La sua medicina

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Sono finalmente tornata a casa dopo 40 minuti di traffico. Odio il traffico. Mi sento impotente.

Io e Niccolò abbiamo passato la serata a parlare di Clarissa... lui voleva dettagli che io ovviamente non gli ho fornito. Siamo andati a dormire con lui che mi pregava facendo la faccia da cucciolo....

Stamattina la situazione non è migliorata, sembra si sia svegliato con quel pensiero.
Mi sta letteralmente torturando perché vuole sapere cosa ci ha detto Clarissa.

R: "Nì dai sono cose sue personali"
N: "Sei stronza però. Dammi almeno un indizio"
R: "Te l'ho detto, ha conosciuto un ragazzo...ora sbrigati che dobbiamo andare in studio"
N: "E non ti ha detto il nome di sto poverino?"
R: "Smettila e muoviti."

Ad aspettarci all'Honiro per una nuova giornata di lavoro c'erano Jacopo, Adriano , Gabriele e ovviamente Alessio.

A: "Buongiorno piccioncini"
G: "Ore piccole?"
N: "Magari, stiamo litigando da ieri sera"
R: "Ma non è vero"

Ti prego Niccolò stai zitto.

N: "Cassio tu sai ieri pomeriggio Marta cosa ha fatto?"
A: "So che lei Rebecca e Clarissa sono scese a fare aperitivo perché Clarissa doveva parlare con loro"
N: "Esattamente, e sai cosa doveva dire? Perché io no e lo voglio sapere"
A: "Aspetta e spera Nì, so delle tombe ste tre. Marta non mi ha detto nulla"
N: "Io so solo che Clarissa ha conosciuto un ragazzo, forse un alieno"

Niccolò e Adriano iniziarono a ridere sull'improbabilità dell'esistenza di un essere umano che poteva sopportare Clarissa, io invece guardavo Gabriele . Il mio sguardo si incrociò col suo. Ci mettemmo a ridere anche noi, alla fine lui aveva capito che io sapevo e che avevo cercato di sviare il discorso con Niccolò.

J: "Gossip a parte, lavoriamo oggi?"
A: "Se dobbiamo..."
J: "Niccolò in studio, Adri io e te dobbiamo firmare delle carte, Cocco tu mettiti in contatto con Zara, Rebecca e Alessio a fare le foto... ne voglio qualcuna con il merch di Mostro"
AL: "Quindi anche con gli slip di Mostro?"

Questo ragazzo voleva essere picchiato. Forse era il suo obiettivo del giorno.

N: "Si, magari usali per farti un cappio al collo."
AL: "Mhhh sexy"
R: "Okay basta così, andiamo"

Portai Alessio via da lì, sarebbe scoppiata una rissa sicuramente.
Scegliemmo di fare le foto con due capi del merch, la felpa arancione e una semplice t-shirt.
Gli spiegai che non volevo nessuna foto in primo piano del mio viso, e soprattutto nessuna foto in primo piano del mio latoB.

Dopo qualche ora finimmo di scattare le foto e ci recammo nell'ufficio di Jacopo per fargliele vedere. Appena aprimmo la portai notai che oltre a Jacopo c'erano anche i tre moschettieri.
A Jacopo piacquero molto le foto, e credo anche a Niccolò, dato che non ebbe nulla da obiettare...effettivamente erano delle foto semplicissime, fatte senza malizia.
J: "Perfette ragazzi, vedete che se lavorate bene i risultati si vedono?"
AL: "Ma io e Rebecca lavoriamo sempre bene, sono gli altri il problema"
R: "Vabe , Nì ha finito?"

Non volevo creare discussioni inutili, chissà come era stata una giornata serena.

AL: "Poi le volevo far fare la foto con il perizoma di Mostro, ma ha detto che me la devo guadagnare un foto del genere"
R: "CHE COSA?"
N: "Te stai a scavá la tomba con le tue stesse mani."
AL: "Non ci credi?"

Niccolò si alzò dalla sedia, fece qualche passo  e si mise di fronte ad Alessio...io invece alternavo il mio sguardo da Niccolò ad Adriano, con la speranza che quest'ultimo intervenisse, ma fu lo stesso Alessio a spezzare il silenzio.

AL: "Dai amico sto scherzando, ho capito che è la tua tipa. Ma non si può neanche scherzare un po'?"
N: "Punto primo non sono tuo amico, punto secondo come hai capito che è la mia ragazza capisci anche che tu con lei da oggi dovrai avere solo un rapporto professionale...niente battutine, niente di niente. Nel caso ciò non ti stesse bene puoi sempre andartene. Ora se permetti me ne vado io."
Niccolò mi afferrò la mano e senza dire nulla uscimmo dallo studio di Jacopo, e dopo un po' anche dall'Honiro Palace.

R: "Vuoi che guido io? Ti vedo un po' nervoso"
N: "Ho solo bisogno di calmarmi."

Con le sue mani possenti e tatuate mi strinse a lui e mi baciò, un bacio dolce e delicato che esprimeva tutto il nostro amore. Non era uno sfogo, era un calmante. Io ero la sua medicina, e lui era la mia. Ci completavamo a vicenda.

R: "Ti sei calmato? "
N: "A casa vorrei il resto gentilmente"
R: " Sei proprio un bimbo"
N: "Ho bisogno di essere curato, e solo tu sei in grado di farlo."

La stella più fragile dell'universoWhere stories live. Discover now