Prove.

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Victoria arrivò alle prove molto agitata, per lo più stressata. Nonostante ciò che stava vivendo era il suo sogno, non era tutta rose e fiori, le litigate, concerti, interviste, provare tutti i giorni fino a mezzanotte, orari che dovevano essere assolutamente rispettati e restare sempre sul pezzo psicologicamente, messi insieme al rapporto con Damiano che non era dei migliori le facevano perdere il controllo su tutto. Poi c'era anche quel tempo che tanto odiava, nuvoloso e grigio, così nullo e insignificante, non le trametteva niente se non malinconia.
Ovviamente le prove non andarono bene e lei dovette subirsi pure tutti i commenti di Damiano "sei poco attenta" "sei spenta" e continuava all'infinito, ignaro di tutto quello che succedeva nella testa di lei mentre suonava.
"se non hai voglia puoi andartene anche eh" disse lui scocciato, fermando tutti mentre suonavano.
La goccia che fece trabbocare il vaso. Quel suo comportamento così esagerato e meschino non lo tollerava. Vic era sull'orlo di impazzire, posò il basso che aveva in mano sullo stand e lo guardò in piedi, delusa da lui.

"Ma porca puttana Damiano potresti smetterla? Io non ti sopporto più! Altre due ore così non me le faccio ve lo dico. Se c'ho i cazzi miei nun te mette pure tu per favore cazzo!" disse, prendendo il telefono sedendosi poi sullo sgabello alla sua sinistra, ma Damiano non le diede nemmeno il tempo di sospirare che la strattonò fuori con lui prendendola per un braccio.

"Mi puoi dire che cazzo succede?"

"Damiano vai a provare con loro se tanto ci tieni a non avermi tra i piedi." disse lei stringendo le braccia al petto, col respiro affanato.

"Vic porca puttana potresti parlare una volta?"

"Damiano che cazzo devo dirti, ora vuoi saperlo solo così pensi che io ritorni subito con voi a provare. Vaffanculo, davvero." fece lei per andarsene, ma lui si mise dinanzi a lei.

"Lasciami andare ti prego, non voglio nemmeno vederti, sparisci." non lo guardò negli occhi nemmeno per un attimo. Damiano le alzò il viso in modo che l'unica cosa che potesse guardare fossero i suoi occhi e nient'altro.

"Ma la vuoi smettere di fare la bambina? Se non vuoi suonare almeno vuoi rientrare?" cercava di farla ragionare ma niente, aveva perso il controllo ormai.

"Cos'è che non capisci della parola "sparisci"?"

"Parlami quando non sei scazzata" disse lui arrabbiato talmente tanto da poterla pugnalare al petto solo con lo sguardo.
Lei si voltò profondamente delusa da lui, ma lui la rigirò di nuovo.

"Se vuoi andartene a casa posso almeno accompagnarti che piove a dirotto?" le disse lui amareggiato, ormai non poteva più far niente, lo sapevano entrambi.

"Se proprio non ho alternativa..." rispose alzando gli occhi al cielo.

"Muoviti che te pia a febbra co sti capelli bagnati e i vestiti che manco te se vedono più addosso" entrò un attimo dentro prendendo le chiavi e il suo lungo cappotto, avvisando gli altri due che le prove sarebbero state rimandate.
Uscì da lei, vedendola tremante, col trucco sciolto dalle gocce d'acqua che picchiavano veloci sul suo corpo e sul suo viso, e i capelli e vestiti fracidi. Le appoggiò il cappotto sulle spalle che la copriva interamente e portandola in macchina la strinse a sé, lasciandole un bacio tra i capelli che lo fece rabbrividire.
Partì con la macchina e stranamente non mise la loro playlist come sempre, che ballavano e cantavano insieme come due stupidi, avevano entrambi bisogno di silenzio. Nessuno infatti proferì parola.
Arrivati, Victoria scese mentre ancora pioveva tantissimo.

"Te lo ridò un'altra volta questo" indicò il cappotto che le stava enorme ma era comodissimo per lei così piccola. Era così tenera, il volto di Damiano si illuminò guardandola, avrebbe voluto riempirla di baci fino a non poter più respirare.

"Vai che te senti male poi" le disse guardandola ancora, scrutando ogni particolare. Le lanciò un bacio mentre lei rientrava mentre gli nascondeva un tenero sorriso.

don't let me go, never. // damiano×victoriaWhere stories live. Discover now