Ciao Nicco

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Io Clarissa e Marta siamo sul treno dirette a Roma, tra circa venti minuti dovremmo arrivare. Da quello che ho capito dovrebbero venirci a prendere alla stazione di Termini Adriano e Gabriele (altro amico di Niccolò). A mio fratello ho detto la verità, non me la sentivo di mentirgli, mi ha detto di stare attenta, di non ricaderci e le solite raccomandazioni. Ai miei genitori ho detto semplicemente che partivo per qualche giorno con le mie amiche.

M: "A che pensi Reb?"
R: " A come sarà rivederlo da vicino e non solo attraverso uno schermo, a come sarà sentire la sua voce dal vivo e non grazie a RadioItalia... sono in ansia, spero che lui non si accorga di me, non saprei come comportarmi"
M: " Stai tranquilla, Adriano e Cocco non hanno aperto bocca nè con lui nè con gli altri Miserabili... i ragazzi sicuro ti vedranno, ma per Niccolò ci possiamo lavorare, basta che ti nascondi"
C: " Cazzate!"
R: " Come scusa ?"
C: " Okay che tu non lo abbia avvisato, okay che non ti vuoi far vedere prima del concerto, ma siete serie? Farla nascondere ? Cosa cazzo siamo venute a fare a Roma? Per vederci il concerto? Se è per questo la pagina Instagram di frequenza italiana lo trasmetteva in diretta... Vedi come te lo dico, noi a fine concerto andremo con tutti i ragazzi da Niccolò e tu ti farai vedere, non ho speso 50€ di Italo per sentire quel depresso cantare... e con questo prendete i bagagli siamo arrivate all'inferno"

Ci voltammo verso i finestrini e vedemmo i binari della stazione di Roma Termini, sembra passata una vita , ma a ripensarci fino a pochi mesi fa questa stazione era diventata la mia seconda casa.

Ad aspettarci all'esterno della stazione c'erano Adri e Cocco. Marta si catapultò, letteralmente, su Adriano, mentre Cocco che probabilmente si sentiva di troppo venne da noi.

G: "Rebi, da quanto tempo, sei sempre più bella e noto anche un po' troppo magra. Ciao Clarissa."

Questi due non si sopportavano, l'unico santo che riusciva a tollerarla era propio Adriano.

C: " Sempre simpatico"
R: "Ciao Cocco" gli dissi abbracciandolo, si mi era mancato.

Si avvicinarono anche Adriano e Marta. Dopo i vari saluti salimmo nell'auto di Cocco e ci avviammo allo stadio. Erano le 15 e tra poco sarebbe iniziato il soundcheck.

A: " So che forse non è una buona notizia, ma tutti noi con il pass dovremmo entrare dentro lo stadio entro le 16, come i fans con il VipPack per assistere alle prove"

Mi crollò il mondo sotto i piedi, saremmo stati si e no 100 persone e Niccolò mi avrebbe visto sicuramente.

A: "Dato che non voglio nessun morto sulla coscienza, Reb ti consiglio di andare a trovare Nic prima che salga sul palco, se ti vede durante le prove gli viene un infarto"
C: " Per carità"
M: " CLARISSA"
R: " Smettetela, io lo avevo detto che era una pessima idea venire..."
C: " Rebecca devo ripeterti il discorso che ti ho fatto in treno? Non ci metto molto, se vuoi posso anche sintetizzarlo... entra in quel cazzo di camerino e limonatelo, magari inizierà a cantare qualcosa di più allegro"
G: " Tu invece troppi limoni, sei sempre più acida" disse Cocco a Clarissa, grave errore...
C: " Tu stai ancora con quella Priscilla? Nessuno ancora le ha detto di tutte le corna che ha? Ci passa ancora sotto le porte?"
R: " Potete stare zitti?"
A: " Non hai più tempo per pensare Reb, siamo arrivati"

Non ero mai stata all'Olimpico, ma devo dire che era qualcosa di spettacolare, non quanto il San Paolo ovviamente. Al San Paolo ero andata alcune volte con mio fratello a vedere il Napoli. Ma stasera non ero allo stadio per una partita, ma per Niccolò.

A: " Reb vieni, iniziamo ad andare solo io e te"

I corridoi erano infinite, mille porte , mille spogliatoi, e dopo aver svoltato vari angoli mi ritrovai davanti il camerino di Niccolò . Le gambe iniziarono ad essere liquide e molle come gelatina, non avevo saliva e mi mancava il fiato,non riuscivo a respirare. Adriano forse si accorse di questo mio disagio e mi disse che sarebbe entrato prima lui. Mi lasciò fuori quella porta con i miei demoni.
Non passarono nemmeno 5 minuti che quella porta che stavo fissando si spalancò . Adriano mi fece cenno di entrare e poi scomparì.
Lo vidi, era seduto su un divanetto con le mani sul viso. Era bello, molto bello.

R: " Ciao Nicco" furono le uniche parole che mi uscirono da bocca.
Per secondi infiniti ci fu un silenzio assordante, lui non parlava e io aspettavo una sua risposta. Finalmente si degnò di guardarmi, aveva gli occhi lucidi, forse Adriano gli aveva già accennato della mia presenza. Si alzò dal divanetto, si avvicinò ad un tavolino per prendere gli occhiali da sole e metterli.

N: " Ciao"
R: " Come stai?"
N: " Che ci fai qua Rebecca?"

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