Federico. // Victoria

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"Muoviti che tra mezz'ora dobbiamo essere via" mi implora Virginia che è corsa ad aiutarmi a scegliere i vestiti per una festa improvvisata da Grillo e Pranno all'ultimo minuto. Guardo il mio vestitino laminato che mi abbaglia gli occhi, ovviamente non potevo che essere più sobria di così. Indosserò delle scarpe col tacco molto alte, almeno non sembrerò una nana come sempre ma spero di non fare figuracce. Appena finisco di vestirmi, inizio a dare una sistemata ai capelli: ho intenzione di fare delle onde molto morbide, ma dubito delle mie abilità da parrucchiera, però ci provo lo stesso. Mentre giro l'ultima ciocca, mi squilla il telefono.
Spero vivamente non sia lui.
"Amo vedi n'attimo chi è" le dico intenta a spruzzarmi un po' di lacca sulle ciocche mosse.
Alla fine non so venuti così male daje.
"Damiano" sbarro gli occhi alla sua risposta.
'O sapevo oh. Mo me tocca sentimme Virgi che me constringe a risponne. Ma poi che voi mo? Tanto se vedemo alla festa, parlame n'faccia.
Quando me 'ncazzo me esce er romano, 'o sai.
"Lascia stare" dico sicura di me, lei subito mi controbbatte coi suoi discorsi su Damiano, noi due e che avrei dovuto rispondere. Nel frattempo, prendo tutti i miei trucchi e li porto sulla scrivania davanti allo specchio iniziando a farmi il solito trucco, ma leggermente più appariscente. Metto molto illuminante, mi piace tantissimo come sta venendo. Mentre cerco di fare una sottile linea di eyeliner il mio telefono, messo apenna accanto a me, squilla facendomi sobbalzare, sbagliando la mia linea che era perfetta. Leggo lo schermo presa dalla furia: Damiano.
Ma mi spieghi che vuoi?
"Amo per favore rispondi tu" le dico cercando di rimediare al mio errore. Lei prende subito il telefono e risponde. Senza farmi notare cerco di sentire ciò che dicono, vorrei proprio sapere cos'ha da dirmi. Vorrà fare una delle sue pazzie, del tipo uscire da soli mentre tutti sono a quella maledetta festa. Non accetterò per nessun motivo al mondo.
"Ci sta venendo a prendere lui" quella frase mi fa salire i nervi, ma cerco di rimanere il più composta possibile.
"Non c'è proprio nessun alternativa?" le dico mentre mi alzo dalla sedia infilando i tacchi.
"Direi proprio di no" mi fa notare la macchina che ci aspetta sotto casa. Sbuffando prendo la borsa e il giubbino di pelle e usciamo finalmente di casa. Sono sia felice di andare alla festa che incazzata visto che non riuscirò a sopportare quei venti minuti in macchina con lui. Arrivate davanti alla sua macchina esito prima di salire, ma in fondo se non andassi con lui dovrei camminare a piedi, ma proprio non mi va quindi me ne faccio una ragione. Entro e un silenzio tombale misto a odore di sigarette mi pervade. Virginia sta zitta e lo guarda, non so che le prende.
Mi sa che non vi siete detti solo questo.
"Sei bellissima" mi dice imbarazzato, mostrando leggermente il suo fantastico sorriso.
Damiano David imbarazzato? Da quando?
"Parti" gli rispondo fredda mentre prendo una sigaretta dal suo pacchetto di Marlboro malandato, situato accanto al freno a mano, la metto tra le labbra e cerco nella borsa un accendino che fortunatamente trovo prima del previsto, quindi la accendo. Damiano parte e mi abbassa il finestrino in modo che il fumo possa uscire fuori dalla macchina.
"Da quando fumi Vic?" mi chiede la mia migliore amica pregandomi con lo sguardo di spegnerla.
"Da ora" alzo il volume della radio sovrastando la sua voce. Damiano mi guarda e abbassa immediatamente.
"Mi spieghi che ti prende?" mi fulmina con lo sguardo.
"Per favore non parlarmi" gli dico buttando la cenere fuori dal finestrino, per poi fare un altro tiro e lasciargliela tra le labbra per fargliela finire.
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Finalmente arriviamo da Giulio e corro subito ad abbracciarlo, lui mi stringe fortissimo: ogni volta che sto con lui mi sento protetta, a casa. Damiano mi passa davanti lasciandomi stare fortunatamente, io e Virginia passiamo tutta la serata a ballare insieme a Giulio, Leo, Dam e altri suoi amici che nemmeno conoscevo. All'improvviso mi si avvicina Federico, il mio ex. Mi tocca da dietro facendo scorrere le sue mani sul mio vestitino corto, infilandole al di sotto di esso. In questo momento mi sento debole, impotente. Vorrei urlare, ma non ci riesco. Ho paura, tantissima paura. Era uno da una scopata e via, non voglio che mi possa avere di nuovo. Cerco Virginia con lo sguardo ma non la vedo, la poca illuminazione mi permette di vedere abbastanza poco. Sento una mano prendermi dal polso, la riconosco in un attimo.
Grazie al cielo sei arrivato.
Mi scosta portandomi all'esterno lasciandomi il braccio. Non so cosa dire, non ho nemmeno il coraggio di ringraziarlo. Lui sfugge subito al mio sguardo vedendolo riavvicinarsi e lo sbatte vicino al muro.
"Non fargli niente" mi trema la voce, i brividi mi percorrono veloci la schiena. Lui guardandomi lo lascia andare. Non gli resisto e lo abbraccio.
Fanculo l'orgoglio, quanto so belle le tue braccia.
I tuo profumo di tabacco bruciato mi pervade le narici, è lo stesso di 2 anni fa David. Però è sempre stupendo.
Non lasciarmi mai, stringimi forte.
"Grazie" è l'unica parola che riesco a dirmi mentre ancora non mi stacco da lui. Lo guardo da sotto cercando contatto visivo, ma lui sembra non capire.
Guardami, ti prego.
Magari sei tu a non voler capire.
Abbasso lo sguardo delusa e cerco di andarmene, quando si mette davanti a me appoggiandomi al muro.
Hai capito finalmente.
Mi prende il viso. Ho perso totalmente la capacità di parlare insieme a quella di muovermi. Entrambi sappiamo che io lo vorrei, su lui non lo so. Quando si avvicina ancora perdo un battito. Mi bacia dolcemente e mi scende una lacrima.
Ma che me pija? Che figura di merda.
Lui mi bacia prendendo il mio labbro inferiore tra le sue e con una mano mi asciuga la lacrima.
Le tue labbra sanno di fumo, probabilmente anche le mie. Mi mancavano tanto.
Continua fin quando me le consumerai, fin quando non potrò parlare.
Inizia a toccarmi quando improvvisamente arriva Virginia.
'O sai che te voglio tanto bene, ma potevi lasciacce soli.

don't let me go, never. // damiano×victoriaWhere stories live. Discover now