente. inizio a recuperare i ricordi. 

sento le ginocchia che vengono a contatto con l'asfalto. appoggio le mani per terra ma cedono. un attimo prima di sbattere la testa sento un boato. uno schianto. vetri rotti. 

l'infermiera esce dopo aver segnato qualcosa sulla cartellina. io ho incredibilmente fame. ma sono anche stanchissimo. mi addormento senza accorgermene.

sento una carezza dolce sulla guancia. apro leggermente gli occhi. noah è chinata sopra di me e mi guarda con occhi he fanno venire il diabete se li fissi troppo.  -ti andrebbe di baciarmi?- le chiedo. lei sorride e senza dire niente posa le sue  labbra sulle mie. -sai quando mi dimetteranno?- le chiedo. -se tutto va bene domani. - mi risponde con un sorriso. -cosa voleva dirmi tonno?- la interrogo ancora. -ah...aspetta lo chiamo...faccio venire anche cesare.- esce un attimo e rientra con i due ragazzi. loro vengono ad abbracciarmi. -allora...-inizia tonno. -la..la macchina che ha cercato di investirti...- trattiene il fiato -appena dopo averti schivato ha fatto un incidente- continua cesare -con un'altra macchina... entrambi i guidatori sono feriti...- quindi...quindi non è stato Federico... rifletto. sospiro. -avanti...dimmelo.penso di poterlo reggere..- noah mi prende la mano. cesare si fa ancora più serio. e poi sopra un nome. una manciata di lettere. io non reggo. non rispetto la promessa. la testa sbatte sulla testiera. un ennesimo colpo. non perdo i sensi ma sono sul punto di farlo. -n..no! n..on..non ..è pos..possibile..- tonno si affretta a portarmi un bicchiere di acqua che trangugio. -no...no, io..n...non- balbetto ancora. guardo i ragazzi intorno a me. -io...posso andare da lui?- chiedo. -appena riuscirai a rialzarti..- dice tonno. -io..ci riesco!- affermo provando a mettermi seduto. riesco con qualche gemito. noah mi mette un braccio intorno alle spalle e mi tiene la mano. anche mio cugino mi viene vicino. tonno apre la porta e io muovo qualche passo incerto verso di essa. arriviamo in corridoio e la vedo. stanza 245.


lo so in questo momento mi starete odiando....vi voglio bene peròòòòò! ciaooo

anche Superman ha le sue debolezze -Nelson Venceslai-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora