Deja-vu

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Erano passati due mesi, due mesi strazianti.
Il primo mese io e Niccolò ci sentivamo ad ogni ora del giorno, tra chiamate, videochiamate e messaggi eravamo tutti e due super presenti.
Nell'ultimo mese le cose iniziarono un po' a scemare, Niccolò era molto più freddo e distaccato. Non mi faceva più nessuna videochiamata, e se gliela facevo io mi diceva che era impegnato e che si sarebbe fatto vivo lui. Ci sentivamo giusto una volta al giorno per telefono , poi solo messaggi. Con l'andare del tempo anche le chiamate cessarono di esistere, le nostre conversazioni si basavano sul buongiorno e sulla buonanotte.
Ora era da una settimana precisa che non sentivo il mio ragazzo, nemmeno per un come stai.

M: "Stai tranquilla che stasera lo vedi, anzi tra poche ore"
R: "A te come va con Cassio?"
M: "Meglio di come va tra te e Niccolò"
C: "Dopo la stronzata di quella ragazza si deve far perdonare"
M: "Mi ha fatto anche leggere le chat, un po' in ritardo, ma almeno apprezzo la sincerità"
R: "Meglio tardi che mai"
C: "Tu stai tranquilla Reb, che cazzo siete Rebecca e Niccolò e per quanto io possa odiare il tuo fidanzato lui ti ama tanto, e se te lo dico io deve pur essere vero"

Io Marta e Clarissa siamo su un treno diretto a Roma. Stasera Niccolò si esibirà al circo massimo. Tra qualche ora rivedrò il mio Niccolò dopo due mesi di lontananza.

M: "Quando glielo dirai Reb?"
R: "Non lo so"
C: "Ora magari concentrati sul capire perché è stato assente tutto questo tempo, poi avrete tempo per parlare del resto"
M: "Clarissa, il resto, come lo chiami tu, è una cosa importante"
C: "Lo so, ma prima di sparare la bomba assicurati che il vostro rapporto sia ancora tale"
R: "Marta mica hai detto qualcosa ad Adriano?"
M: "Certo che no, non mi sarei mai permessa"
C: "Ragazze non mi sembra vero dirvelo, ma dopo un anno e mezzo...siamo ritornate all'inferno"

Era tutto un'enorme deja-vu.
Un anno e mezzo fa ritornavo a Roma per la favola di Niccolò. Un anno e mezzo fa mi riprendevo il mio Niccolò, ma ora avevo una fottuta paura di perderlo.


Ad accoglierci all'ingresso del Circo Massimo trovammo Adriano che si lanciò su Marta prendendola in braccio e facendola volteggiare come una libellula.

C: "Ragazzi mi sto facendo vecchia"
A: "Non vedo la mia ragazza da due mesi, poso baciarla come si deve ?"
C: "Si da il caso che anche Rebecca non veda il suo ragazzo da ben due mesi, e fidati se non lo rivede nei prossimi 5 minuti rischia di morire"
A: "Hai ragione, scusa Reb. Vieni ti accompagno da Niccolò"

Come da tradizione Cassio mi accompagnò davanti al camerino di Niccolò. Sulla porta la scritta gigante ULTIMO mi fece sorridere. Era un'artista pazzesco, chissà se però aveva ancora tempo per me.
Sorrisi a Cassio prima di aprire quella famosa porta. Una volta aperta vidi dopo due mesi il mio fidanzato, a petto nudo con dei pantaloncini di tuta rigorosamente grigi, sneakers al piede e sigaretta tra le labbra.
Subito si girò verso l'ingresso e appena vide me spalancò gli occhi, quasi come se avesse visto un fantasma...

R: "Ciao Nicco"
N: "Reb"

Dopo minuti infiniti a fissarci decisi di fare il primo passo, mi avvicinai a lui con cautela.

R: "Ti trovo bene"
N: "Grazie...vedo che hai messo qualche chilo tu"
R: "Come scusa?"
N: "Dio no Reb, scusa..non volevo dirti che sei grassa, assolutamente. Anzi stai benissimo, anche prima stavi benissimo, ma lo sai, prima me rischiavi di diventare anoressica, ma sei sempre stata perfetta"
R: "E sentiamo un po', se sono così tanto perfetta come dici, perché hai fatto finta che io non esistessi?"
N: "Reb è tutto un casino"
R: "Niccolò spiegati"
N: "Scusa Reb"
R: "Perché mi chiedi scusa?"
N: "Perché so stato n'coglione."

La stella più fragile dell'universoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz