Capitolo 26

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Poco prima della partita, Harry è di nuovo silenzioso, guarda Simon urlare, puntando il dito contro il giocatore diretto interessato. Lo odia, Dio se lo odia, detesta profondamente il suo modo di fare.

Da varie fonti è iniziato a trapelare il diverbio tra l'allenatore ed il calciatore riccio; sembra che ci siano delle voci che parlino della sua cessione a qualche altra squadra o addirittura alla sua vendita.

-E tu! Louis! Concentrati e non pensare alle cazzate che pensi solitamente, non ti distrarre e soprattutto, non piangere come una femminuccia se sbagli i rigori!- la voce di Simon è forte, derisoria.

-Mister, io non penso a delle cazzate, ma non sbaglierò.- il suo tono è fermo, deciso, ma Harry non può non sospirare pesantemente.

L'attenzione di Simon ricade su di lui e gli punta il dito contro -E tu, Styles, il paladino della giustizia, tu rimarrai in panchina, lo sai benissimo quanto sei scarso.- la risata che segue questa frase, fa alzare il volto a Louis; lo sa quanto quelle parole spezzino Harry. Lo fissa e cerca di far parlare le sue pupille, il suo viso è storpiato da un'espressione di dolore.

-Simon, non serve che lo tratti così, tanto rimane sempre in panchina...- è Louis, che per la prima volta prende le sue difese. Harry lo guarda negli occhi e sorride, scuotendo la testa, è decisamente un sorriso disperato.

-Stai tranquillo, Louis, sennò diventi anche tu il paladino della giustizia, non rubarmi il posto. Lo stronzo potrebbe offendersi a non avere più un solo soggetto da puntare.- guarda Simon negli occhi -Non è vero?-

La mano di Simon si muove velocemente e colpisce la guancia di Harry, con uno schiaffo ben piazzato.

Lo spogliatoio si riempie di sussulti e di parolacce sussurrate. Harry è fermo, con la mano sulla guancia, i suoi occhi sono in quelli di Louis, ancora impietrito sul posto.

-E ti sia da lezione, ragazzino.- la sua guancia ancora formicola, ma il cuore gli fa ancora più male, perché il suo ragazzo non ha detto nulla, non ha accennato a muoversi.

I suoi occhi si riempiono di lacrime, cerca di contenersi di fronte ai compagni, fin quando Liam non gli si avvicina e lo stringe a sé, come se fosse suo figlio.

-Ehi, Harry, mio Dio... Ti fa tanto male?- il piccolo scoppia a piangere e si aggrappa alla maglia di Liam.

La squadra osserva la scena ed alcuni giocatori gli si avvicinano, lo consolano. Ma Louis no, rimane inerme, ancora in piedi, fermo dove era precedentemente allo schiaffo. I suoi pugni sono chiusi.

-Oh, vaffanculo, cazzo.- dice, esce dallo spogliatoio di corsa ed afferra Simon dalla maglia; l'uomo si gira di scatto, ricevendo un pugno sul viso, poi un altro ed un altro ancora.

Louis non guarda neanche dove le sue nocche tocchino Simon, è ad occhi chiusi -Stronzo!- la sua voce esce dolorosa, arrabbiata.

Niall e Chad, un ragazzo della squadra, si avvicinano per spostare Louis dal corpo dell'uomo, con il viso coperto dal sangue che esce dal naso.

-Vaffanculo! Non devi toccarlo cazzo! Se tocchi ancora il mio ragazzo io ti uccido!- le vene del collo sono sporgenti ed il suo corpo si dimena dalla presa dei suoi amici. Niall sente un moto di rabbia per Simon, ma anche di felicità nelle parole di Louis, finalmente uscito allo scoperto.



La partita si gioca, Simon viene sostituito dal secondo tecnico della squadra ed Harry rimane negli spogliatoi, rannicchiato sul suo posto a piangere; stanco di essere sempre sbagliato, stanco di vivere questa vita non sua.

Why would you ever kiss me?// Larry StylinsonWhere stories live. Discover now