XXV

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Dire che Mirko e Thomas erano preoccupati era un eufemismo: avevano cercato Lorenzo per tutto il giorno senza trovarlo. avevano provato a casa loro, alla sua vecchia casa, persino in ogni piccola vietta della città; per non parlare poi delle innumerevoli chiamate e messaggi che gli avevano lasciato ma niente, nessuna traccia del piccolo kitten. Ormai era sera inoltrata e nonostante le ricerche non riuscirono a trovare niente; ne una piccola traccia, ne un passante o una persona che aveva visto il più piccolo e ormai Thomas era in preda al panico. Mirko, tra i due, nonostante fosse preoccupato, la prendeva in modo molto più ragionevole continuando a ripetere che sarebbe andato tutto bene e che probabilmente Lorenzo aveva bisogno di stare da solo per qualche ora e staccare da tutto. E per un momento Thomas si era anche convinto di questo ma poi i ricordi di quanto il minore fosse stato male qualche tempo prima per quello stesso motivo riaffiorarono nella sua mente. Il panico piano piano stava diventando rabbia per tutto quello che lo circondava. 

-Ascolta Thomas devi stare tranquillo, così non risolverai niente e lo sai anche tu. Se Lorenzo vuole...-

-Non dirmi cosa vuole e cosa non vuole okay? perché tu non lo puoi sapere! Tu non sai come stava mele quando l'hai lasciato perché non c'eri tu c'ero io con lui e non sai cosa significa vedere il proprio compagno logorarsi e autodistruggersi ogni giorno di più! Non sai il dolore cha ha provato quando lo hai abbandonato! Quindi non dirmi di tranquillizzarmi e di tornare a casa perché non ci torno finchè non ho ritrovato Lorenzo - disse imperterrito Thomas. Le sue urla e il suo discorso marchiarono il cervello di Mirko parola per parola facendogli rivivere quegli attimi e quel senso di colpa che ancora oggi lo tormentava. Alcune lacrime si formarono agli angoli dagli occhi del più grande ma senza scivolare sulle guance per non voleva far vedere la sua debolezza. 

Alla reazione del compagno Thomas ripensò alle parole che gli erano sgorgate fuori dalla bocca senza passare per il cervello per poi maledirsi da solo portando le mani ai capelli e stringendoli furiosamente tirandoli indietro. Dio che cosa aveva appena detto? 

-Mirko io... io... Dio quanto mi dispiace è che non riuscirei a sopportare di vederlo così un altra volta: ogni giorno avevo la costante paura di perdere lui o te e... e io...- il discorso era spezzato da piccoli singhiozzi silenziosi e ansimi sconnessi e, per quanto il biondo cercasse di cacciare indietro le lacrime e essere forte si rese conto che, piano piano, stava cadendo a pezzi. 

Tutta l'angoscia, la rabbia, la preoccupazione e ogni emozione che sentiva in quel momento si tramutarono in lacrime che iniziarono a sgorgare velocemente dai suoi occhi; le gambe iniziarono a tremare e ben presto cedettero sotto il peso del corpo. Mirko lo prese al volo stringendolo a se e iniziando a massaggiargli la testa e sussurrargli piccole parole di conforto mentre Thomas si aggrappava a lui come se fosse la sua unica speranza di vita; la sua ancora per non sprofondare.

Erano in un vicolo buio e malconcio di una delle strade secondarie a qualche isolato da casa loro. Mirko prese Thomas in braccio guadagnandosi un piccolo sussulto di sorpresa da parte del biondo insieme a un breve accenno di sorriso e una presa più forte sulle sue spalle. 

-Adesso andiamo a casa, facciamo un bagno caldo e andiamo a letto. Domani mattina andiamo ancora a cercarlo okay?- gli chiese Mirko all'orecchio ottenendo un piccolo gesto di assenso dal ragazzo che teneva tra le braccia. 

Erano ormai quasi le sei di mattina e Thomas non aveva dormito niente se non qualche breve sonno di dieci minuti sempre costellato da incubi che lo facevano svegliare di soprassalto. Di comune accordo avevano messo la sveglia alle sette e mezzo per avere tutta la giornata per cercare il loro compagno. 

A distrarlo dai suoi pensieri fu il rumore della serratura della porta che scattava e uno spiraglio di luce che faceva entrare la luce del corridoio del condominio.

Il biondo scattò in piedi inciampando più volte sui suoi piedi per poi correre di sotto e andare in salotto. Ad aspettarlo c'era Lorenzo che si stava togliendo il cappotto pesante e il cappello. 

Era girato di spalle e non lo aveva visto ma a Thomas non importò molto. Corse ad approcciarlo di impeto facendo cadere entrambi sul pavimento provocando un grande tonfo che fece svegliare Mirko di sopra.  

Il più grande si svegliò di scatto facendo saettare una mano al lato del letto ancora tiepido che doveva ospitare il corpo di suo fratello. Tastò per qualche secondo il lato vuoto per poi alzarsi e andare a passo spedito verso la sala illuminata dalla luce artificiale dei lampadari. 

Quando scese vide Thomas e Lorenzo, entrambi sdraiati sul pavimento, mentre il biondo stritolava il più piccolo e lo riempiva di baci e attenzioni su tutto il volto tempestandolo di domande.

- Dove sei stato? Ma ti sembra l'ora di tornare a casa?! Sai quanto ero preoccupato?! E poi perché non hai risposto ne a chiamate ne a messaggi?! Non dirmi che qualche malintenzionato si è approfittato di te e ti ha rubato il telefono! Spogliati e fammi controllare dove ti sei fatto male- disse Thomas iniziando ad alzargli la maglietta.

I suoi gesti furono interrotti dalla risata di Lorenzo che riempì la stanza. Era cristallina, genuina e naturale; non era forzata ne tirata ma era spontanea. Il biondo alzò la testa mentre gli occhi iniziarono a diventare liquidi. 

Lorenzo trattenne il respiro a quella vista: sapeva che avrebbe fatto preoccupare entrambi con la sua scomparsa improvvisa ma non pensava di sconvolgere talmente tanto i sentimenti di uno dei due tanto da farlo piangere. Il kitten si spinse contro il petto del biondo iniziando a dargli degli innocenti e rassicuranti baci sul collo e accarezzargli i capelli mentre il corpo stretto al suo iniziava a muoversi freneticamente a causa dei singhiozzi e le sue forti mani iniziatono a stringere convulsivamente la felpa del minore. 

Ci vollero quasi trenta minuti per far si che il biondo si calmasse tra le braccia di Lorenzo cullato dai movimenti dolci che il più piccolo faceva sulla sua schiena e sul cuoio capelluto. 

Il pianto aveva prosciugato tutte le poche energie che restavano al biondo facendolo sprofondare nel sonno. Quando Lorenzo se ne accorse lanciò uno sguardo a Mirko che lo guardava con le braccia incrociate appoggiato allo schienale del divano. Il maggiore si avvicinò prendendo in braccio il ragazzo che non si accorse di nulla, ormai perso nel modo dei sogni, per poi riportarlo al piano fi sopra sotto le coperte. 

Quando tornò giù vide il kitten torturarsi le mani guardando insistentemente verso il basso. Appena lo sentì scendere le scale alzò lo sguardo puntandolo su di lui.

-Ascolta lo so che non sarei dovuto sparire in qust ...- 

Non fece in tempo a finire la frase che le labbra di Mirko erano premute sulle sue in modo bisognoso e famelico. Il più piccolo indietreggiò di qualche passo per poi finire  contro la porta d'ingresso. Al contatto tra la sua schiena e il legno freddo un piccolo gemito scapò dalle labbra di Lorenzo facendo allontanare lentamente il maggiore che lasciò le loro fronti a contatto e i nasi che si sfioravano.

-Non fa niente, ora sei qui; è questo l'importante-

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Okay non è bellissimo ma hey l'ho fatto intanto che il prof di religione spiegava e lo so che non è una giustificazione ma ogni giustificazione è sempre valida per cercare di rimediare ai propri errori 🥰(non so nemmeno io cosa  questa frase; penso che questo sia il risultato delle videolezioni)

Comunque cosa ne pensate di questo capitolo? Spero di essermi fatta perdonare per il capitolo precedente

-Baci❤

finally freeWhere stories live. Discover now