Alla Ricerca del Principe

1.3K 61 14
                                    

La riccia trascinò l'amico nella stanza di quest'ultimo con tanto di libro.
-Hermione chi pensi che sia?-
-Non lo so posso dare un'occhiata al libro?-
Il ragazzo dagli occhi verdi passò a malincuore il libro alla ragazza.
Hermione si sedette sul letto di Harry e aprì il libro soffermandosi di nuovo su quella scrittura, scritta con quella scrittura spigolosa ma elegante.
-Ho già visto questo tipo di scrittura ma non ricordo dove.-
-Hermione ma principe?-
-Prima che tu me lo chieda Harry, non esistono famiglie cosiddette reali nel mondo magico, non ci sono re e regine e nemmeno principi e principesse, quindi deve essere per forza un soprannome, ma chi sarebbe così pomposo da chiamarsi principe da solo?-
-Non so Hermione è un rompicapo, ma non mi interessa sinceramente, chiunque sia è un genio, perciò mi terrò questo libro che ti piaccia o no, ora avrei fame, andiamo a pranzo?-
La riccia annuì scese in sala comune e appellò i libri per le lezioni del pomeriggio Aritmanzia e Rune Antiche.

Il pranzo passò in tranquillità, e anche le quattro ore di lezione del pomeriggio di Hermione passarono in fretta, si ritrovò alle 5 ad avere molto tempo prima di cena quindi si recò in biblioteca a studiare, ma i suoi pensieri venivano continuamente distratti dal principe mezzzosangue, magari Piton ne sapeva qualcosa, ma si sentiva troppo a disagio per abbassare le sue difese occlumantiche e disturbare il professore.
Prese qualche libro per poterci capire di più sull'argomento ma, come aveva detto ad Harry quella mattina, non esistevano famiglie reali nel mondo magico.
Cercò ancora e ancora ma non trovò praticamente nulla. Così scoraggiata come non mai, giunta l'ora di cena, uscì dalla biblioteca e si recò in sala Grande.
-Dofe sei stafa? Ti ferchiamo da fore.- disse Ron intento a magiare con voracità il suo piatto di maccheroni al formaggio.
-Ron fai schifo.- lo ammonì la sorella.
-Ero curiosa e sono andata.-
-In biblioteca.- finirono Harry e Ginny insieme la frase al posto della riccia.
-Si e non ho trovato assolutamente nulla, il vuoto assoluto.-
-Ma ti sei portata via tutti i libri dalla biblioteca.- disse Ginny guardando come la borsa di Hermione facesse fatica a chiudersi da quanti libri conteneva.
-Si certamente, lo sento che c'è qualcosa che mi sfugge, devo rivedere bene tutto.-
Finita la cena gli amici si diressero in sala comune e mentre Harry e Ron intavolarono una partita a scacchi dei maghi, Ginny ed Hermione si sedettero sulle poltrone più vicine al camino acceso.
-Allora che mi dici? Sei preoccupata anche tu per questo libro non è vero?-
-Si Ginny lo sono, non è normale chiamarsi principe, solo uno con manie di egocentrismo potrebbe darsi un soprannome così.-
-E poi questa gelosia morbosa che Harry ha nei confronti del libro, non mi piace Hermione mi ricorda il diario di Riddle.- solo a nominare il diario a Ginny venivano i brividi lungo la schiena.
-Non so che dirti Ginny, teniamo solo d'occhio la situazione per il momento d'accordo?-
-Va bene.-
Le amiche si sorrisero e poi entrambe appellarono un libro, Hermione di Aritmanzia e Ginny sul Quidditch.
Passarono la serata a leggere e a mangiare biscotti che avevano chiesto a Dobby di portagli.
Quando il pendolo della sala comune suonò il coprifuoco la riccia si alzò stiracchiandosi dal divano, appuntandosi meglio la spilla da prefetto, si diresse al dormitorio, recuperò il suo mantello e la sua borsetta di perline in cui fece scivolare dentro tutti i libri sulla ricerca del principe e nascose la borsetta sotto al mantello, si avvicinò allo specchio e si aggiustò i capelli, dopodiché scese di nuovo in sala comune e si avvicinò ad Harry.
-Harry mi presteresti il mantello?- gli sussurrò all'orecchio.
Il ragazzo la guardò interrogativo.
-Per favore.- continuò lei.
-D'accordo.- il ragazzo sparì nel dormitorio e tornò poco dopo con quello che la ragazza gli aveva chiesto.
-Grazie!- gli diede un bacio sulla guancia, salutò gli amici e uscì dalla sala Comune recandosi in sala Grande per prendere Malfoy e iniziare la ronda, non doveva dimenticarsi del suo compito, tenere d'occhio Malfoy, per quello aveva chiesto il mantello ad Harry.
Mentre arrivava in sala Grande Hermione infilò il mantello di Harry nella borsa e prima di aprire la porta stabilì la connessione mentale con l'insegnate al piano di sotto.
Si nascose dietro un armatura e chiuse gli occhi concentrandosi per abbassare le sue difese mentali.
Il muro costruito quel mattino venne giù molto in fretta da quanto era debole.
"Professore, mi scusi se la disturbo."
"Signorina Granger, mi dica pure."
"Scusi professore le dispiace se tengo aperta la nostra connessione mentre faccio la ronda, ultimamente Malfoy è diventato più cupo, e sinceramente mette un po' d'ansia."
"Certamente, fa in modo che io possa vedere tutto."
"Grazie."
Hermione tirò un lungo sospiro di sollievo, si sentiva meno sola con quell'enigmatico Serpeverde.
La riccia entrò in sala Grande e Malfoy non c'era.
Si avvicinò alla McGranitt.
-Oh signorina Granger, eccola qui.-
-Professoressa McGranitt, dov'è Malfoy?-
-Il signor Malfoy non è qui, e non ho nemmeno idea di dove si trova al momento, ma il professor Silente mi ha chiesto di avvisarti che ti aspetta nel suo ufficio.-
"Lei ne sa qualcosa Professore?"
"Al momento ne so quanto lei signorina Granger, vada dal professor Silente."
La riccia un po' sorpresa si avviò al Gargoyle che trovò stranamente già aperto e salì all'ufficio del preside.
-Buonasera signorina Granger.-
-Buonasera professore.-
-Non la tratterrò molto signorina, ho solo bisogno di darle alcune informazioni sul signor Malfoy. Non farà la ronda con lei questa sera poiché è stato richiamato a casa questa mattina, sia io che lei, credo che ne conosciamo il motivo, non l'ho detto agli insegnanti e nemmeno al suo Capocasa perché si ostina a non volermi vedere.- e dicendo quello guardò la riccia dritta negli occhi come se sapesse di star parlando direttamente al diretto interessato.
-Al contrario suo signorina Granger, a quanto ne so ha prestato al professor Piton tutte le cure del caso, dal momento che rifiuta anche le cure di Madama Chips.- Silente la squadrava da sopra i suo occhiali a mezzaluna.
-Si signore, sa il professor Piton è parecchio testardo.-
"Simpatica."
Il preside sorrise quasi come se avesse colto il piccolo scambio di battute dei due.
-Le sarei grato se andasse a portare queste notizie al professor Piton dopo che avrà effettuato la ronda da sola.-
-Lo farò senz'altro professore.-
-Buona notte signorina Granger.-
-Buonanotte Signore.-
La riccia uscì dall'ufficio e si recò dalla professoressa McGranitt che le assegnò il primo piano e i sotterranei.
Lei girò per tutto il primo piano, e a parte una coppia appartata in un aula vuota, di cui però si era rifiutata di vedere i volti, anche perché erano rimasti nell'ombra, sapeva solo che erano di Grifondoro, perché aveva visto due cravatte rosse e oro per terra vicino alla porta.
-Tornate subito al dormitorio o sarò costretta a togliervi i punti.- la ragazza fece per uscire quando dall'ombra notò un ciuffo di capelli inconfondibili, rossi come il fuoco e lunghi, scosse la testa ed uscì dall'aula.
Era curiosa, doveva ammetterlo ma se la sua migliore amica non le aveva parlato di questa storia doveva esserci un motivo, così semplicemente la ragazza proseguì il suo giro verso i sotterranei, esplorò ogni angolo, ma di studenti fuori dal letto nemmeno l'ombra.
Così una volta davanti alla porta dell'ufficio di Severus si guardò ancora una volta intorno sperando che non ci fosse nessuno ed entrò.

Legilimens ~ A Snamione StoryWhere stories live. Discover now