2 anni, 28 giorni, 21 ore, 20 minuti e 14 secondi.

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I ragazzi arrivarono al locale della data di quella sera, faceva incredibilmente caldo e nonostante ciò c'era già tantissima gente ad aspettare l'apertura dei cancelli. Lo sguardo di Damiano ricadde su una faccia conosciuta. Quando poi lei si alzò, la riconobbe. Era la ragazza che incontrò in discoteca. Notò subito i lunghi capelli neri che sembravano di seta, il suo volto scavato e le sue labbra carnose. Lei nemmeno se ne accorse di lui, era troppo presa dal suo telefono per incrociare il suo sguardo camminando. Lui si appoggiò davanti al bar verso cui si stava dirigendo, aspettando che si accorse di lei. Posò il telefono da mano mettendolo in tasca a 2 centimetri dalla figura di Damiano. Rimase un attimo stupita nel rincontrarlo, non pensava si fosse mai ricordato di lei.

"Mi sa che 'sto telefono nun te fa proprio bene piccoli'" disse lui, mentre lei rise guardandolo spostando i suoi stupendi capelli.

"Ce se rivede eh Damia'. Come te la passi?" gli rispose lei, prendendo poi una birra dal bar.

"Bene bene"

"Non sei agitato per stasera che dovete presenta il singolo nuovo?" disse la mora bevendo un sorso di birra sotto i suoi occhi, a cui risultava così sexy da fargli mordere le labbra.

"Sto shallissimo pe stasera tanto spaccheremo il culo come sempre" disse lui togliendole la birra dalle mani, bevendone un po' con un sorrisetto sghembo.

"Rimani sempre 'no stronzo eh Damia'?" disse lei quando lui la porto più vicino a lei per i suoi fianchi formosi, ridendo sottovoce.

"Mai stato diversamente" le rispose prendendole il viso con una mano guardandola attentamente.

"Vorrei pure baciarte ma sai come so le fan" le sussurrò sbuffando.

"E Vic?" lui perse un battito. Ricordò quel pianto disperato all'uscita del locale, i suoi occhi perennemente spenti, i brividi che le attraversavano la schiena solo guardandolo, tutto quel dolore che la stava consumando lentamente.

"Vic... a lei non importa di ciò che faccio, nun te preoccupa'" rispose senza sicurezza. La cercava con lo sguardo, ma lei non c'era. O era solo lui che cercava di non vederla.
Thomas si avvicinò a loro due, avvisando Damiano che avrebbero duvuto fare il soundcheck a breve.

"Ce se becca dentro piccoli'" disse lui lasciandole un bacio sulla guancia, poi allontanandosi.

Entrando, vide subito Vic seduta su uno sgabello mentre lo guardava dritto negli occhi, spogliandolo completamente davanti a lei. Era quello ciò che lo fotteva, solo con lo sguardo Victoria riusciva a renderlo talmente fragile e vulnerabile da poterlo distruggere in poco. Lui non disse niente, rimase freddo con lei per tutte le prove. Scesero velocemente i vestiti dandosi poche opinioni a vicenda, quando di solito stavano ore a scherzare o sfottersi sui vestiti. In camerino la tensione tra loro si alzò davvero tanto. Erano seduti l'uno difronte all'altro.

"Non hai niente da dirmi?" chiese lei con una faccia da strafottente e stronza.

"No. Cosa dovrei dirti?" rispose lui cercando di negare persino l'evidenza.

"Io non sto parlando nemmeno col te di sempre, fai finta di niente."

"Che vuol dire?"

"Quella ragazza lì sarà anche mille volte meglio di me, ma non fare come se io non vedessi. Vorrei essere io al suo posto, ma so che non è possibile per i nostri caratteri troppo uguali. E so anche che sceglieresti lei perchè non è un casino come me, e non litighereste sempre, vi amereste davvero, senza nessun intoppo. Scusa se non sono la ragazza perfetta, scusa se non ho un corpo perfetto, scusa se non ho il carattere perfetto, ma io almeno non gioco coi sentimenti delle persone cazzo!" concluse con gli occhi lucidi.
Sempre quello era l'argomento. Damiano che si prendeva gioco di lei. Ed era vero, lo faceva. Ma di lei non si dimenticava mai.

"Tu a quel posto ci sei già da 2 anni, 28 giorni, 21 ore, 20 minuti e 14 secondi. Ci sei stata fin dal primo attimo in cui mi hai guardato sul muretto di scuola mentre ti sistemavi i capelli."

Nessuno avrebbe mai potuto sostituire Victoria per Damiano o viceversa. Ci avrebbero messo la mano sul fuoco che quel rapporto così intimo non si sarebbe mai formato con nessuno altro. Perché quelle due persone così uguali quanto diverse erano uniche e di nuove non se ne sarebbero mai incontrate. Accettarlo era difficile ma avrebbero sempre dovuto tener conto che sarebbero ritornati ogni volta, anche contro la loro volontà, o meglio, contro ciò che dimostravano all'altro. Perché era giunto il momento di smettere di mentire, si volevano da morire, un secondo non gli bastava, avrebbero voluto potersi vivere ogni giorno di più, baciarsi fino a togliersi il respiro, a sfottersi su ogni cosa gli passasse per la mente, stare a guardare un film di merda che piacevano a Vic solo per poterla accarezzare.
Damiano senza Victoria non sarebbe mai potuto esistere.
Victoria senza Damiano non sarebbe mai potuta esistere.

"Smettila di dire che non sei abbastanza e di essere insicura. Se non ti amassi probabilmente non ti riterrei perfetta come tutt'ora penso. Dobbiamo fare i conti col fatto che tu ritornerai sempre da me e io da te. E non c'è modo per non farlo. Quindi ti prego, non pensare mai che ti potrei rimpiazzare, non lo farei mai."

don't let me go, never. // damiano×victoriaWhere stories live. Discover now