XIV

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la prima cosa che percepì quando si svegliò fu il materasso tremendamente duro su cui si era addormentato la sera prima. Cercò di abituarsi alla luce che filtrava dalla finestra strizzando gli occhi e strofinandoseli con le mani. Appena riuscì a mettere a fuoco vide il corpo nudo di Chrystal appoggiato al suo: le gambe avvinghiate tra loro e la  testa sul suo petto. Era ormai da una settimana o poco più che questa malata soluzione andava avanti: per non pensare a Thomas e, soprattutto, a Lorenzo sfruttava tutti i momenti liberi che aveva per stare con la donna che ora era addormentata vicino a lui. A scuola si era dato malato, sfruttando il fatto che non aveva fatto nessun' assenza da quando insegnava, e ciò gli aveva dato un enorme pausa illimitata per riordinare i pensieri e pensare al da farsi. Era convinto che gli bastasse qualche giorno e poi la rabbia sarebbe scemata lentamente ma invece si vide dopo tutto quel tempo ancora più frastornato di prima. Sicuramente la situazione con la rossa non migliorava: la consapevolezza che la stava solo usando lo lacerava ma il fatto che stava tradendo i suoi compagni lo tormentava in modo inimmaginabile, eppure non riusciva a smettere "lei può darmi una famiglia; lei mi ha dato tutto invece Lorenzo cosa mi ha dato a parte delusioni e sogni infranti?" e così si convinceva, ci cascava di nuovo, ogni notte per poi finire, la mattina dopo, a trattenere il disgusto nel vedere quel corpo femminile invece di quello dei suoi due compagni. A distrarlo dai suoi pensieri fu il telefono che suonava insistentemente e poi ancora e ancora senza sosta.

- Amore rispondi al telefono e poi vieni ancora un po qui a dormire- 

Disse Chrystal per poi girarsi dall'altra parte per sfuggire ai raggi accecanti del sole. Mirko prese il telefono ed ebbe un tuffo al cuore quando vide che a chiamarlo era il telefono di Lorenzo.

Thomas guardava Lorenzo inerte mentre il più piccolo non faceva che piangere da giorni ormai. Era diventato più pallido ma comunque, fortunatamente, la tristezza non aveva intaccato la salute oppure fatto perdere l'appetito al kitten. Thomas cercava di consolarlo in tutti i modi ma in realtà anche lui era ferito dal comportamento del fratello. Non poteva crederci che aveva abbandonato entrambi solo perché Lorenzo era quello che era e non la reincarnazione del "perfetto omega". ormai anche lui si era ridotto pressoché a uno straccio: non riusciva a dormire e vedere Lorenzo stare in quel modo non aiutava. Ormai erano giorni che, passando davanti lo specchio, evitava di guardare il suo riflesso; sapeva già cosa lo attendeva: occhiaie sporgenti, pelle pallida e occhi rossi e stanchi. Dal canto suo anche Lorenzo si era accorto della sofferenza del suo compagno così decise di finirla una volta per tutte: fece mettere Thomas sul letto a pancia in giù; si mise a cavalcioni su di lui e iniziò a massaggiargli delicatamente la schiena per farlo rilassare; a quel pensiero i ricordi iniziarono a sopraffarlo: si ricordò di quando Mirko gliene aveva parlato e un sorriso triste si fece spazio sul suo volto insieme alle lacrime che cerva di contenere. 

Flash back

Thomas era leggermente stressato a causa degli allenamenti di basket: il coach gli aveva detto che doveva impegnarsi di più per continuare ad essere capitano della squadra e questo non fece che innervosirlo. Quando tornò a casa lasciò il borsone davanti al divano per poi andare in camera e sdraiarsi sul letto senza proferire parola. 

-Oggi aveva il primo allenamento- gli disse sottovoce Mirko all'orecchio.

-Qualcosa è andato storto?-

-Tutti gli anni il coach gli dice che per tenersi il posto da capitano deve impegnarsi di più e ogni volta Thomas torna a casa con l'umore sotto i piedi- disse per poi lasciare un' occhiata al fratello che era ancora sdraiato sul letto.

- Vieni ho un idea- continuò poi prendendo per il polso il kitten e portarlo di sopra silenziosamente. -Ora mettiti a cavalcioni sulla sua schiena e poi fagli un massaggio: vedrai che in pochi minuti inizierà a sbavare e a russare- gli disse ridendo leggermente. A sentire quelle parole anche Lorenzo si lasciò sfuggire una piccola risata cristallina che si coprì con la mano per poi andare a sedersi sulla schiena di Thomas

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