La storia del Principe

1.2K 62 6
                                    

-Si Granger, io sono il Principe Mezzosangue. E non per darmi delle arie, ma perché vorrei tanto avere il cognome Prince, non sono fiero di portare il cognome di mio padre, non era di certo come il tuo.- e indicò la mente della ragazza per farle capire che si riferiva ai suoi ricordi.
-Sa dirmi se c'è qualcosa di pericoloso che Harry potrebbe usare per sbaglio?-
-Sai Granger, io non ho avuto la vita tutta fiorellini e unicorni magici come è stata la tua infanzia, ho fatto molti errori nella mia vita, uno tra questi è stato questo.- si indicò il braccio.
-Ma ho anche inventato degli incantesimi, uno è il Levicorpus che fino a qualche giorno fa credevo fosse un incantesimo sbagliato, ma vedendolo fatto da te ho cambiato idea. L'unico problema potrebbe essere un incantesimo che sicuramente è scritto in quelle pagine, potrebbe essere molto pericoloso.-
Hermione ci pensò su un po' poi allargò lo sguardo.
-Sta parlando forse dell'incantesimo Septum, Sectum qualcosa?-
-Sectumsempra, è un'incantesimo molto potente, hai presente cosa succede con la maledizione Cruciatus?-
-Si certo migliaia di lame bollenti che ti si infilano nel corpo.-
-L'effetto è simile, esso provoca delle emorragie, come se una spada invisibile ti colpisse più volte.-
-Potrebbe essere pericoloso se Harry decidesse di provarlo.- la ragazza non parlava con lui ma misurava a grandi passi la stanza.
-Hermione fermati, dobbiamo trovare una soluzione.-
-Ma come ti è saltato in mente di inventare un incantesimo così, si può sapere chi ti ha fatto così tanto male da volergliene fare altrettanto?-
-Tu non sai niente, non sai niente.- anche lui si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza.
-Aiutami a capire.- la ragazza lo fermò per un braccio e per un attimo i due si guardarono negli occhi.

Ossidiana nell'ambra.

-So che sotto questa maschera c'è molto di più, solo aiutami a capire.-
-Non sai niente.- ripeté l'uomo non riuscendo a staccare lo sguardo da quello della ragazza.
-Invece si, mi hai detto che la tua infanzia non è stata come la mia, e allora spiegami com'è stata.-
Il professore non sapeva perché ma il fatto che la ragazza gli stava dando del tu non lo turbava minimamente e si sentiva tranquillo nel pensare di raccontare la sua storia alla ragazza.
-Mio padre.- disse solo l'uomo e poi si sedette sul divano trascinando la ragazza accanto a se.
Lei si sedette pronta ad ascoltare la sua storia.
-Mio padre non lo si poteva nemmeno definire tale, era un uomo violento e ubriacone.- mentre parlava l'uomo guardava il fuoco nel camino.
-Va avanti.- gli disse la ragazza appoggiandogli una mano sulla spalla, lui la prese e la portò sulla sua gamba intrecciata alla sua.
-Lui.. lui la picchiava, anzi ci picchiava, odiava il fatto che io fossi un mago, quando rientrava a casa era sempre ubriaco e qualsiasi cosa, anche la più piccola lo faceva scattare, crescendo provavo ad aiutare mia madre ma lui mi faceva scattare le magie incontrollate e una volta per spostarlo l'ho fatto levitare dall'altra parte della stanza, lui si è arrabbiato perché avrebbe preferito che io fossi come lui, ma io non sarò mai come lui, mai. Quando avevo questi episodi di magia lui mi picchiava, mi alzava con la forza e mi schiaffeggiava, dopodiché mi gettava a terra e mi prendeva a calci fino a che non andavo a rinchiudermi nella mia stanza, e da li lo sentivo cambiare obiettivo e iniziava a picchiare lei.
Quando ho compiuto 11 anni arrivò la lettera per Hogwarts, lui non era in casa ma entrò proprio mentre il gufo planava sul tavolo della cucina lasciando cadere la mia lettera, era ubriaco, mi picchiò e poi picchiò lei dicendole che mi aveva contaminato. Io non volevo partire, avevo paura di ciò che sarebbe potuto succedere, infatti pochi mesi dopo la mia partenza per Hogwarts il professor Silente e Minerva mi chiamarono in presidenza e mi dissero che mia madre era stata portata con urgenza al San Mungo e che io sarei partito con una passaporta quella sera stessa.
Quando arrivai in ospedale la scena che mi si parò davanti fu orrenda.- gli si incrinò la voce ma cercò di continuare, Hermione strinse un po' più forte la sua mano.
-Era piena di lividi, mi dissero che aveva fratture scomposte in più punti alcune anche vecchie di un mese, era dimagrita ancora di più da quando l'avevo lasciata il primo settembre. Minerva mi aveva accompagnato, un minore non può viaggiare da solo con una passaporta, lei mi disse che era in coma, che le fratture erano troppe, aveva una gamba rotta, 3 costole incrinate, un trauma cranico che l'aveva spedita in coma, i polsi entrambi slogati e avvicinandomi a lei notai che i polsi avevano dei segni scuri che giravano intorno, l'aveva probabilmente legata. Non era riuscita a slegarsi con l'uso della magia perché lui le aveva spezzato la bacchetta.- iniziò lentamente a piangere, appoggiando il gomito sulla gamba e reggendosi la testa su una mano, non staccando mai l'altra da Hermione.
Lei di slancio lo abbracciò e lui ricambiò l'abbraccio piangendo sulla sua spalla.
Dopo che si fu un po' sfogato rimanendo sempre appoggiato alla sua spalla la ragazza gli accarezzava i capelli.
-Comunque.- disse tirando su col naso. -Morì qualche giorno dopo Natale, gli ematomi erano molto estesi e il trauma cranico aveva lesionato parti importanti del cervello, ovviamente le vacanze le passavo al castello ma durante le vacanze estive dovevo tornare a casa, senza mia madre e conoscendo la reputazione di mio padre non potevo tornare a casa mia, quindi il professor Silente era riuscito a contattare mio nonno che mi accolse in casa sua ma mi lasciò con un elfa domestica di nome Elenie, lui lo vidi solo il primo giorno, con profondo disgusto mi prese alla stazione e una volta arrivato in una delle sue tante ville in riva al mare mi disse solo che da quel momento Elenie era mia, e se ne andò, non lo vidi mai più, Elenie faceva le faccende in casa, cucinava, ma rimaneva sempre molto silenziosa e non mi parlava, un giorno le ho chiesto un unico favore, ovvero quello di poter avere un calderone e degli ingredienti, mi arrivò una strillettera da mio nonno in cui mi diceva di starmene al mio posto e non avere pretese che a parte per sfamarmi non avrebbe tirato fuori un soldo. Quell'estate venne un funzionario del ministero e mi disse che mia madre mi aveva lasciato qualche spicciolo e mi diede la chiave della camera blindata della Gringott, ad Hogwarts la mia vita non era migliore di quella che avevo a casa.-
-Potter.- disse lei imitando palesemente male la sua voce mentre richiamava Harry perché aveva sbagliato l'ingrediente di una pozione o semplicemente perché si chiamava Potter scoppiando poi a ridere.
Lui non fece altro che alzare la testa dalla sua spalla e guardarla male.
-Non ha reso la mia vita semplice, né lui né tutto quel gruppo di imbecilli che si portava dietro, l'unico che si salvava un po' era Lupin, ma siccome quei tre erano gli unici che sapevano il suo segreto e lo accettavano gli andava dietro come un cane da guardia, quel maiale di Potter mi ha anche salvato la vita.-
-In che senso?-
-Hermione, ti facevo più sveglia, ricordi al terzo anno? Lupin ti ha raccontato la storia dei malandrini o sbaglio?-
-GIUSTO! Sirius ti aveva fatto uno scherzo e voleva mandarti in pasto a Remus nella sua versione lupo mannaro e James ti ha salvato.-
-Esattamente, Black voleva fare il simpatico.- le disse l'uomo alzando lo sguardo al cielo.
-Ogni giorno era una continua lotta con loro, finché poi non ho fatto l'errore più grande della mia vita. Al mio settimo anno mi sono unito ai mangiamorte, durante le vacanze natalizie sono tornato nella casa dove sono nato e ho trovato l'ombra di ciò che era mio padre e.. beh ho fatto una cosa..-
-L'hai ammazzato vero?- gli chiese la ragazza guardandolo negli occhi lui annuì semplicemente.
La riccia gli riprese la mano continuando a guardarlo negli occhi.
Il professore si rese conto di quanto gli piacesse quel contatto e per la prima volta in sei anni la guardò negli occhi e le sorrise.

Hermione lo aveva fatto sorridere.

Proprio in quel momento le fiamme del camino diventarono verdi, e ne uscì il preside, la ragazza staccò subito la mano da quella dell'insegnante.
-Buon pomeriggio.-
-Buon pomeriggio signor Preside.-
-Albus.- salutò Severus alzandosi dal divanetto e andando all'armadio dei liquori.
-Vedo con piacere che ti sei rimesso Severus, la signorina Granger qui è stata d'aiuto?- il preside si sedette sulla poltrona mentre il professore gli rispondeva con un mugugno che significava un si.
-Molto bene allora.- il preside fece l'occhiolino alla giovane Grifondoro. -20 punti a Grifondoro.-
Severus si lasciò cadere sul divano ormai rassegnato al fatto che "SILENTE NON È DI PARTE MANCO PER NIENTE."
La riccia sorrise per quel pensiero come se il professore glielo avesse sussurrato.
-Sono qui per il messaggio che mi hai mandato questa mattina Severus. Anzi sono contento che la signorina Granger sia già qui.-
-Che cosa succede signore?-
-Severus non le hai detto nulla?-
-Non ce n'è stato il tempo.-
-Mi scusi signore, posso sapere cosa sta succedendo?-
-Te lo dico io, prima che tu arrivassi avrai sentito il signor Malfoy qui giusto?-
-Si certamente. L'ho visto uscire quando sono arrivata nei sotterranei.-
-Bene, lei ovviamente sa che ieri non era a scuola, è ritornato questa notte, portando con se brutte notizie.-
-Quali brutte notizie?-
-Il Signore Oscuro ha richiesto la tua presenza Granger.- la riccia a quelle parole del suo insegnate sbiancò.
-Co..co..come ha richiesto la mia presenza.- si portò di slancio le braccia al petto e iniziò a tremare.
-Hei hei, calmati, se questo mai succederà ci sarò io e ti proteggerò.- il professore passò un braccio dietro alla schiena della ragazza e la attirò a sé per calmarla, ignorando che il preside fosse seduto li accanto a loro. Quando finalmente gli spasmi si fermarono e la riccia riuscì a riottenere un respiro normale chiese:
-Ma cosa credete che voglia da me?-
-Informazioni, presumo, sul signor Potter.- le disse il preside.
-È inutile, non saprà niente da me.-
-Come vanno le lezioni di Occlumanzia?- il preside si rivolse a Piton.
-Ci stiamo lavorando, ma non è ancora pronta ad affrontare Lui.-
-D'accordo, lavorateci su, signorina Granger, la aspetto nel mio ufficio con il signor Potter dopo cena.-
-Senz'altro signore.-
-Buon pomeriggio ragazzi, ufficio del preside.- e sparì nelle fiamme verdi così come era entrato con uno sguardo di chi la sapeva lunga.
La riccia continuò a guardare il camino.
-Te lo avrei detto, Draco è stato a casa e prima è venuto da me per dirmi che il Signore Oscuro chiedeva di te. Di scegliere, se non ti avessi portato io, ci avrebbe pensato lui durante una delle ronde.-
-E tu mi ci vuoi portare?- negli occhi della ragazza si celava una supplica che all'uomo non sfuggì.
-Non ho scelta Hermione.- disse il professore guardandola negli occhi, di nuovo, per poco tempo l'ossidiana dei suoi occhi si scioglieva nell'ambra di quelli di lei.
-Ma ti prometto che non ti faranno del male, e se dovesse mai succederti qualcosa ci penserò io a te, così come tu hai pensato a me.-
La riccia guardò il professore e gli prese la mano.
E li mano nella mano con il suo insegnante si sentiva al sicuro.
Dopo ciò che lui gli aveva raccontato sulla sua adolescenza lei si sentiva più in sintonia con lui.





Heilà!! Sono tornata presto stavolta, perché metà di questo capitolo lo avevo già scritto in quello precedente, salvo poi rendermi conto che era diventato troppo lungo, così l'ho concluso in questo nuovo capitolo, ma ahimè (o forse no) mi piace scrivere! E quindi sono già in procinto di scrivere il nuovo capitolo! Che come questo arriverà a breve, un bacione a tutti, fatemi sapere cosa ne pensate, Stellinate e commentate.

Besos Niky!

Legilimens ~ A Snamione StoryWhere stories live. Discover now